[RECENSIONE] Wurroom: viaggio in una realtà onirica

È difficile dire a cosa stessero pensando gli ideatori quando hanno realizzato Wurroom, ma è certo che Michael Rfdshir (Rfdshir Games) e Serge Bulat hanno voluto ricreare un mondo astratto in cui viene messa alla prova l’immaginazione del giocatore.

Rilasciato già nel 2019 per PC, questa breve avventura grafica indie, è arrivato su Nintendo Switch, grazie a Sometimes You, l’1 aprile 2020 al prezzo di 0,99€.

Un viaggio nella realtà di Oniro

Una volta avviato il gioco si viene catapultati all’interno di una stanza grigia, tutta chiusa, con all’interno solo una testa e una pala gialla.
Solo dopo che il giocatore, rappresentato da una mano blu, posiziona una pala all’interno di questa misteriosa testa si creerà il proprio lasciapassare per questo mondo onirico.

Ma perché mai utilizzare l’aggettivo onirico?
Onirico è un aggettivo che deriva dal greco “òneiros” che sigifica “sogno“, infatti nella mitologia greca il dio del sonno è chiamato Oniro.
L’aggettivo indica una serie di attività, visioni e desideri che si manifestano mentre dormiamo, sotto forma di sogno.
È proprio questo ciò che vuole mostrare Wurroom.

Per tutta la durata del gioco ci si affaccerà in diversi scenari attraverso i quali si potrà progredire solo dopo aver risolto dei piccoli puzzle “punta e clicca”.
Durante la risoluzione di questi “rompicapi” gli oggetti presenti nello scenario acquisiranno una forma ambigua a ogni tocco, come se il giocatore fosse la forza primordiale in grado di modificare questo luogo.

Non fermarsi alle apparenze…

Sebbene il gioco duri 15 minuti, non abbia longevità e l’esperienza di gioco sia molto ridotta, Wurroom presenta alcuni dettagli che lo rendono un titolo per cui vale la pena giocarci almeno una volta.
Alcune delle mancanze presenti (per esempio come quelle citate appena sopra) possono essere giustificate dalla grande creatività dello sviluppatore, che ha realizzato a mano ciascun elemento del gioco con della plastilina per poi montare tutte le scene fotogramma per fotogramma.

Per quanto riguarda la trama, all’interno di Wurroom non c’è, ma a seconda del proprio punto di vista questo potrebbe essere una caratteristica positiva o negativa.

Da un lato si può definire positiva perché con l’assenza di una trama principale, il giocatore può dare libero sfogo alla propria immaginazione e si può concentrare sui diversi significati nascosti delle scene, in quanto a volte il gioco sembra voler essere la metafora di qualcosa.
Infatti il gioco consiste in un’esperienza interattiva, nella quale il protagonista è proprio colui che sta giocando.

Dall’altro lato quest’assenza può rendere il gioco noioso e soprattutto limita l’utenza che potrebbe interessarsi al titolo, ritenendolo strano e privo di senso logico.

Bisogna anche fare un apprezzamento alle musiche suggestive presenti, provenienti dall’EP “Kalah Folklore” del musicista moldavo Serge Bulat.

Infine, in merito all’esperienza di gioco con la console, è possibile giocare a Wurroom esclusivamente in modalità portatile e touch, ma poiché Nintendo Switch non possiede un pennino, giocare al titolo usando solo le dita potrebbe risultare scomodo.
Inoltre si può affermare che la console non peggiora la grafica, anzi rende i colori molto luminosi e definiti.

Conclusioni

Tirando le somme, Wurroom è un gioco che almeno una volta bisognerebbe provare, visto anche il prezzo non troppo alto. Una breve avventura per distrarsi un poco dal mondo reale e immergersi in questa misteriosa realtà.
Come viene indicato anche alla fine del gioco, dalla scritta “Grazie Viaggiatore“, si tratta di un viaggio verso qualcosa di ignoto e in un luogo sconosciuto, potrebbe trattarsi anche di dover aiutare quella famosa testa a mettere un po’ in ordine ciò che contiene all’interno.

Sicuramente avere una trama, anche poco elaborata, una voce narrante e un po’ più di controllo nelle mani del giocatore, avendo la possibilità di utilizzare anche i tasti della console, avrebbe reso Wurroom molto più godibile.