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La caduta dei Team malvagi

Un viaggio attraverso l’evoluzione o l’involuzione dei Team malvagi e del ruolo dell’antagonista nei giochi Pokémon di tutte le generazioni.

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In 24 anni di storia il brand Pokémon ha visto la comparsa di otto generazioni di creature e decine di videogiochi: nel corso del tempo molte cose sono cambiate, altre invece sono rimaste sempre le stesse. L’evoluzione della società e la crescita di nuove generazioni di videogiocatori hanno portato nei giochi Pokémon diversi cambiamenti, che non sempre sono riusciti a migliorarne l’esperienza videoludica. Esistono però delle meccaniche e delle funzionalità – intrinseche nel concetto stesso delle creature tascabili – che non potranno mai essere sostituite. Altri elementi caratteristici e tradizionali dei titoli della serie principale con il tempo sono mutati, sbiaditi, lasciando spazio a delle idee innovative che in alcuni casi fanno rimpiangere il passato. A subire questo percorso di regressione sono stati i Team malvagi dei videogiochi della serie principale, che di generazione in generazione si sono susseguiti cambiando sempre di più, fino quasi a scomparire. Con questa rubrica vorremmo affrontare insieme a voi un percorso fatto di analisi, pensieri e considerazioni su tutto ciò che ha portato alla dissolvenza del concetto stesso di Team malvagio, lasciando spazio a una nuova tipologia di nemico.

Preparatevi a passare dei guai, dei guai molto grossi

Motto del Team Rocket

A ogni protagonista il suo antagonista

Dalla notte dei tempi, quasi tutte le storie vedono un protagonista alle prese con un avido nemico da sconfiggere. Gli obiettivi dell’eroe e dell’antagonista sono destinati a intrecciarsi, a scontrarsi tra loro, tanto che il desiderio dell’uno non può coesistere con quello dell’altro. Spesso è il protagonista che impronta la sua intera esistenza nell’allenarsi al fine di soggiogare i poteri del male, ristabilendo un apparente stato di quiete. Nel mondo dei Pokémon tutto questo può essere tranquillamente ribaltato: semplificando e generalizzando, nella tipica trama di un gioco della serie principale assistiamo semplicemente alla nascita di un grande antagonista.

Team Rocket

Ogni avventura in qualunque regione del mondo Pokémon comincia infatti nei panni di un giovane Allenatore, il cui obiettivo è quello di sconfiggere i Capipalestra, diventare sempre più abile nelle lotte fino a conquistare il titolo di Campione della Lega Pokémon. Questi valori appena descritti non rispecchiano affatto gli ideali di un eroe coraggioso, pronto a sacrificarsi per il bene collettivo. È proprio qui, da questo concetto di prescelto quasi per caso, che avviene il capovolgimento della situazione. Game Freak, per inserire all’interno di una storia così lineare la figura del nemico, ha dovuto negli anni costruire personaggi, Team e ideali talmente sofisticati e accurati che avrebbero sconvolto la trama. Il protagonista di una storia Pokémon è costretto a virare i suoi obiettivi per ostacolare un individuo malvagio che, con il suo carisma e il suo potere, è riuscito ad attirare su di sé le attenzioni del mondo.

Questo modus operandi è stato seguito, con diverse sfaccettature, nei primi giochi della serie principale, tanto da rendere questo intreccio di trama un marchio di fabbrica del brand. La ripetitività però, si sa, alla lunga annoia, e spesso reinventarsi comporta dei sacrifici. Nei giochi Pokémon a salire sul patibolo non è stato lo stile di narrazione, che nelle sue sfumature è sempre stato ben saldo e vivido, bensì i Team dei malvagi.

Il prototipo standard dei Team malvagi

Quando una persona si prefigge un obiettivo ambizioso che può influire sull’intera collettività, giusto o sbagliato che sia, non può affrontarlo da solo. Nell’immaginario comune il villain, – dai fumetti ai film, passando per i videogiochi – si pone sempre come leader di un gruppo di persone che condividono il suo ideale, o sono costrette a farlo, dando origine a una squadra di adepti. Questi soggetti – che presi singolarmente sono quasi tutti dei poveri inetti – sono pronti a eseguire ogni ordine e sono accecati da una innata fede verso il loro capo. Nei videogiochi Pokémon questo concetto è presente sin dai suoi albori: dal tanto temuto e rimpianto Team Rocket.

Team malvagi

Giovanni, il capo della squadra di farabutti denominata Team Rocket, è da sempre nell’immaginario delle creature tascabili il nemico per antonomasia. Sarà il suo stile da boss mafioso, sarà la sua imperturbabile volontà, ma sta di fatto che Giovanni (con il suo inseparabile Persian) rappresenta il capostipite di generazioni di Team malvagi che hanno provato a ricalcarne le orme. Tra questi, sicuramente troviamo il Team Magma, il Team Idro e il Team Galassia, antagonisti dei capitoli ambientati a Hoenn e Sinnoh. Questi quattro gruppi di Team malvagi hanno obiettivi differenti ma dalla struttura gerarchica simile, e impegnano il protagonista in una continua lotta contro i loro adepti, sottraendo energie e tempo al suo vero obiettivo.

