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Cetitan, il misterioso flagello del mare

In attesa dell’uscita di Pokémon Scarlatto e Violetto, esploriamo alcune delle possibili ispirazioni di Cetitan, la balena di Paldea.

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Il Pokémon Presents del 3 agosto ha portato con sé una lunga scia di interessanti novità relative a Pokémon Scarlatto e Violetto. Oltre al nome della regione (Paldea) e a una nuova meccanica di gioco (Teracristal), sono stati presentati anche personaggi e mostriciattoli inediti (Cetitan, Wooper forma Paldea e Fidough). Il 18 novembre è sempre più vicino, e la curiosità dei fan è ormai alle stelle. In attesa del rilascio vi proponiamo ulteriori approfondimenti relativi all’origine e alle possibili ispirazioni delle creature di nona generazione: il protagonista di questa nuova tappa è Cetitan, colossale abitante delle gelide acque di Paldea.

Il possente gigante di Paldea

L’imprescindibile punto di partenza per l’analisi di Cetitan e delle sue possibili origini è il profilo presente sul sito ufficiale di Scarlatto e Violetto, accompagnato da una serie di immagini e testi.

cetitan profilo

Categoria: Pokémon Balenotterra​

Tipo: Ghiaccio​

Altezza: 4,5 m

Peso: 700,0 kg

Abilità: Grassospesso/Spalaneve

Il nome Cetitan deriva probabilmente dalla fusione delle parole cetacean (cetaceo) e titan (titano). Il termine cetaceo è di origine greca: fu coniato da Aristotele a partire dalla parola κῆτος (kētos), dal duplice significato di balena e mostro marino. Anche il vocabolo titano affonda le sue radici nella penisola ellenica: nella mitologia greca, i Titani erano sei giganti, figli di Urano (Cielo) e Gea (Terra), ed erano considerati come le forze primordiali del cosmo. Provarono a impossessarsi dell’Olimpo, ma furono sconfitti da Zeus che, con il suo intervento, riuscì a ristabilire l’ordine nell’universo.

Più ambigua invece la versione nipponica: il nome giapponese di Cetitan è infatti ハルクジラ (Harukujira), che combina le parole primavera (春, haru), e balena (クジラ, kujira,). Il termine balena definisce, genericamente, qualsiasi cetaceo di taglia gigantesca: capodogli, balenottere, megattere e balenidi. Entrambe le varianti fanno riferimento a questa famiglia di mammiferi, all’interno della quale si trovano alcuni degli esseri più imponenti che abitano il pianeta Terra. Con l’inclusione ossimorica del vocabolo primavera, la versione giapponese avvolge però questo Pokémon di tipo Ghiaccio in una coltre di mistero, che si tenterà di dissipare nei prossimi paragrafi.

Le 81 specie di cetacei diffusi in natura, pur nella loro diversità, presentano diverse caratteristiche comuni. Questi animali sono infatti generalmente privi di peli, possiedono una pinna caudale disposta orizzontalmente e sono isolati termicamente da uno spesso strato sottocutaneo di grasso. Tutti elementi che Cetitan incarna esteriormente e che pervadono la descrizione del Pokémon Balenotterra​!

“Un Cetitan ha bisogno di muscoli poderosi per sostenere il peso del suo corpo imponente, il quale gli permette di sferrare attacchi fisici potentissimi. Si aggira per le regioni più fredde protetto da uno spesso strato di grasso sottocutaneo”.

Il legame tra Cetitan e il mondo dei cetacei, in particolare delle balene (intese, in senso generale, come cetacei dalle dimensioni particolarmente imponenti) sembra consolidato. Con un peso pari a 700 kg, questa creatura entra di diritto nella top 20 dei Pokémon più pesanti di sempre. Wailord, creatura nativa della regione di Hoenn ispirata alla balenottera azzurra (il più grande animale vivente della Terra), impallidisce a confronto. Il Pokémon Megabalena, pur vantando un’altezza record di 14,50 m (Cetitan si ferma a 4,5 m), registra infatti sulla bilancia un peso di “appena” 398 kg. Essere attaccati da un esemplare selvatico di Cetitan non deve essere affatto piacevole!

