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[RECENSIONE] Assassin’s Creed III Remastered per Nintendo Switch: remastered o semplice porting?

Abbiamo avuto modo di provare Assassin’s Creed III Remastered per Nintendo Switch, e in questa recensione raccogliamo tutte le nostre opinioni a riguardo.

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Per gli assidui seguaci della saga fin dalla notte dei tempi, Assassin’s Creed III è spesso considerato come un titolo un po’ incerto, forse quasi non all’altezza di quelli che lo hanno fruttuosamente preceduto. Indubbiamente, la sua più grande colpa è quella di essere stato partorito dopo il ciclo che ha portato il franchise all’apice del successo, ovvero quello legato alle indimenticabili avventure di Ezio Auditore da Firenze. Tuttavia, se si riesce a guardare il titolo da un’angolazione più trasversale, rimane in realtà possibile coglierne alcune interessanti sfumature che non tutte le case di sviluppo hanno saputo inserire abilmente nei loro titoli.

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Uscito inizialmente ben sette anni fa, nel 2012, Ubisoft ha così pensato di proporci una sua versione modernizzata, svecchiata a suo dire, con una grafica migliorata e delle meccaniche rimesse a punto: Assassin’s Creed III Remastered è quindi la nuova edizione che, oltre che per PC, PlayStation 4 e Xbox One, è stata di recente rilasciata anche per Nintendo Switch. Noi di Pokémon Millennium abbiamo avuto modo di provarla, e di farci una sincera opinione in merito; vi lasciamo, per questo, alle nostre considerazioni.

Contenuto dell’edizione

Assassin’s Creed III Remastered per Nintendo Switch, alla stregua delle versioni rilasciate sulle altre piattaforme, è un’edizione molto ricca di contenuti, poiché di fatto comprende due titoli completi e diversi elementi aggiuntivi originariamente ottenibili solo a pagamento.

Il titolo di punta della remastered è senza dubbio Assassin’s Creed III, terzo capitolo della saga ma quarto in ordine di apparizione, comprendente anche tutti i DLC originali, tra cui la Tirannia di Re Washington. Presentato come un gioco dalle “meccaniche innovate” e una “grafica migliorata”, il titolo non comprende ovviamente la modalità multiplayer online che arricchiva il post game della versione originale, e nemmeno la possibilità di collezionare trofei.

In aggiunta a ciò, è stata inclusa nell’edizione anche la remastered di Assassin’s Creed III: Liberation, spin-off sviluppato da Ubisoft Sofia e Ubisoft Milano, e debuttato in esclusiva per PlayStation Vita lo stesso giorno di Assassin’s Creed III, il 31 ottobre 2012. Con una grafica riadattata in risoluzione HD, il titolo torna perciò a debuttare su un’altra console portatile, stavolta però firmata Nintendo.

Indiani e coloni: la Rivoluzione Americana

Nonostante Assassin’s Creed III sia considerato dai più come uno dei capitoli meno interessanti dell’intera saga firmata Ubisoft, il titolo offre in realtà degli scorci storico-antropologici davvero molto interessanti. Per ciò che riguarda il capitolo dedicato a Connor, la trama si ricollega, almeno per quanto riguarda le vicende legate al presente di Desmond, a quelle interrottesi nello scorso Revelations.

Nel terzo capitolo il ragazzo rientra quindi nell’Animus per rivivere dapprima i ricordi di un suo antenato inglese, Haytham Kenway, e successivamente di suo figlio cross-blood Connor Kenway. A metà tra il mondo “civilizzato” bianco e il mondo dei nativi americani, Connor sarà l’Assassino che guideremo attraverso le missioni e le avventure che si districano tra lotte templari e battaglie tra coloni e madrepatria, in cui anche la sua tribù Mohawk è rimasta coinvolta. Il tutto, ripercorrendo ovviamente le tappe che hanno portato alla ben nota Rivoluzione Americana – e alle sue inevitabili conseguenze.

Interessante, in questo frangente, l’arricchimento antropologico che è stato tessuto a lato della trama del titolo. Assassin’s Creed III  è infatti un gioco in cui le minoranze vengono mostrate, in cui gli viene donata la parola – basti pensare, in effetti, all’accuratezza linguistica sfoggiata già nelle prime scene del titolo, in cui a parlare sono davvero i nativi – e scopre efficacemente, seppur timidamente, uno scorcio tormentato che ha caratterizzato per secoli la drammatica situazione sociale del continente americano.

