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Storie di Natale, Le avventure di Lidia e Savio: Parte 1

Preparate una bevanda calda, dei biscotti e una coperta: le storie di Natale di Pokémon Millennium saranno il vostro intrattenimento festivo!

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In questa rubrica vi presenteremo due originali storie di Natale a tema Pokémon realizzate dai nostri redattori Federico Dal Barco e Silvio Roberti. Nel tentativo di rappresentare, rispettivamente, le regioni di Hoenn e Kanto in chiave invernale e natalizia, i redattori hanno realizzato quello che si potrebbe considerare uno Spin-off delle avventure di Lidia e Savio, personaggi già protagonisti della storia di Halloween pubblicata sul nostro sito.

Segue la prima delle due storie, ambientata nella regione di Hoenn e, più precisamente, nella ghiacciata Porto Alghepoli. Se vi piacerà, vi consigliamo di visitare nuovamente le pagine del nostro sito quando, domani 23 dicembre 2023, verrà pubblicata la seconda storia natalizia di Pokémon Millennium. Non ci resta che augurarvi buone feste, buon Natale e… buona lettura!

Capitolo 1 – L’inverno a Hoenn

L’effetto del mare completamente ghiacciato rapiva il cuore di Lidia ogni anno. Con l’arrivo del rigido inverno di Hoenn, le acque che normalmente separavano Porto Alghepoli da Porto Selcepoli diventavano un magico ponte innevato, capace di bloccare le navi, il lavoro e, in qualche modo, il normale scorrere del tempo. L’intera città si congelava, le vite andavano a rilento, la gente preferiva passare il tempo in casa bevendo del caldo Latte Mumu e le strade si svuotavano. I numerosi marinai, invece di affluire alla taverna della città, come spesso si raccontava maliziosamente dei rivali d’oltremare, avevano di meglio da fare: preparare il necessario per la grande festa di Natale.

Ogni anno, Porto Alghepoli era teatro di una delle più magiche settimane dell’intera regione. Il settimo giorno prima dell’arrivo del Natale, il litorale a est della città era sufficientemente congelato per sostenere il peso di decine di bancarelle. Per una settimana intera, i mercatini di Natale erano affollati da turisti provenienti dal mondo intero, ma la vera attrattiva era la festa della notte di Natale. Da sempre, la vicinanza del Monte Pira era vista come un pericolo dai forestieri, spaventati dai racconti dell’orrore riguardo ai Pokémon di tipo Spettro lì rifugiati, ma, allo stesso tempo, come risorsa da parte degli abitanti del luogo. Proprio per questo, attirati dalla possibilità di ottenere maggiori profitti commerciali, da trent’anni il direttore del museo e la direttrice del centro commerciale fornivano mezzi e manodopera per la realizzazione della “Vigilia di Natale Spettrale“, come recitavano i volantini sparsi ovunque per la regione. Così, quelli che un tempo erano Pokémon creduti falsamente pericolosi, ogni anno dimostravano il loro lato tenero e giocoso scendendo in città e partecipando alle attività della grande festa.

Il sogno a occhi aperti di Lidia, il cui fiato aveva ormai appannato quasi completamente il vetro della finestra che dava sul mare, venne interrotto dalla voce di sua madre: “Non dimenticarti di portare fuori la spazzatura, di dare da bere alle piante e di aiutare Machop con la legna… ma insomma Lidia, mi stai ascoltando?!” strillò Rita indispettita dall’uscio della camera.

“Sì, mamma” rispose Lidia, riportata alla realtà dalle invettive di sua madre “spazzatura, piante, legna e… dimenticavi che non devo allontanarmi dal paese”.

“Corretto, ultimamente ti aggiri troppo spesso nei pressi del Monte Pira. Fidati, io so che il mondo è pieno di pericoli, perciò è più sicuro che tu resti fra le quattro mura di questa casa. Qui è pieno di cose da fare e, una volta terminati i tuoi incarichi, potrai continuare a studiare fino a che io e tuo padre non saremo tornati” urlò Rita mentre cercava degli scarponi da neve nella stanza accanto.

