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Bellibolt, una rana paffuta ed elettrizzante

In questo approfondimento dedicato a Pokémon Scarlatto e Violetto andremo a parlare della ranocchia di tipo Elettro chiamata Bellibolt.

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   · 8 min lettura Rubriche
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Nell’ultimo video dedicato a Pokémon Scarlatto e Violetto è stato finalmente rivelato un nuovo Pokémon, che potremo incontrare durante le nostre scampagnate a Paldea. Il mostriciattolo in questione si chiama Bellibolt e verrà utilizzato dalla nuova Capopalestra Kissara, una ragazza che ricorda moltissimo una Streamer o una VTuber. Comunque, parlando nello specifico del suddetto essere, questo tende a ricordare una rana e non è la prima volta che all’interno del brand Pokémon ne appare una: aspetto da non sottovalutare, giacché la genesi di esso potrebbe essere legata a un altro mostriciattolo. Dunque all’interno di questa rubrica proveremo a ricostruire la storia di questo Pokémon, tentando di fare chiarezza sulle sue origini.

Una fisionomia paffuta e imbrogliona

Categoria: Pokémon Amperana

Tipo: Elettro

Altezza: 1,2 m

Peso: 113,0 kg

Abilità: Convertivolt/Statico

Partendo dalle informazioni forniteci dal Pokédex di Scarlatto e Violetto, questo essere viene definito con il nome di “Pokémon Amperana”: senza ombra di dubbio si tratta di un composto formato dalla parola ampere (cioè l’unità di misura dell’intensità di corrente elettrica nel Sistema Internazionale, indicata dal simbolo A) e rana (termine usato nel linguaggio comune per descrivere i cosiddetti anfibi anuri). Da questi due termini, si può ben capire come Bellibolt sia un anfibio ispirato a una rana, ma del tutto particolare: infatti esso possiede un corpo particolarmente elastico, con il quale è in grado di generare un gran quantitativo di energia a partire dall’ombelico presente sulla sua pancia. Una volta che ne ha accumulata abbastanza, questa viene scaricata dalle due protuberanze presenti ai lati della testa, che fungono da finti occhi. Quelli veri, invece, si trovano al centro e sono facilmente riconoscibili poiché di colore giallo.

Tale fisionomia particolare degli occhi, che tende a imbrogliare a prima vista i predatori, è fondamentale per Bellibolt in quanto è la sua difesa primaria contro le aggressioni, mettendo così fuori gioco i proprio nemici. Tuttavia, benché abbia questa potente arma, non si accorge dei propri avversari finché non viene attaccato, a causa della sua natura particolarmente tranquilla. Inoltre, quando scende la sera, non è raro sentire degli strani rumori provenire dalle zone in cui di solito vive: questi non sono né richiami, né versi con cui allontanare possibili predatori, anzi favoriscono il loro avvicinamento perché questi derivano dal suo stomaco indicando così che è affamato. Questa sua peculiarità viene anche descritta dal suo nome giapponese ハラバリー (Harabarii), che deriva dall’unione delle parole 腹 (Hara – Pancia) e l’onomatopea バリバリ (Baribari) che viene utilizzata quando si descrive qualcosa fatto vigorosamente o energeticamente.

Fortunatamente, in caso di aggressione, Bellibolt può sfruttare un’abilità molto forte: Convertivolt, con la quale riesce ad aumentare la propria elettricità se subisce danno, aumentando i danni inflitti dalle sue mosse Elettro. Insomma, un Pokémon che è sì in grado di attaccare, ma anche di sfruttare la difesa per potenziarsi e dare del filo da torcere ai propri avversari.

Un Pokémon scartato riproposto a Paldea?

Il design di Bellibolt potrebbe essere già apparso in precedenza nella saga dei Pokémon. Un’ipotesi di ciò deriva dalla forma di Politoed presente all’interno della beta di Pokémon Oro e Argento. Il design di questo proto-mostriciattolo venne mostrato per la prima volta nel 2018 e, come si può vedere dall’immagine sottostante, la differenza che vi è tra questa forma e quella di Bellibolt non è poi così marcata. Parlando di Politoed Beta, esso presentava in origine un corpo molto più slanciato, alto – dalla solita colorazione verde chiaro e tendente in alcuni punti al giallo – e con una spirale al centro di colore blu. Lo stesso muso presenta delle differenze rispetto alla versione definitiva, in quanto vi è un volto con un’espressione più malandrina, a tratti quasi dispettosa, con accanto delle protuberanze rosse che verranno mantenute nella versione finale.

Le differenze maggiori tra Bellibolt e la versione beta di Politoed si hanno nelle zampe, in quanto quelle del primo sono molto più minute e tozze laddove quelle del secondo sono molto più grandi e palmate. Ve n’è anche una negli occhi, più che altro nella loro funzione e posizione: per il primo quelli veri sono quelli al centro di colore giallo e quelli ai lati sono dei semplici conduttori con cui espellere l’elettricità; per il secondo, invece, gli occhi sono solo di una tipologia e servono solo per guardare e non per attaccare. L’elemento che li accomuna, però, è proprio il loro stile e design. Di conseguenza ipotizzare che questo sia stato ripreso e in seguito utilizzato non è poi così errato.