Impostato su una simile prospettiva è anche lo spin-off Liberation, nel quale è possibile seguire le avventure della bella Aveline de Grandpré, anche lei una cross-blood in bilico tra due mondi. La questione delle minoranze e della discriminazione è ripresa in questo caso con toni leggermente diversi, per via probabilmente dell’etnia che si è scelta di mostrare.

Anche la protagonista Aveline è infatti cross-blood come Connor, sebbene sia di madre africana e padre francese. Durante le sue missioni, ambientate verso la fine della guerra franco-indiana, la giovane avrà modo di vestire i panni dell’Assassina così come anche quelli di schiava, che la renderanno meno appariscente e identificabile agli occhi delle guardie coloniali. Degli arricchimenti, questi, che seppur non completamente approfonditi e sviscerati, aprono veramente tanti spunti di riflessione, e riescono persino a donare ad entrambi i titoli un buono spessore etico, parallelamente ovviamente alle vicende narrate che sono sì, di matrice storica, ma rimangono comunque opere di fantasia.

Non è perciò un caso che in Assassin’s Creed III, proprio durante il primissimo monologo introduttivo da parte del padre di Desmond, viene recitata la frase “fino alla sua creazione, a scrivere la storia erano i vincitori”.

Gameplay ed esperienza di gioco

Per ciò che riguarda il gameplay, nulla sembra essere stato cambiato da quanto offertoci sette anni fa, con il rilascio del gioco. Alcuni movimenti dei personaggi e in generale il modo in cui guidiamo il protagonista in giro per la mappa risultano un po’ datati, con meccaniche di gioco a volte un po’ legnose e sorpassate. Precisazioni che vanno fatte, ma che non sono ovviamente imputabili a una mancanza della remastered – parlando per estremi, sarebbe come prendersela con le meccaniche di gioco di un primo capitolo di Silent Hill o Metal Gear giocato nel 2019.

Ciò che però risulta deludente, e frustrante anche, è che tali meccaniche vengano compromesse da gravi cali di framerate che costellano il gioco dall’inizio alla fine (come quando ad esempio vogliamo tornare in modalità incognito seminando gli inseguitori, e nasconderci sfruttando tutta una serie di prestazioni acrobatiche). Tale situazione è riscontrabile sia mentre si gioca in dock che in modalità portatile (anche se in quest’ultimo caso la situazione sembra risultare meno opprimente), e si acutizza seriamente durante i cambi di scena, caricamento video e salvataggi automatici. Il titolo in generale sembra far fatica a toccare i 30 fps normalmente, ma nelle situazioni sopracitate i frame droppano fino a raggiungere i 10fps, e a volte anche meno – tanto da avere la sensazione, almeno all’inizio, finché non ci si abitua, di stare per subire un freezing o un crash del gioco.

Il titolo sembra inoltre arrancare anche nei caricamenti dell’open world e degli NPC. Molti degli elementi di sfondo, così come i personaggi che incontriamo mentre viaggiamo per boschi e strade cittadine, si caricano davanti ai nostri occhi, si materializzano (o scompaiono anche) a pochi metri di distanza dal nostro personaggio. Tale situazione è affievolita durante le avventure che prendono luogo all’interno delle aree boschive e lontane dai centri urbani, o quando ci troviamo in generale ad interagire con l’ambiente naturale. Tuttavia, se prendiamo il caso di una città come Boston, è possibile osservare un simile fenomeno molto frequentemente.

Infine, nel caso specifico di Assassin’s Creed III, sembra che non siano stati risolti alcuni bug e glitch riscontrabili già nella prima edizione per PlayStation 3 del titolo. Non di rado, in effetti, è possibile imbattersi in soldati incastrati da qualche parte, o che riescono assurdamente a colpirci da dietro dei recinti o delle alte mura. Talvolta, inoltre, è possibile incappare in combattimenti nei quali i personaggi si inceppano (poiché magari finiti in zone poco “comode” all’azione), combattimenti che di conseguenza finiscono con un cambio di visuale improvviso che permette a tutti i coinvolti di essere spostati in un altro punto, immediatamente vicino, per completare il duello. Inoltre, è spesso riscontrabile una serie di glitch per i quali alcuni oggetti in mano ai NPC appaiono all’improvviso (come nel caso del filmato in cui ci viene chiesto di raccogliere le pagine dell’Almanacco di Benjamin Franklin, o come quando alla locanda di Boston la scopa, appena caduta di mano alla locandiera, riappare miracolosamente nelle sue mani) o addirittura scompaiono di colpo (come nel caso delle armi da fuoco, soprattutto quando facciamo per ricaricarle).

