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Vesper: Zero Light Edition, Recensione: un androide in fuga dal fascino sublime

Il team italiano Cordens Interactive debutta nel mondo dei videogiochi e in particolare su Nintendo Switch con Vesper: Zero Light Edition.

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   · 5 min lettura Recensioni
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L’estro creativo può nascere dalle nostre esperienze e dai contenuti culturali che assaporiamo, ma deve essere incanalato in una forte vena di passione e impegno per lasciare lo stato di potenza. Quando questi fattori vengono associati a un gruppo italiano, ecco arrivare Vesper: Zero Light Edition.

Il debutto della nostrana Cordens Interactive nell’industria dei videogiochi è all’insegna di un confronto con grandi produzioni del passato e sorprese dal panorama indipendente odierno. Con l’affetto per saghe come Oddworld e inserendosi nello stesso campo di nomi chiacchierati come Limbo, l’opera prima del team pavese affronta orgogliosamente qualsiasi parallelo, forte delle sue peculiarità. La Zero Light Edition in esclusiva console Nintendo Switch definisce il punto fermo degli autori sul loro lavoro con un artbook digitale e dei miglioramenti tecnici per un risultato che al netto di qualche inciampo concentra meccaniche ludiche di varia natura e scorci affascinanti.

Ma gli androidi sognano altri androidi?

I contorni del quadro narrativo si definiscono nel corso del gioco stesso, apparendo volutamente frammentati al principio. Con un inizio in medias res drammatico e insieme molto compassato, assistiamo inermi all’attuazione del Protocollo Vesper. Di più, per ora, non è dato sapere, dal momento che una dissolvenza ci mette nei panni di Seven, sopravvissuto al crollo della civiltà androide di cui faceva parte. Ripresi i sensi sul pianeta Arysh, il protagonista monoculare azzarda dei timidi passi, decidendo di andare a caccia della verità, se mai ne esistita una.

Disarmati per almeno un’ora, il minuto personaggio deve sopravvivere come può a tanti incontri con dei robot ostili, nascondendosi, fuggendo. Approfondire la trama e di rimando le tematiche trattate da Cordens Interactive richiederà una certa propensione alla lettura e delle capacità visive: se è vero che non è dato avere un suo quadro completo, attraverso ora il ritrovamento di documenti sparsi per gli scenari, ora con un’analisi degli ambienti stessi è possibile apprendere la storia di Seven un particolare alla volta. Anzi, una campagna dopo un’altra, poiché al termine di circa sei ore giocate si è spinti a cliccare su “Nuova partita” per rendere davvero completa la propria traversata. Abbiamo inoltre apprezzato la regia che spinge sull’intensità di ogni schermata alternando primi piani a campi lunghi, seppure con dei movimenti spesso troppo repentini.

vesper

Una luce per domarli tutti

Superata una lunga fase introduttiva nella quale affidarsi ai soli salti per avere cara la pelle metallica, veniamo a contatto con la Drive Gun. Lungi dall’essere la chiave per l’onnipotenza, quest’ultima rappresenta uno stratagemma ideale per aggiungere una stratificazione di azione a una formula platform stealth. A ogni scoperta di uno o più nemici robotici, la strategia vincente sarà infatti una combinazione di passaggi sotto copertura, di balzi calcolati e risoluzione di brevi enigmi insiti nella componente stealth stessa. Sarebbe superficiale etichettare Vesper come titolo a piattaforme e basta, perché il level design va a braccetto con le altre componenti citate. In questo senso, va menzionata una semplicità evidente nell’edificazione degli elementi con cui interagire – più la difficoltà nell’individuarli rispetto allo sfondo – quasi priva di sbocchi secondari e votata al solo posizionamento di un piano sopra un altro. Inoltre il salto non contempla delle sfide in sé, con una sua calibrazione rallentata assimilabile per esempio ai titoli di Playdead.

L’arma di cui dispone Seven può essere narrativamente vista come una fonte storica di una civiltà in rovina e insieme la possibilità di cambiare le sue sorti. Questa può assorbire e contenere una fonte di luce al fine di rilasciarla in seguito, utile tanto per sbloccare il percorso, quanto per prendere possesso dei nemici. Evitando i loro singoli colpi fatali ed entrando nella loro mente, sarà possibile autodistruggersi, eliminare altri avversari o aprire dei passaggi. In tale senso stupisce la presenza di circa tre tipologie di androidi belligeranti appena, seppure in linea con la direzione del gioco.

Va precisato che Vesper non cerca l’ibridazione a tutti i costi, nella misura in cui lo strumento che ci accompagna otterrà una sorta di potenziamento, ma non esistono statistiche da GDR. A proposito di enigmi, rispetto alle produzioni menzionate sopra, quella del gruppo italiano non cede al cosiddetto trial and error, poiché sarà sempre possibile leggere in anticipo i meccanismi dietro ogni zona. Se la difficoltà non raggiungerà mai un livello tale da impensierire un utente navigato, è invero che nell’ingaggiare uno scontro ravvicinato con un nemico si nota una certa imprecisione nell’assegnazione dei colpi, rischiando spesso il game over.

Luci e ombre

È quasi paradossale pensare che in un’avventura su degli esseri artificiali (eppure così umani) a prendere il sopravvento sia una direzione artistica ricca di sfumature emozionali. Essendo ogni schermata autonoma dalle altre, sfoggia una cura particolare nei dettagli e nell’utilizzo delle luci. Non solo, le sezioni sono distinte da precisi temi cromatici, che in morbidi passaggi da toni caldi a freddi, comunicano sensazioni differenti tanto a Seven, quanto al giocatore. Lo studio della luce si dimostra brillante e capace di giostrare in maniera affascinante gli scorci da mostrare o quelli da nascondere, anche se alcuni ambienti appaiono d’impatto meno travolgente. A questo si somma un character design capace di convincere per esempio i fan di Metroid.

In generale, la pulizia artistica si ravvisa anche nel gameplay, vista l’assenza di HUD, d’indicatori o di qualsivoglia orpello che possa sporcare lo schermo. Provato su Nintendo Switch Lite, Vesper mostra una buona qualità cromatica che promette di spiccare sul modello OLED, mentre la Zero Light Edition ha consegnato nei possessori della console ibrida un software senza incrinature tecniche. Menzione positiva per il comparto sonoro, con tracce musicali che si accordano in modo sinergico alla regia, ora per risuonare ad alto volume, ora per suggerire un allentamento della tensione.

L’esordio di Cordens Interactive si è rivelato un successo nel complesso. Vesper non deve essere sottovalutato per la sua apparente fugacità o l’apparente somiglianza ludica con altre produzioni; anzi, proprio da un possibile collegamento si potrebbe partire alla volta di Arysh e scoprire le sue unicità. Chi apprezza i romanzi di fantascienza come quelli di Philip K. Dick o di Isaac Asimov potrà trarre soddisfazione dal versante narrativo del gioco, che tuttavia si lascia andare a una certa monotonia nei nemici e in qualche ambientazione.

Vesper: Zero Light Edition è disponibile dal 12 maggio 2022 sul Nintendo eShop al prezzo di 9,99 euro.

Voto: 7.4

Pro
Una storia drammatica da scoprire e riscoprire
Gameplay semplice e funzionale
Direzione artistica sublime
Contro
Qualche inciampo negli impatti frontali con i nemici
Poca varietà degli avversari e di alcune zone

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