Probabilmente questo design è stato in seguito modificato basandosi su una tipologia molto particolare di rana: la cosiddetta Physalaemus Nattereri. Questo animale si caratterizza per la presenza nella parte retrostante del proprio corpo di falsi occhi, con cui poter ingannare i predatori. Da questi, infatti, è in grado di secernere una tossina che viene prodotta al loro interno per poi espellerla. Riassumendo, per la realizzazione di Bellibolt è stato quasi certamente usato il corpo originario di Politoed presente nella beta di Pokémon Oro e Argento e poi è stato modificato e modellato basandosi sulla Physalaemus Nattereri, al fine di creare un mostriciattolo simil-rana completamente nuovo.

Galvanismo, Luigi Galvani e Alessandro Volta

Il rapporto tra rane ed elettricità non è un qualcosa di nuovo, anzi è un rapporto storico, legato alla fisica e alla medicina. Fondamentale in questo rapporto fu il fisico e medico italiano Luigi Galvani, nato a Bologna nel 1737, il quale studiò medicina presso la rinomata università dell’omonima città. Da un punto di vista degli studi, il periodo più fortunato fu quello del 1789, quando realizzò il suo libro più importante chiamato De viribus electricitatis in motu musculari all’interno del quale descrisse proprio i suoi esperimenti effettuati sulle rane con l’uso dell’elettricità. Questo testo si apre con la descrizione del fenomeno di contrazione di una zampa di questo anfibio, nel momento esatto in cui viene sollecitata da una lama collegata a una macchina elettrostatica, in grado di generare elettricità. Lo stesso esperimento venne effettuato usando quella generata dai fenomeni atmosferici.

Così facendo Galvani arrivò alla conclusione finale secondo la quale l’elettricità era strettamente legata alla vita e all’interno degli animali vi era una specie di “elettricità intrinseca dell’animale”, che parte dal cervello e si propaga in tutto il corpo permettendo così la contrazione dei muscoli. Questa tesi incontrò per un certo periodo la contrarietà di Alessandro Volta, il quale pensava invece che la contrazione muscolare derivasse dall’elettricità di contatto e dall’azione dei metalli. Nonostante ciò, gli studi di Galvani furono fondamentali per quest’ultimo poiché in seguito riuscì a inventare la pila voltaica, detta anche pila di Volta. A causa di quest’invenzione, il lavoro di Galvani andò nel dimenticatoio per diversi anni, finché nel 1848 grazie agli studi del fisico francese Émil Du Bois-Reymond non ci fu una riscoperta e rivalutazione dei suoi scritti e studi.

Tutto ciò fu di fatto fondamentale per lo sviluppo delle conoscenze sull’elettricità e il corpo umano. Si assisté all’affermazione della pila, degli studi sul rapporto tra il corpo e l’elettricità, del galvanismo (ovvero quella branca dell’elettrologia che studia le correnti prodotte da pile voltaiche) e anche di esperimenti sulle rane, volte a comprendere il passaggio dell’elettricità. Pertanto da questa lunga disquisizione si può concretamente capire come l’idea stessa di concepire un Pokémon rana di tipo Elettro sia plausibile, per quanto singolare siccome questi animali vivono in ambienti dove vi è molta acqua.

Conclusioni

Vi è da dire che la fisionomia di Bellibolt risulta essere nel complesso assai originale. Lo stesso design di Polited beta viene ripreso e modificato sulla base del Physalaemus Nattereri, dando vita a un nuovo Pokémon paffuto, tenero e allo stesso tempo assai agguerrito: soprattutto grazie ai suoi finiti occhi che fungono da teser oculare con cui difendersi dagli aggressori. Conseguentemente, un aspetto molto interessante di Bellibolt è la sua abilità Convertivolt, che per forza di cose avrà delle ripercussioni sul nuovo competitivo che verrà introdotto in Pokémon Scarlatto e Violetto.

Facendo un’ipotesi, giacché il suddetto mostriciattolo è molto pesante probabilmente potrebbe avere una velocità di movimento bassa. Nel caso in cui venisse usata la mossa Distortozona (che permette ai Pokémon con una bassa velocità di attaccare per primi), Bellibolt potrebbe attaccare sempre per primo infliggendo danni aumentati di tipo Elettro, nel caso in cui in precedenza fosse stato attaccato. Ovviamente si tratta solo di una semplice ipotesi, di conseguenza per comprendere la sua utilità nel competitivo bisognerà attendere l’uscita dei due giochi ambientati a Paldea. Certo è che il roaster dei mostriciattoli tascabili si è arricchito con un nuovo originale essere, che amplierà le possibilità di costruzione della squadra dei giocatori: sia nel competitivo, sia nel gioco tradizionale.

Per ingannare l’attesa dell’uscita di Pokémon Scarlatto e Violetto, vi invitiamo a recuperare i nostri approfondimenti più recenti, incentrati su Farigiraf, Wiglett, Armarouge, Ceruledge, KlawfCyclizarGrafaiai. Se le teorie sulle creature tascabili per voi non sono mai abbastanza, potete inoltre recuperare le rubriche su Fidough, Cetitan, Koraidon, Miraidon, Pawmi, Lechonk e Smoliv

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