“Ti ho mai raccontato di quella volta che un Froslass ci intrappolò dentro una caverna alle pendici del Monte Corona?” esordì suo padre Magnus “per poco non siamo rimasti bloccati per sempre dentro quella trappola, stavamo per finire congelati vivi quando ho capito che utilizzando il motore di Revavroom avrei potuto riscaldare l’ambiente per permetterci di…”

Lidia aveva ascoltato milioni di volte quella storia, ma suo padre sembrava non ricordarsene e gioiva ogni volta che gli era permesso di raccontare le sue peripezie. Mentre Magnus continuava il suo racconto, con Rita che aggiungeva particolari emozionanti, Lidia non faceva altro che pensare al Monte Pira. Le vette della formazione rocciosa le infondevano serenità e, forse dimostrando che il sangue da esploratrice l’aveva ereditato dai suoi genitori, raggiungerle era ormai un gioco da ragazzi. Nonostante Rita e Magnus le imponessero continuamente di stare a casa e di concentrarsi sullo studio, la loro frequente e prolungata assenza per spedizioni varie li teneva fuori casa quanto bastava per dare libertà pressoché totale alla giovane ragazza.

Il Monte Pira era diventato il suo rifugio solitario. Certo, i Pokémon Spettro che lo abitavano talvolta le facevano qualche scherzo di troppo, ma in fondo le volevano bene e avevano imparato ad accettarla come una di loro, diversamente da quanto i compagni di classe facevano. “Le persone sono invidiose dei miei voti o della carriera emozionante dei miei genitori”, ripeteva a se stessa Lidia “mentre i Pokémon sanno apprezzarmi per quello che sono”. Mentre tutti questi pensieri affollavano la mente della giovane ragazza, i suoi genitori erano già usciti di casa. Solamente la chiusura della porta d’ingresso riuscì a far uscire Lidia dalla sua stessa testa. “Sarà meglio che mi metta al lavoro” si disse sconsolata.

Storie di Natale Lidia

Capitolo 2 – Il Monte Pira

Lidia non era una ragazza irresponsabile. Aveva degli obiettivi chiari e avrebbe fatto di tutto per poterli raggiungere. Studiare all’Accademia Uva di Paldea sarebbe stato un coronamento perfetto per le sue fatiche scolastiche, oltre che un modo efficace per fuggire dall’apatia dei suoi genitori. Conscia delle sue responsabilità, portava sempre a termine le mansioni che i genitori le imponevano: gestiva la casa completamente da sola e, nel frattempo, era in grado di primeggiare nella sua classe. L’unico momento d’evasione che si permetteva erano le sue gite al Monte Pira, dove i vari Shuppet, Duskull e Chimecho sostituivano alla perfezione gli amici che avrebbe voluto avere.

Dopo aver superato la Zona Safari, la ragazza poté constatare che anche quella mattina non avrebbe dovuto chiedere un passaggio navale a nessun pescatore: l’acqua attorno al monte era completamente ghiacciata e la strada percorribile a piedi. Aveva individuato ormai da settimane un’entrata secondaria, una via che le permetteva di raggiungere in poco meno di un’ora la vetta del monte senza essere disturbata da altri visitatori. Quella mattina, però, le cose non filarono lisce come al solito. Quasi raggiunta la breve parete da scalare per entrare nel passaggio nascosto, Lidia sentì un forte rumore provenire da sopra la sua testa.

Tutto accadde in pochi secondi: dalla montagna caddero alcune rocce e, fra di esse, una figura nera irriconoscibile. Il peso dei detriti cadenti creò un buco nel ghiaccio, molto vicino a dove Lidia osservava spaventata. Al centro della voragine galleggiava la figura di un Pokémon, probabilmente svenuto a causa della caduta. Questo bastò a ridestare la giovane dallo spavento: si fece coraggio e senza ripensamenti si gettò nell’acqua per tentare di soccorrere il Pokémon sconosciuto. Lo spirito d’avventuriera che le scorreva nelle vene scaldava il suo spirito, ma sicuramente non abbastanza per resistere troppo a lungo alla temperatura gelida dell’acqua. Prima di svenire, riuscì ad afferrare il Pokémon con un braccio, scoprendo un manto soffice e bagnato al tatto…