Grafica e audio

Durante l’esperienza di gioco, ho avuto modo di testare la resa grafica di Assassin’s Creed III Remastered su ben tre schermi diversi: il primo, ovviamente, è quello di Nintendo Switch; il secondo è un Samsung FHD da 28″, mentre l’altro invece è un Samsung 4K da 40″. Provando per diverse ore il titolo, sia mentre ero in giro durante alcuni spostamenti di routine (sottoposta perciò a diverse interferenze di luci ambientali), che nelle ore trascorse in casa, ho potuto quindi rendermi conto di un risultato generale, quello proposto da questa presunta rinnovata edizione, non proprio soddisfacente.

In effetti, già dalla primissima sequenza di apertura, nella quale ancora vestiamo i panni di Desmond Miles, si ha l’impressione di avere tra le mani un gioco affatto ristrutturato a livello grafico, tanto che persino la luminosità generale delle scene (così come di tutte quelle a seguire) sembra essere relativamente più bassa del normale. All’occhio che gioca manca qualcosa, quel qualcosa che faccia realmente capire che si sta giocando a una remastered e non a un semplice porting del titolo rilasciato ormai anni fa.

Duole dirlo, ma mancano i dettagli, davvero tanti dettagli sia nel mondo naturale, che in quello urbano, che addosso ai personaggi; e anzi, soprattutto durante le missioni cittadine, ci si rende conto di essere avvolti da un ambiente che sembra in realtà impostato addirittura a una risoluzione più bassa rispetto all’Assassino che manovriamo, soprattutto nel caso di Assassin’s Creed Liberation – in cui manca persino l’antialiasing e si ha spesso la percezione di avere davanti a sé personaggi dai contorni ruvidi, pixellosi.

Tale difetto è purtroppo riscontrabile anche nei filmati, soprattutto nelle prime scene di Assassin’s Creed III, in cui viaggiamo all’interno di un furgone e si ha la possibilità di notare fin dall’inizio la scarsa qualità e presenza di luci e ombre – che regalano, tra l’altro, sia un saltuario effetto flickering che un’impressione di tridimensionalità ormai “vecchia”, decisamente poco profonda. Non aiutano poi gli occhi dei protagonisti resi così stranamente luminosi, volutamente abbelliti ma in qualche modo stonati col resto, tanto che non riescono a migliorare l’impatto visivo di alcuni close-up, facendoli addirittura risultare fin troppo innaturali.

Tutti questi difetti visivi, percepibili forse meno seriamente sullo schermo della console, peggiorano sensibilmente quando il titolo viene giocato in modalità docked. Sia sul TV FHD da 28″, che soprattutto sul 40″ 4K, i difetti grafici, le trame a bassa risoluzione e i cali di framerate sono molto più evidenti, e risultano senza dubbio più fastidiosi. Tutto sommato in modalità portatile la resa grafica è abbastanza buona, nulla di eclatante ovviamente, ma comunque accettabile. Lo schermo a 720p è abbastanza piccolo da mascherare alcune imperfezioni, e a scongiurare uno strano effetto di “tremolio”, o di “scatto” improvviso, che capita ogni tanto nei cambi automatici di inquadratura mentre si girovaga per il mondo con la console collegata al TV.

Per ciò che riguarda il lato sonoro, purtroppo anche in questo frangente sono riscontrabili alcune pecche non indifferenti. L’audio di alcuni filmati sembra quasi proveniente da una telefonata, pur mostrando personaggi che parlano, in realtà, l’uno di fronte l’altro. Altre volte è percepibile una scarsa qualità generale, che fa percepire un audio pressoché compresso, ovattato, soprattutto per quanto riguarda gli effetti sonori ambientali e di sottofondo, oltre che per le voci di alcuni personaggi minori.

In particolare, però, è assolutamente da segnalare lo strano suono regalato alle onde in una delle prime scene di gioco, quando si è già entrati nell’Animus e si sta viaggiando in nave alla volta del Nuovo Continente. Il rumore (forse questo è il termine più indicato) delle onde che si infrangono contro lo scafo dona un effetto terribilmente metallico, quasi di interferenza – che tra l’altro inizia e si interrompe di colpo se entriamo e usciamo dalla stiva della nave. Inoltre, in tutti i casi in cui avviene un caricamento di una nuova scena o nel momento in cui il gioco sta effettuando un autosalvataggio, il suono si inceppa, quasi scricchiola, e se nel mentre qualche personaggio sta proferendo parola, non rimane possibile seguire la conversazione per intero – e bisogna perciò affidarsi ai sottotitoli fortunatamente onnipresenti.

