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Grow Song of the Evertree, Recensione: lunga vita all’Albero Eterno

Apprendi l’arte dell’alchimia, riporta alla luce l’antica città e prenditi cura del tuo mondo con Grow Song of the Evertree.

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   · 5 min lettura Recensioni
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Quello che abbiamo tra le mani è un titolo che, a primo impatto, è sembrato un tentativo maldestro di riproporre Animal Crossing nel mondo fantasy. Provandolo, invece, il gioco ha mostrato di avere le caratteristiche per alienarsi da questa etichetta. Con questa recensione vogliamo dimostrarvi il vero valore di Grow: Song of the Evertree.

Il titolo, sviluppato dal team di Prideful Sloth e pubblicato da 505 Games, è già disponibile dal 16 novembre all’acquisto su Nintendo Switch al prezzo di 29,99€ in edizione digitale, ma a partire dal 22 febbraio 2022 sarà venduto anche in edizione fisica.

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Veniamo catapultati in medias res nel passato di una grande città. Gli avi del protagonista erano viaggiatori, che con il loro Canto raggiunsero i piedi dell’Albero Eterno, sede della fonte di vita del mondo: il Myora. Questi vissero per secoli in pace e prosperità in una città costruita da zero, apprendendo l’arte dell’alchimia per plasmare il Canto. Ma qualcosa di oscuro turbava l’animo del Myora. La forza famelica dell’Avvizzimento prese il sopravvento, costringendo il popolo a rifugiarsi ai confini del cosmo.

Il nostro personaggio è un’alchimista rimasto in patria con la speranza rifondare la sua casa. Ad aiutarlo ci sono due personaggi fondamentali nella storia: Manuala e Rambicco, rispettivamente un libro e un alambicco parlanti. Dopo aver piantato il Seme di Mondo, germoglio in grado di creare un terreno fertile dal nulla, inizia la vera e propria impresa del gioco. Priorità assoluta: allontanare l’Avvizzimento; in seguito, sarà necessario ridare vita alla città sotto l’Albero Eterno e ripopolare l’antico villaggio costruendo edifici e dimore per tutti i nuovi abitanti.

Complessivamente, sul piano della trama non vi sono intrecci di storie che creano confusione. La linea temporale è precisa, e ciò che il nostro personaggio dovrà affrontare sarà necessariamente causa o effetto di avvenimenti ben trattati durante tutta la durata del gameplay. Da menzionare in maniera particolare è la sezione dei dialoghi di gioco: grazie a un doppiaggio caratterizzato da una voce sempre diversa in base al personaggio, sono i migliori accompagnatori della storia del gioco.

Grow: Song of the Evertree

Un compromesso di tante nature

In Grow: Song of the Evertree ci sono tante idee e meccaniche riprese da altri titoli, ma che vengono rivisitate fino a sembrare quasi nuove. C’è molto di Animal Crossing: New Horizons e di Stardew Valley, nel momento in cui abbiamo il compito di prenderci cura del nuovo mondo, annaffiando le piante, pescando e catturando gli insetti. Una volta superata la soglia delle 2-3 ore di gioco, ci si rende conto di avere tra le mani un titolo che ha del suo, e fa di tutto pur di mostrarlo.

I tutorial intervengono nei momenti più opportuni e sono molto precisi. Inizialmente ci verrà chiesto di creare il nostro avatar e di dare un nome all’animale alato che ci aiuterà negli spostamenti. Poi, cominciano i veri impieghi di un alchimista: la gestione della città e la cura dei mondi saranno sempre in cima alle priorità. Nonostante la partenza sia lenta, dopo poco si hanno le idee chiare su tutte le meccaniche di gioco.

L’aspetto gestionale, assieme a quello economico, diventano fondamentali. I lavori portati a termine ci faranno ottenere i fondi necessari per procurarci un po’ di manodopera (gli Eternicus, animaletti storicamente operai) per rifondare la città da zero, e poi personalizzarla. In seguito bisognerà convincere gli abitanti a trasferirsi da noi, dando loro dimora e lavoro così da renderli utili per la comunità. Insomma, il capitalismo è il motore del nuovo mondo, e l’unico che potrà risollevare la società sarà il protagonista.

Grow: Song of the Evertree

Come fosse un simulatore di vita, va anche rispettato i ciclo giorno/notte. Ma è uno solo il fattore che permette di utilizzare l’appellativo di “rilassante” per questo titolo: non verrà mai messa fretta di completare gli incarichi. Parliamo, nel complesso, di un gameplay radicalmente legato alle sue basi sandbox. Il mondo a mano a mano si espande, cresce e con lui aumenta anche il numero di missioni da portare a termine, ma alla lunga non può far altro che sembrare ripetitivo.

Una passeggiata nel mondo, su Nintendo Switch

Non c’è che dire riguardo le bellissime ambientazioni. Grazie ai poteri dell’alchimia e delle Essenze, si potranno creare mondi con biomi diversi tra loro. Foreste, deserti, ghiacciai, o scenari non propriamente terrestri. Non male anche il lavoro svolto sul piano dei colori e della luce. Di fatto, la modalità foto presente nel gioco viene esaltata proprio dall’ottimo comparto grafico. Tramite un menu specifico è anche possibile modificare gli scatti e renderli ancora più piacevoli.

Da riportare in senso negativo, invece, è la precarietà delle animazioni. I modelli dei personaggi sono interessanti… ma da fermi. I loro movimenti sono visibilmente poco realistici, e spesso fanno evidente fatica a coincidere con gli angoli del mondo in cui ci si sposta.

Dato che il gioco è stato provato su Nintendo Switch, è importante sottolineare che in alcune occasioni, come i caricamenti, questa ha fatto fatica. Questa lentezza è evidente soprattutto durante gli spostamenti da città a mondo sull’Albero, dove abbiamo notato spesso un sovraccarico di sequenze che mandavano in palla la console per qualche istante.

Conclusioni

Abbiamo avuto la fortuna di provare un gioco che, pur barcollando, ha complessivamente colpito nel segno. Grow: Song of the Evertree rispecchia le caratteristiche che ci si aspetta da un sandbox vasto sul piano delle attività da svolgere e sulle possibilità di gameplay. In generale il gioco è parso preciso nei dettagli, ma poco incisivo sull’aspetto grafico nonostante una bella qualità delle immagini. Gli spetta una valutazione più che sufficiente, ma alcune pecche rovinano un lavoro piuttosto creativo, che fa sentire la sua voce tra titoli di spessore dai quali prende sì spunto, ma si differenzia.

Voto: 7

Pro
Ambientazioni fantastiche
Dialoghi coinvolgenti
Nessuna fretta nel completamento degli incarichi
Contro
Gameplay profondamente ridondante
Animazioni poco realistiche
Caricamenti lenti

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505 Games Nintendo Switch

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