Lidia si ridestò terrorizzata. Per prima cosa, vide delle ombre danzanti generate dalla luce riflessa del fuoco fatuo al centro della grotta, poi vide Dusclops. Il Pokémon era seduto vicino al fuoco e, appena la giovane si alzò dal cumulo di foglie che le faceva da giaciglio, si affrettò impaurito verso un angolo buio del rifugio. Riacquisendo consapevolezza di sé, Lidia si calmò e si sedette di nuovo, questa volta vicino al fuoco. Solo mostrando il proprio sorriso avrebbe potuto rassicurare il Pokémon spaventato. Dusclops si fece vicino, portando fra le mani qualcosa. Solo alla luce delle fiamme Lidia poté vedere il particolare colore del Dusclops e, soprattutto, che il Pokémon che aveva tentato di salvare era un piccolo Duskull.

Non appena vide la ragazza, Duskull si precipitò su di lei, gioendo del fatto che si fosse svegliata. Il riconoscimento del piccolo non era di certo paragonabile a quello del presunto genitore, che rimaneva guardingo dall’altra parte del fuoco. Lidia era abituata a trattare con i Pokémon di tipo Spettro. Solitamente, dopo una prima apparenza minacciosa, tutte le creature spettrali si dimostravano amichevoli, proprio come Duskull stava facendo ora. Dusclops, tuttavia, non sembrava voler avere a che fare con la giovane eroina.

Lidia non aveva mai visto quel Pokémon nei mesi che aveva trascorso al Monte Pira e questo le fece supporre che raramente uscisse dalla caverna in cui rifugiava il proprio piccolo. Decise che per il momento sarebbe stato meglio congedarsi per non destare troppe preoccupazioni nel genitore Dusclops. Lidia si alzò, si sfilò una collana di perle di Clamperl che la nonna le aveva regalato anni prima e la posò a terra in segno di gratitudine per il salvataggio. Sempre evitando di avvicinarsi troppo a Dusclops, si fece strada nei cunicoli bui della grotta, arrivando sana e salva a casa prima del calar della notte.

Nei giorni che seguirono l’incidente, Lidia tornò spesso in quella grotta. Riconoscendosi nella solitudine di Dusclops, pian piano era riuscita a guadagnare la fiducia del Pokémon. Spesso passava giornate intere in compagnia del piccolo Duskull, giocando fra le tombe del Monte Pira. Un giorno, si accorse di quanto condividesse inconsapevolmente anche con la giovane creatura spettrale: un gruppo di Shuppet lo prendeva spesso di mira, attaccandolo e facendogli dispetti senza apparente ragione. Probabilmente, arrivò a capire la ragazza, il giorno dell’incidente erano stati proprio quei teppisti a spingere Duskull dalla scogliera del monte. Niente di più semplice per Lidia, qualche Morso del suo Mightyena avrebbe allontanato i teppistelli una volta per tutte.

Trascorrendo l’intera settimana prima di Natale insieme alla famiglia spettrale, la ragazza instaurò un legame profondo con i due. Da una parte, lei e Duskull erano fedeli compagni di gioco; dall’altra, Dusclops imparava a fidarsi sempre più di Lidia e del mondo esterno. Duskull era al sicuro se Lidia lo accompagnava e il rapporto si spinse a tal punto che la giovane decise di tentare il tutto per tutto: avrebbe invitato Dusclops e Duskull alla Vigilia di Natale Spettrale di Porto Alghepoli, mostrando loro che il mondo esterno era pieno di meraviglia.

Capitolo 3 – La Vigilia di Natale Spettrale

Per tutta la città erano sparsi i seguenti volantini:

Storie di Natale Lidia
Vigilia di Natale spettrale
Vigilia di Natale spettrale

Lidia aveva conservato tutto il denaro necessario. Duskull e Dusclops, con al collo la collana di perle, erano arrivati e, sebbene tutt’altro che avvezzi alla compagnia di tanti umani, si fidavano della ragazza quasi cecamente. La città era meravigliosamente addobbata. Per le strade si sentiva il profumo della bevanda speciale preparata per le festività natalizie: lo sciroppo caldo di Seedot. Una banda di Laudred col cappotto, accompagnati da musicisti umani, cantava le note rockeggianti di Chingling Bells Rock per riscaldare l’atmosfera, mentre dei Ludicolo con il cappello zeppo di luci natalizie e dei Delibird ballavano nel palco di fronte al Centro Pokémon. Il colpo d’occhio che rubava l’attenzione dei più era dato dalle palizzate che sostenevano le bancarelle sopra il litorale ghiacciato.