Funzionalità esclusive per Nintendo Switch

L’edizione di Assassin’s Creed III Remastered per Nintendo Switch viene proposta al pubblico con una serie di implementazioni dedicate ad alcune funzionalità esclusive della console. Da questo punto di vista il titolo si difende bene, mostrando una buona ottimizzazione con la console e regalando al giocatore un’esperienza piacevole, soprattutto in modalità portatile.

Scorrere il menù e la mappa con il touch screen risulta piuttosto comodo, dal momento che è possibile gestirlo come si farebbe con un qualsiasi smartphone mentre si usa l’applicazione Maps. Anche il giroscopio è ben ottimizzato, seppur rimanendo limitato più che altro ad alcuni momenti in cui è possibile combattere, o mirare, con armi da fuoco. Reattivo e preciso, però, è un’aggiunta piacevole e che funziona, e riesce ad arricchire senz’altro l’esperienza di gioco.

Interessante è inoltre il fatto che sia stato implementato anche il supporto all’HD Rumble, anch’esso ben sfruttato dalla console in numerose occasioni e mai fastidioso. Inoltre, anche la HUD è stata rivisitata appositamente per Nintendo Switch, regalando all’interfaccia di gioco un aspetto pulito e per niente invasivo. Unica pecca è la poca comodità riscontrata – ma questo forse è soggettivo – nel cambiare le armi assegnate al set standard da 4, accessibile ovviamente con la selezione di pulsanti rapidi; risulta quindi un po’ macchinoso all’inizio, ma alla fine ci si prende la mano. Anche nel caso della HUD, però, ogni tanto è riscontrabile qualche bug, come quando si aprono le finestre dei suggerimenti non inerenti a ciò che stiamo facendo (quali, ad esempio, la finestra dedicata alla guida del timone della nave), già riscontrati nella versione PS3 del titolo.

C’è da dire, infine, che il gioco in modalità portatile permette alla batteria di durare per un massimo di circa 2 ore e mezza, o poco più. Non è stato rilevato, comunque, un importante uso del sistema di raffreddamento, le cui ventole sono infatti rimaste sempre silenziose e poco sfruttate sia quando Nintendo Switch era collegato al TV che quando non lo era. La console, dal canto suo, non si è mai scaldata più di tanto, e questo è senza dubbio un altro punto a favore.

Giudizio finale

Mettendo da parte la buona esperienza di gioco regalataci da Assassin’s Creed Liberation, che comunque nasce come un titolo pensato e sviluppato per essere giocato su console portatile – anche se mi sento in dovere di segnalare il fatto che ogni tanto capita di non riuscire ad avviare il titolo al primo colpo, poiché il software sembra chiudersi per colpa di un errore non ben definito – il capitolo portante dell’edizione presenta invece molte pecche assolutamente non trascurabili, quando si intraprende la propria sessione di gioco. Più che di un’edizione remastered, si ha più la sensazione – confermata tra l’altro da alcuni confronti e test effettuati da Digital Foundry – di avere tra le mani un semplice porting di Assassin’s Creed III proveniente direttamente dalla versione per PlayStation 3, versione alla quale non sembra affatto siano stati apportati sostanziali miglioramenti e aggiornamenti.

Al di là delle meccaniche di gioco che possono risultare un po’ legnose, data ovviamente l’età che si porta dietro il titolo (e sulla quale c’è poco da fare), sia la grafica, che i numerosi bug, che soprattutto l’audio, mostrano un lavoro di svecchiamento decisamente grossolano e trascurato, soprattutto se confrontiamo la stessa edizione con quella uscita di recente per altre console. Inoltre, per quanto riguarda i cali di framerate la situazione si fa decisamente fastidiosa e invalidante, diventando tra l’altro indice di un’ottimizzazione non proprio perfetta con la console. Nulla che una successiva patch non possa risolvere, probabilmente, ma al momento ciò influisce negativamente sulla valutazione complessiva e finale del gioco.

Assassin’s Creed III Remastered per Nintendo Switch si porta quindi a casa appena un 6/10, tenendo soprattutto in considerazione il fatto che a fargli ottenere la sufficienza è probabilmente l’interessante rapporto quantità-prezzo dei contenuti inclusi nell’edizione.

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Assassin's Creed Nintendo Switch Ubisoft

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