Verso l’isola… che non c’è

È possibile trovare i cetacei in tutti i mari e gli oceani del mondo: alcune specie popolano addirittura i laghi e i fiumi di Nordamerica, Sudamerica e Asia. Dal momento che la regione di Paldea è basata sulla penisola iberica, è però utile esaminare queste creature a partire dal contesto territoriale in questione.

paldea

L’arcipelago spagnolo delle Canarie è considerato una delle aree marine più importanti per la salvaguardia dei cetacei. Tutte le isole organizzano tour per osservare da vicino le oltre venti specie, residenti e migratorie, che nuotano liberamente nelle loro acque. Le escursioni di whale watching sono diffuse anche nei Paesi Baschi, nelle Isole Baleari, nelle Asturie, in Galizia, e in Andalusia. Sulla punta meridionale di quest’ultima regione si trova il promontorio di Gibilterra, che si affaccia sul celebre stretto di Gibilterra, che collega il Mar Mediterraneo con l’Oceano Atlantico. Qui, con un po’ di fortuna, all’inizio dell’estate gli osservatori possono imbattersi in gruppi di orche, delfini e balene.

Anche l’arcipelago portoghese delle Azzorre occupa un posto d’onore nell’ambito dell’osservazione dei cetacei. In un unico ecosistema, gli appassionati di fauna marina possono infatti avvistarne circa 24 tipi differenti. Non c’è che dire, la penisola iberica è un vero e proprio paradiso per questi mammiferi acquatici. Non stupisce che i creativi di Game Freak abbiano deciso di attingere a questo mondo nella creazione di un nuovo mostro tascabile!

europa medioevo mappa

Tra gli habitat menzionati in precedenza, uno in particolare solleva una serie di interessanti riflessioni. Si tratta di Gibilterra, località reale che, in epoca antica, era considerata la casa delle mitiche Colonne d’Ercole, che delimitavano un confine invalicabile dagli uomini. Nel linguaggio comune odierno, l’aggettivo titanico designa, in senso figurato, un’opera o azione possente, in grado di trascendere i limiti degli esseri umani. Cetitan, che ingloba nel suo nome l’energia dirompente dei Titani, potrebbe rimandare ai navigatori europei che nel XV secolo varcarono coraggiosamente questa barriera invisibile. L’arrivo nelle Americhe ha inaugurato un nuovo capitolo nella Storia del genere umano: da allora, il mondo è cambiato per sempre.

Oltre alla leggenda delle Colonne d’Ercole, la tradizione classica e medievale europea offre altre interessanti chiavi di lettura dell’universo delle balene. L’esistenza di quasi tutti gli animali conosciuti era infatti spesso interpretata in chiave simbolica e religiosa, e questi cetacei non erano esclusi da questo tipo di rappresentazione. In molti testi la balena era l’incarnazione del diavolo, che trascina all’inferno chi ha una fede debole o si lascia sedurre dai piaceri della vita mondana.

balena medioevo

Si diceva che le balene, rimanendo a lungo a galla, finissero per essere ricoperte di sabbia. I marinai, avvicinandosi, le avrebbero scambiate per delle accoglienti isole. Felici di aver finalmente raggiunto la tanto desiderata terraferma, avrebbero iniziato ad accendere il fuoco per cucinare le loro provviste. La balena, infastidita dal calore, si sarebbe infine immersa in acqua per raffreddarsi, trascinando così l’intero equipaggio verso la morte. Cetitan è ufficialmente classificato come Pokémon Balenotterra (dall’unione di balenottera e terra): un simpatico gioco di parole che potrebbe però riferirsi al suo carisma di incantatore. Chissà quanti ignari abitanti di Paldea, scorgendo in lontananza le sue macchie rosa, si saranno illusi aver trovato un’oasi in mezzo al gelo…

Moby Dick, l’iconica balena bianca

Nella ricerca delle possibili ispirazioni di Cetitan è impossibile non soffermarsi anche su un capolavoro della letteratura americana incentrato proprio su una maestosa balena bianca. L’opera in questione è Moby Dick (1851), romanzo in cui Herman Melville racconta il tormentato viaggio di Achab, capitano della baleniera Pequod. L’ossessione di Achab nei confronti di Moby Dick, una balena bianca che, in gioventù, gli aveva divorato una gamba, conduce tutto l’equipaggio verso un tragico destino. Una potente allegoria dell’impossibilità, da parte dell’uomo, di sconfiggere il male e il disordine che pervadono il mondo.

caccia balene

La vicenda di Moby Dick, entrata nell’immaginario collettivo per la sua forza letteraria e iconografica, deve molto al contesto storico in cui Melville visse. Lo scrittore concepì infatti la sua opera prendendo spunto da una serie di avvenimenti reali che scossero l’opinione pubblica statunitense. Nel 1820 fece infatti scalpore la notizia dell’incidente di una baleniera che, dopo aver urtato un enorme capodoglio, affondò a circa 3200 km dalla costa occidentale del Sudamerica.

