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Immortals Fenyx Rising: Miti del Regno d’Oriente, Recensione del DLC

Immortals Fenyx Rising: Miti del Regno d’Oriente è il secondo dei tre DLC previsti per l’esperienza action adventure targata Ubisoft.

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Il nostro destino nell’Antica Grecia è ormai compiuto. Siamo passati dallo studiare la sua mitologia a diventare parte della stessa, assurgendo al posto che ci spettava. Ora è tempo di fare un balzo lungo un continente e andare a mescolarsi in un’altra cosmogonia con Immortals Fenyx Rising: Miti del Regno d’Oriente.

Se Una Nuova Divinità metteva a dura prova Fenyx con una serie di sfide basate su abilità e materia grigia, Miti del Regno d’Oriente cambia registro, personaggi e ambientazioni, ma riprende lo stile del gioco base condensandolo in un formato di minore durata. Il compito di concretizzare il progetto per tutte le piattaforme, compresa Nintendo Switch, è toccato alla divisione Ubisoft Chengdu, che nel rappresentare la sua versione di Cina mitologica si è affidata totalmente al sentiero tracciato nel Mar Egeo virtuale, composto dagli stessi elementi puzzle ed esplorativi. Un’avventura che diverte e divertirà tutti gli emuli del (o della) protagonista acheo, pronti a interpretare l’attore principale di questo spettacolo orientaleggiante.

L’entropia del dragone

Si alzi allora il sipario in favore di Ku, un giovane ragazzo incredibilmente sopravvissuto alla calamità che ha ridotto tutti gli abitanti dell’isola in pietra. Ridestatosi in una grotta e scoperto il tragico accaduto, viene rapito da un canto melodioso che lo conduce a Nuwa, una dei Tre Augusti che regnavano sulla Cina Antica. Colei che ha inventato la musica, la madre degli esseri umani, ella prende il guerriero sotto la sua ala protettrice e cerca di metterlo in guardia sul funesto presagio che avvolge la realtà. Il Caos ha squarciato il cielo e frantumato l’equilibrio che reggeva l’esistenza intera, lasciando la Dea stessa senza la forza di reagire.

Spetterà proprio a Ku, determinato a diventare un eroe, a Nuwa e al leggendario guerriero Gong Gong riportare l’ordine nel mondo e ristabilire la pace. Sebbene il substrato intriso d’ironia sia ancora presente, è indubbio che questa espansione calchi maggiormente sulla drammaticità della vicenda, sostituendo ai valori proposti da Immortals Fenyx Rising quello del sacrificio. Uno scenario potenzialmente interessante, forse soprattutto per chi è estraneo al pantheon cinese, frammentato tuttavia da esigenze produttive, ovvero dalla sua natura di DLC: ottima scelta quindi quella di optare per una gamma molto ristretta di personaggi, evitando confusione e superficialità, necessaria invece quella di demandare alcuni racconti a delle pergamene sparse per la mappa – la cui conformazione geografica ricorda il simbolo dello Yin e Yang. Cinque ore circa sono troppo esigue per approfondire il carattere degli attori coinvolti, un limite che si riflette tanto nel racconto, accelerato nel finale, quanto nella varietà di soluzioni ludiche; eppure, ribadiamo, dati i suoi obiettivi di ampliamento degli eventi greci, non va a bruciarlo totalmente come la fiammata di un dragone.

Senso di familiarità

Anche nell’impalcatura propriamente ludica si registrano molteplici somiglianze tra il secondo contenuto post lancio e il titolo originale, riscontrabili nelle meccaniche e dinamiche di gioco, parliamo di un buon equilibrio tra esplorazione, puzzle ambientali, combattimenti, quanto nei paesaggi. Se come Fenyx abbiamo attraversato quattro ambientazioni sostanzialmente ben caratterizzate fra loro, qui passeremo per due soli biomi distinti, in aggiunta a quello appena abbozzato che coincide con la conclusione del nostro viaggio.

A cambiare, in Miti del Regno d’Oriente, sono poi banalmente i nomi degli elementi con cui Ku dovrà interagire: le Rovine di Tian, per esempio, corrispondono alle Cripte del Tartaro, i cristalli Xi Rang sono il sostituto orientale dell’Ambrosia, per potenziare la resistenza, mentre al posto dei Fulmini di Zeus si trova l’Agata Celeste. Sebbene nei combattimenti tornino le stesse possibilità date a Fenyx, da poteri sovrumani a un talento con la spada invidiabile, viene introdotto un contatore dei colpi messi a segno, il quale, se portato al massimo, concederà un bonus d’attacco.

Viaggio verso un Oriente troppo distante

Dispiace constatare il piglio anonimo delle musiche, le quali avrebbero potuto incantare, trascinare la mente del giocatore verso lidi affascinanti a lui ignoti e non solo; una colonna sonora brillante avrebbe staccato questo DLC dall’ancora del gioco principale, a cui rimane troppo avvinghiato. Non brillano per personalità neppure le ambientazioni, che, salvo per gli edifici più narrativamente importanti, mostrano il fianco a un riciclo troppo marcato verso quelli dell’Olimpo mediterraneo. Stesso dicasi per i nemici e le battaglie con i boss, i quali daranno un senso di amara familiarità a chi, per arrivare nell’Antica Cina di Ubisoft, è passato per i territori ellenici. A questo proposito, per chi cerca un senso di sfida tangibile consigliamo di lanciarsi direttamente nel livello Difficile o persino Incubo, gli unici in grado d’impensierire l’utente abituato a tale formula, salvo per un mancato bilanciamento della difficoltà.

Immortals Fenyx Rising: Miti del Regno d’Oriente è accessibile per tutti i possessori del Season Pass, disponibile a 39,99 euro tramite il Nintendo eShop, o è acquistabile singolarmente al prezzo di 14,99 euro.

Voto: 7.4

Pro
Formula ludica ancora piacevole e adatta a molti
Piccole modifiche gradite ai movimenti del protagonista e nei combattimenti
Contro
Ambientazioni poco ispirate
Nemici, paesaggi e altri elementi troppo simili al gioco base
Musiche anonime
Difficoltà completamente sbilanciata

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DLC Immortals Fenyx Rising Ubisoft

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