Nei pressi della casa dell’Eliminamosse era stato allestito un belvedere che dava sui “mercatini ghiacciati” (come li chiamavano in tutto il mondo) e ospitava l’imponente albero di Natale di porto Alghepoli. Da lì, Duskull, Dusclops e Lidia non potevano fare a meno di rimanere a bocca aperta ammirando lo spettacolo di luci natalizie in mezzo al mare notturno e, allo stesso tempo, chiedendosi per quale magia il peso di tutta quella folla potesse essere sostenuto da una lastra di ghiaccio. Era esilarante guardare chi si cimentava nel pattinaggio su ghiaccio sulla pista piazzata al centro dei mercatini (costo d’ingresso, naturalmente, 500 Pokédollari).

Duskull e Lidia avevano provato il nascondino spettrale, rimanendo però sconfitti da una coppia Allenatrice-Sableye; Dusclops aveva assaggiato il gelato gusto Baccarancia, avevano guardato lo spettacolo di luci del rinomato gruppo di coreografi “Volbeat+Illumise Co.” e si erano concessi un momento di riposo fra le bancarelle ghiacciate per gustare della cioccolata calda. Mancava solo una cosa: la gara dell’Albero di Natale Vivente.

“Coraggio Dusclops! Sono certa che la tua pazienza ti renderà un albero perfetto” disse Lidia al Pokémon prima di trascinarlo con la forza dentro casa sua. Sorpreso dalla quantità di addobbi pronti per essere disposti in modo creativo, Duskull si precipitò dentro gli scatoloni preparati per l’occasione, scegliendo le coreografie migliori. La figura di Dusclops assomigliava vagamente a quella di un pino, il suo corpo di colore rosso chiaro era perfetto per richiamare le tinte natalizie, e le ghirlande verdi e bianche legate ai suoi drappi completavano il quadro alla perfezione…

Erano ormai passate tre ore dall’inizio della gara e i partecipanti-alberi rimasti erano solamente due: Dusclops e un Trevenant. Dusclops sembrava impassibile, come se la gara fosse cominciata da cinque minuti; Trevenant non dava segni di vita, mentre i pochi spettatori rimasti svegli sorseggiavano lo sciroppo di Seedot corretto che era gentilmente offerto a chi decideva di assistere alla competizione. L’impassibilità di Trevenant sembrava quasi troppo perfetta, tanto sospetta che, dopo attenta osservazione, Lidia si accorse di un dettaglio: nonostante la quantità di luci natalizie che ricoprivano i suoi rami, il Pokémon si era addormentato! Svegliando gran parte dei presenti con delle urla di accusa, la giovane riuscì ad attirare l’attenzione degli assopiti giudici di gara. Dopo qualche momento di silenziosa consultazione fra di loro, una giudice si alzò e, forse lieta di poter terminare quel supplizio annuale, disse “La gara può dirsi conclusa: Trevenant viene squalificato, complimenti a Dusclops e Lidia, i nuovi Fantasmi dell’anno di Porto Alghepoli!”.

La ricompensa segreta per l’elezione dei Fantasmi dell’anno non aveva particolare valore economico. Il vero premio era vedere Dusclops contento fra gli abitanti della città. Una coppia di Walrein aveva realizzato un’opera d’arte in tutta fretta per l’occasione: vicino all’albero di Natale del belvedere era stata eretta una statua di ghiaccio rappresentante Dusclops con i suoi addobbi, mentre la foto che ritraeva Duskull, Dusclops e Lidia vicino all’albero della città sarebbe stata affissa al museo per sempre. Il premio più grande, però, era aver mostrato a Dusclops che il mondo esterno riservava emozioni e soddisfazioni sempre nuove; alla ragazza importava solo questo.

Dopo aver passato le ultime ore della notte a ripulire casa insieme ai suoi compagni, la coppia di Pokémon Spettro si congedò e sparì poco prima che i genitori di Lidia tornassero a casa. La coppia era troppo estasiata e intenta a raccontare le loro gesta per accorgersi che ormai erano le 4 di notte, che la loro unica figlia era, per qualche motivo, ancora sveglia e, soprattutto, che era Natale.