capodoglio moby dick cetitan

Attorno al 1830 fu invece ucciso Mocha Dick, un possente capodoglio albino che viveva nelle acque dell’isola di Mocha, situata al largo del Cile meridionale. Mocha Dick era l’incubo di tutti i navigatori che incrociavano il suo cammino: secondo alcuni racconti, sopravvisse ad almeno 100 scontri con le baleniere. Secondo i resoconti dei marinai sopravvissuti, attaccava con una ferocia che sembrava premeditata. Insomma, a volte le migliori idee nascono da storie reali che non hanno nulla da invidiare ai racconti di pura finzione!

Il Giappone e le balene, un legame indissolubile

Moby Dick è certamente uno dei capolavori della letteratura americana, ma la sua influenza è ormai diffusa a livello globale. In Giappone, ad esempio, si trovano delle montagne russe molto particolari, ricollegabili all’acerrimo nemico del capitano Achab. Si tratta di Hakugei, le montagne russe ibride (ovvero costituite da un binario in acciaio e da una struttura di supporto in legno) più alte e veloci di tutta l’Asia. Il loro nome può essere tradotto sia come balena bianca che come Moby Dick. Hakugei è però solo una piccola parte dello strettissimo rapporto tra il Sol Levante e questi imponenti mammiferi marini. Un legame solido, che ha probabilmente accompagnato i creativi di Game Freak durante l’ideazione di Cetitan.

hakugei

In passato, i giapponesi non avevano molte occasioni di imbattersi nelle balene. I pescatori nipponici iniziarono infatti ad avventurarsi in mare aperto solo dopo il 1604, anno in cui il navigatore inglese William Adams condivise i segreti delle imbarcazioni oceaniche europee. Prima del XVII secolo ci si limitava a pescare al largo delle coste, a bordo di piccole imbarcazioni. A volte però delle balene si spiaggiavano sulla riva insieme a una grande quantità di pesci. Eventi assai rari, che consentivano occasionalmente di raccogliere grandi quantità di carne e risorse, in grado di sfamare un intero villaggio.

Tra la popolazione si diffuse progressivamente la convinzione che l’arrivo di questi cetacei fosse un dono degli dèi. Di conseguenza, nacquero delle vere e proprie religioni incentrate sul culto delle balene, chiamate Yorikami Shinkyo (Religione dei Kami in visita) o Hyochakushin (Dio alla deriva). Con il passare del tempo, queste religioni cominciarono a dialogare e a fondersi, fino a creare un unico dio delle balene, Ebisu. Considerato il dio dell’abbondanza marina, in passato è stato raffigurato sia in forma umana (come pescatore) che in forma di balena (i kami in visita erano solitamente albini).

ebisu

Per celebrare e invocare la clemenza di Ebisu, nelle zone costiere del Giappone sono stati costruiti dei santuari delle balene. Solitamente sono associati a un Kujira Tsuga (tumulo delle balene), dove venivano sepolti i resti delle balene. Ancora oggi il 10 gennaio di ogni anno i giapponesi si radunano nei santuari dedicati a Ebisu, per invocare fortuna e ricchezza. Alla luce di queste considerazioni, il nome harukujira (balena primavera), potrebbe essere una metafora della potenza della divinità del mare. Un essere in grado di far sbocciare i fiori anche tra i ghiacci e dare nuova linfa vitale alla comunità con i suoi generosi doni.

L’importanza di questi grandi cetacei non si limita all’ambito religioso. Nel Sol Levante sono infatti diffuse numerose leggende relative a balene bianche. Assai celebre è Bakekujira, uno yokai (termine che designa varie creature soprannaturali del folklore nipponico) che assumeva la forma di un’enorme balena bianca scheletrica. Secondo numerosi racconti, Bakekujira appariva sulle coste del Giappone e, altrettanto misteriosamente, si dileguava davanti agli occhi degli increduli pescatori.

bakekujira cetitan

Nei primi anni 2000, si è invece diffusa la leggenda del Ningen (ニンゲン), un essere acquatico descritto come una balena con tratti umanoidi (braccia o gambe particolarmente lunghe). I massicci arti inferiori di Cetitan (nonché il tipo Ghiaccio) potrebbero essere un tributo proprio a questa singolare balena bianca!

