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Yomawari: Lost in the Dark, Recensione: ad occhi chiusi

Yomawari Lost in the Dark ci immerge in un mondo cupo e affascinante che saprà conquistarci con le sue terrificanti creature e i suoi misteri

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   · 4 min lettura Recensioni
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Yomawari: Lost in the Dark è un horror molto particolare che fa dell’atmosfera il suo punto forte pur affidandosi a una grafica semplice ma intrigante.

Il titolo sviluppato da NIS ci metterà di fronte non solo all’orrore generato dai bizzarri e inquietanti mostri che incontreremo ma ci vedrà anche affrontare il nostro passato e i ricordi che abbiamo perso.

Una vita difficile

Yomawari: Lost in the Dark ci vedrà nei panni di una ragazzina della quale potremo scegliere il nome e piccoli dettagli estetici come il taglio di capelli, dando così al giocatore la sensazione di poter familiarizzare col personaggio. La nostra protagonista, che per comodità chiameremo AAA, non sta vivendo un momento particolarmente felice; è una studentessa isolata e bullizzata dai suoi compagni che oltre a lanciarle addosso palle di carta le hanno riempito il banco di minacce di morte.

Yomawari Lost in the Dark

Quando prenderemo il controllo di AAA la situazione avrà ormai raggiunto il culmine e i primi passi della ragazza la porteranno sul tetto della scuola dove deciderà di suicidarsi. Tuttavia anziché morire ci ritroveremo in un luogo sconosciuto dove potremo mettere le mani sulla nostra fidata compagna di viaggio, la torcia, e conoscere una misteriosa ragazza che ci informerà della maledizione posta sulla nostra testa.

La ragazza ci dirà che sappiamo già come rompere la maledizione ma che lo abbiamo dimenticato e dovremo riuscire a riacquistare la memoria prima che la notte finisca, pena la nostra morte. Tuttavia la missione non sarà semplice in quanto le strade della città saranno infestate da creature demoniache.

Yomawari Lost in the Dark

Il battito del mio cuore

La prima cosa che salta all’occhio in Yomawari: Lost in the Dark è il contrasto tra lo stile chibi della protagonista e la crudezza con cui vengono rappresentati i mostri e le sanguinolenti morti a cui andremo in corso frequentemente. L’esplorazione la fa da padrona e l’assenza di una colonna sonora farà si che sobbalzeremo a ogni minimo rumore che raggiungerà il nostro orecchio con i frequenti jumpscare, giocando molto sui suoni e sulle limitate fonti di luce che ci circondano.

Come già anticipato la torcia sarà la nostra migliore amica, perfetta per scoprire i nemici da lontano senza farsi vedere, anche perché gli orrori che incontreremo saranno in grado di ucciderci con un colpo solo. Ombre inquietanti, misteriosi occhi fluttuanti in grado di distorcere il mondo in cui ci troviamo e altri esseri saranno una costante minaccia per la nostra protagonista che potrà fare solo una cosa per sopravvivere: chiudere gli occhi!

Yomawari Lost in the Dark

Una volta chiusi il mondo diventa sì più scuro ma sarete in grado di vedere le sagome dei mostri rappresentate come delle indistinte macchie rosse, inoltre se gli passerete vicino non avvertiranno la vostra presenza. Un altro aiuto importante è rappresentato da un indicatore posto alla base dello schermo che rappresenta il battito del nostro cuore; ogni volta che ci avviciniamo a una minaccia, il battito diventa più forte mettendoci in guardia dal pericolo e facendoci salire il livello di ansia!

Yomawari: Lost in the Dark

Ci viene data anche la possibilità di correre ma rimane proprio l’ultima speranza perché la barra della stamina si scarica velocemente lasciandoci in balia dei nostri nemici; queste fughe rocambolesche ben si mischiano a un gameplay che fa dell’esplorazione e della risoluzione di enigmi il suo fulcro ma che non disdegna gli scontri con entità maligne tremendamente potenti e punitive.

Purtroppo se da una parte queste meccaniche rendono il gioco impegnativo, dall’altra morire con un solo tocco ci porterà molto spesso a ripetere lunghe sessioni di gioco. L’unico modo per salvare è infatti quello di offrire delle monete trovate in giro a delle statuette votive, un po’ come succedeva con gli inchiostri per il primo Resident Evil, statue che spesso si trovano troppo distanti l’una dall’altra.

Il fascino della semplicità

Yomawari: Lost in the Dark fa sfoggio di una veste grafica semplice ma efficace e soprattutto ricca di dettagli. Sarebbe un piacere perdersi per la cittadina di stampo giapponese o per i boschi di bambù se non fosse per gli spiriti che li abitano, presenti in gran quantità e con estetiche che rimandano non solo al folklore del sol levante ma attingono a vari esseri innaturali presenti in altre culture.

È un gioco che richiede pazienza e calma per essere affrontato, ha i suoi tempi che spesso sono molto lenti per poi sfociare in dei picchi inaspettati mentre si cercano di recuperare i ricordi di AAA e di capire da cosa è causata la sua amnesia. La storia si dimostra interessante e articolata con diversi luoghi da visitare e oggetti da raccogliere grazie ai quali potremo avere dei flash di quando abbiamo incontrato la misteriosa ragazza senza nome.

Al netto di una difficoltà a tratti un po’ sbilanciata e dalla necessità di salvare in punti specifici, Yomawari Lost in the Dark si dimostra un’ottimo gioco horror che saprà tenervi incollati alla poltrona, per poi farvi sobbalzare a tradimento. Potete acquistarlo sul Nintendo eShop al costo di 39,99 € e magari giocarlo con un bel paio di cuffie in modo da non riuscire a capire se a battere dalla paura sarà il vostro cuore oppure quello della protagonista.

Voto: 8

Pro
Ottima atmosfera
Enigmi interessanti
Boss impegnativi
Contro
Il sistema di salvataggio non è dei migliori

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