Capitolo 4 – Il regalo più dolce

L’arrivo dei genitori aveva riportato alla realtà Lidia. La settimana passata in compagnia dei nuovi amici era stata come un sogno, piena di avventure, giochi, competizioni natalizie, cibi e bevande uniche. La felicità della ragazza venne smorzata di colpo, ricordando l’avversione di Rita e Magnus per feste futili come il Natale. “È solo una scusa per far spendere soldi alle persone. La direttrice del centro commerciale non fa altro che pensare ai soldi, tu dovresti pensare a studiare, invece che a partecipare a quelle stupide competizioni”, diceva sempre la madre, mentre il padre non si immischiava in quelle conversazioni, troppo intento a immaginare le sue prossime avventure.

“Coraggio ragazza, sveglia! È Natale!” urlò il padre il mattino seguente, “abbiamo portato un regalo per te dalla nostra ultima esplorazione e non vediamo l’ora che tu lo apra!”.

Insospettita dalla novità – i suoi avevano smesso di farle dei regali di Natale da quando aveva raggiunto i 12 anni – Lidia si alzò curiosa dal letto. Nel soggiorno della grande casa non c’era un singolo oggetto a tema natalizio, nemmeno un piccolo albero o ghirlanda. C’era però un piccolo pacco nero, posato al centro del tappeto che Magnus aveva comprato dai commercianti del deserto vicino a Ciclamipoli. Lidia si avvicinò, osservando nel frattempo i suoi genitori che, stranamente, sembravano incuriositi dal regalo quanto lei. Non appena la ragazza prese in mano il pacco questo si aprì, rivelando che Duskull si nascondeva al suo interno pronto a sorprendere l’amica.

“Esatto! Ti abbiamo regalato un Pokémon proveniente dal Monte Pira, così non dovrai più aggirarti in quella zona per fare chissà che cosa. Dicono che i Duskull sono molto silenziosi, perciò di sicuro non ti disturberà mentre studi o mentre… Lidia, ma dove stai andando?!” disse sorpresa Rita, mentre la figlia stava già uscendo di casa in tutta fretta.

La giovane Allenatrice raggiunse la grotta in un lampo. Duskull non l’aveva seguita, intuendo già cosa stesse pensando la ragazza. Come sospettato, la grotta era vuota, ma il fuoco fatuo al centro illuminava ancora debolmente le pareti. Appoggiati sul letto di foglie improvvisato, che un tempo aveva accolto Lidia, c’erano la collana di perle e un Terrorpanno. Lidia raccolse gli oggetti e lasciò rigare il suo viso da una lacrima di gioia.

Dusclops le aveva affidato sua figlia. Aveva capito che la vita non doveva essere sprecata dentro una grotta e al sicuro dai pericoli. Affrontare le proprie paure gli aveva permesso di scoprire la bellezza del rapporto fra Pokémon e umani e le meraviglie che il mondo poteva offrire. Il solitario Pokémon, rinchiuso nella montagna, era diventato una creatura socievole, desiderosa di scoprire il mondo e di recuperare il tempo perduto. In quel momento, Lidia capì forse qualcosa riguardo ai suoi genitori.

Duskull non le era stato regalato da loro, questo era ovvio; ma la ragazza non vedeva il motivo di dire ai genitori che sapeva tutta la verità riguardo alla loro goffa dimostrazione d’amore. Il Natale aveva portato una nuova consapevolezza nel cuore di Lidia: viaggiare è bello soprattutto quando si ha una casa in cui poter tornare. Ogni anno, durante la settimana delle festività di Porto Alghepoli, quella grotta sarebbe stata la sua seconda casa.

Storie di Natale, Lidia

Si conclude così la prima delle storie di Natale 2023 di Pokémon Millennium. Nella speranza che abbiate apprezzato il racconto, vi invitiamo a tornare presto sulle nostre pagine, perché la seconda storia, quella che narrerà le vicende di Savio in vacanza a Kanto, arriverà domani 23 dicembre 2023. Non mancate!

Per le copertine e le illustrazioni delle storie si ringraziano Rebecca Visentin, Emanuele Masnata e Neal.

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duskull Hoenn Natale

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