Ningen cetitan

Il racconto ha iniziato a circolare nel 2002, tramite un post condiviso sul forum nipponico 2Channel. L’autore sosteneva che questa strana creatura era stata avvistata da un gruppo di ricercatori al largo della costa antartica e che il Ningen si aggirasse nelle profondità dell’oceano subantartico. Il bizzarro aspetto del Ningen fece subito breccia nel cuore degli utenti nipponici, che lo trasformarono immediatamente in un popolarissimo meme. Nonostante i più continuino a considerarlo una semplice creatura di fantasia, alcuni sono convinti che si aggiri davvero tra le gelide acque dell’Oceano Antartico. Il Bigfoot, il mostro di Loch Ness e lo Yeti sono in ottima compagnia!

Il narvalo, l’unicorno del mare

Le speculazioni dei paragrafi precedenti hanno portato alla luce parecchie informazioni relative al mondo delle balene. Osservando bene Cetitan, è però facile intuire che c’è ancora una questione in sospeso: la presenza di cinque grandi corni sul corpo del cetaceo di Paldea.

cetitan corni

“Un Cetitan ha cinque possenti corni, tra cui uno sulla mascella superiore che è in grado di concentrare l’energia Ghiaccio, abbassando a tal punto la temperatura circostante da congelare ciò che ha intorno”. ​​​​

Questa scelta di design si apre alle più vaste interpretazioni. L’aspetto di Cetitan potrebbe ispirarsi anche al narvalo, una balena con una caratteristica peculiare: la presenza di una zanna simile a una vite sull’estremità del muso. A differenza di molte altre specie di cetacei migratori, il narvalo non abbandona mai le acque artiche di Norvegia, Canada, Groenlandia e Russia. Proprio come Cetitan, anche questa specie si trova perfettamente a proprio agio al freddo.

narvalo

Il narvalo presenta inoltre un insolito legame con la Storia del Vecchio Continente. In passato molti sovrani europei erano infatti convinti di poter respingere i veleni acquistando costosissimi oggetti magici di vario tipo. Il più desiderato tra questi amuleti era il corno di unicorno; si diceva che Filippo II di Spagna (1527 – 1598) ne possedesse ben 12! Ovviamente, nessuno di questi prodotti era ricavato da unicorni autentici: il talismano veniva prelevato dai narvali che popolavano i mari artici. Dal momento che l’unicorno era considerato un simbolo di Cristo, nessuno osava però metterne in dubbio la presunta efficacia.   

Anche l’origine del nome solleva interessanti riflessioni. La parola narvalo deriva dal norvegese narhval (traducibile come “balena cadavere”: proprio come Corsola di Galar, Cetitan potrebbe rimandare indirettamente al dramma del surriscaldamento globale. Un fenomeno drammatico che, oltre ad accelerare in maniera drammatica lo scioglimento dei ghiacciai, costringe sempre più creature a impiegare molte più energie per sopravvivere.

I cinque corni di Cetitan potrebbero però rimandare alle punte degli arpioni, strumenti con cui vengono tradizionalmente cacciate le balene. Si diceva che il terribile Mocha Dick, fonte di ispirazione per la creazione di Moby Dick, avesse sul dorso oltre venti arpioni. Gli erano stati conficcati dai balenieri che avevano cercato, inutilmente, di ucciderlo: per il possente cetaceo erano come medaglie da mostrare con orgoglio a chi invadeva il suo territorio.

I corni potrebbero anche essere dei tributi alla pratica arcaica della caccia alla balena passiva, largamente praticata in Giappone prima del XVII secolo. Essa prevedeva l’utilizzo di arpioni per uccidere la balena intrappolata nelle acque basse. Un gesto tramite il quale la popolazione ringraziava il potente Ebisu per i suoi generosi doni per la comunità.

Conclusioni

Le considerazioni qui proposte sono solamente frutto di speculazioni che combinano passato, presente, cultura occidentale e tradizione orientale. Al momento non abbiamo modo di sapere quante e quali di queste teorie abbiano influito nella creazione di Cetitan. Le possibilità di avere delle conferme ufficiali in merito sono decisamente basse. Speriamo però che questo approfondimento abbia accresciuto la vostra curiosità nei confronti del possente Cetitan!

In attesa di Pokémon Scarlatto e Violetto, vi rimandiamo agli approfondimenti dedicati a Fidough, Koraidon, Miraidon, Pawmi, Lechonk e Smoliv.

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