Quasi sempre, la volontà di un leader malvagio comporta la sottomissione o l’estinzione di una buona parte della popolazione mondiale. Un mezzo, questo, che rende anche il fine più lodevole non degno di essere portato a termine. La consapevolezza che capi come Giovanni, Max, Ivan e Cyrus hanno di sé li porta a elevarsi al livello di divinità di un nuovo mondo, alimentati dall’ego e dal potere. Questi personaggi hanno in comune anche la caratteristica di sfruttare uno o più Pokémon leggendari per raggiungere i propri scopi, riuscendo a evocarli tramite antichi strumenti o tecnologie all’avanguardia.

Giovanni e Mewtwo
Scena tratta da Pokémon il film – Mewtwo colpisce ancora

Team profondamente diversi negli ideali, ma che si somigliano nell’organico e nel modo in cui vengono inseriti all’interno della storia. Ognuno di essi ha le sue particolarità, ma la struttura base è la stessa e il concetto di Team malvagio ha dunque messo le radici nel mondo Pokémon. In ogni nuovo capitolo ci si interrogava su chi sarebbe stato l’antagonista della storia e quali leggendarie avventure ci avrebbero atteso.

L’apice del Team Plasma e l’inizio del declino

Con l’avvento della controversa quinta generazione, assistiamo a un cambiamento consistente nello sviluppo dei Team malvagi. Lasciando inalterata l’idea di fondo precedentemente descritta, in Pokémon Bianco e Nero assistiamo per la prima volta a uno stravolgimento gerarchico. Il Team Plasma, che ha l’ambizione di separare il mondo dei Pokémon da quello degli umani, si presenta a noi sotto forma di N, il capo del Team e portavoce in tutta Unima dei suoi ideali. Sotto di lui troviamo i Sette Saggi, di cui fa parte anche Ghecis, suo padre adottivo, che trama alle sue spalle tradendolo nel momento clou della storia. Ghecis rappresenta concettualmente i vecchi leader, ambizioso ed egocentrico a tal punto da sfruttare tutti, persino suo figlio, per raggiungere il suo ideale. N invece, aspira a un mondo di libertà per i mostriciattoli, e per farlo deve diventare il più forte Allenatore del mondo, inseguendo il nostro stesso obiettivo.

Team Plasma e i malvagi Ghecis e N

Per la prima volta l’antagonista segue quasi le nostre orme, con storie che si intrecciano durante tutta l’avventura, per poi scontrarsi al cospetto del Campione della Lega di Unima. La storia del Team Plasma è diversa da quella degli altri team di malvagi, forse più realistica, fatta di intrighi e bugie all’interno dello stesso gruppo, con un epilogo inedito. Addirittura la gestione dell’evocazione di Reshiram e Zekrom è completamente diversa dai Pokémon leggendari del passato, gettando così le basi per una concezione di queste potenti creature che si scosta dal semplice catturarle. Nei successivi capitoli Pokémon Bianco 2 e Nero 2 non assistiamo a un nuovo inizio per il Team Plasma, ma a una sua rifondazione guidata da Ghecis che sfrutta Armonio, e con un N in esilio trattato quasi come se fosse un personaggio mitologico.

Probabilmente il Team Plasma stabilisce un nuovo livello per la trama di un gruppo di antagonisti, decisamente superiore (a livello qualitativo) rispetto alle storie vissute fino a quel momento. Un traguardo tanto alto che difficilmente si sarebbe potuto raggiungere evitando un copia e incolla degli avvenimenti. L’unico a provarci è stato il Team Flare in Pokémon X e Y, che ha riscosso un enorme successo mediatico nella serie animata ma è risultato comunque inferiore ai malvagi di quinta generazione nei videogiochi.

Team Flare

Rimanendo sulla scia di intrighi leggendari e obiettivi di epurazione dell’umanità, Elisio e i suoi scagnozzi scavano nel passato di Kalos e in quello dell’universo Pokémon, portando alla luce storie incredibili che hanno appassionato tutti i fan. L’inferiorità rispetto al Team Plasma, forse, è dovuta un po’ al ritorno alle origini, ovvero a quell’organico e quel modus operandi tipico dei malvagi nei primi titoli Pokémon. Nel complesso, però, questo aspetto è stato in parte ammortizzato dall’avvento della prima grafica in 3D e da una storia che, a modo suo, ha saputo coinvolgere nuovi e vecchi Allenatori.

Dopo l’apice raggiunto dal Team Plasma e con il ritorno alle origini con uno stile rivoluzionario del Team Flare, possiamo ufficialmente dare il via al declino dei Team malvagi in Pokémon.

Team Skull e Team Yell, le ombre di un tempo che fu

La visita della regione di Alola ha sconvolto completamente il canone costruito da The Pokémon Company e Game Freak negli anni. Addio alle Palestre, addio al classico concetto di Lega Pokémon e addio anche alla struttura appena descritta degli antagonisti. Tutto quello di cui abbiamo parlato fino a ora viene in parte cancellato dal modo di fare del Team Skull, che affronteremo frequentemente, e con cui dovremo rivaleggiare in diverse occasioni. Oggettivamente questo team di malvagi rappresenta soltanto un gruppo di bulli con l’intento di infastidire il nostro giro delle isole, senza avere un obiettivo comune volto magari a risolvere uno dei problemi che affliggono l’umanità. Il loro scopo è quello di intimorire e farsi rispettare con il tipico atteggiamento da spacconi, stereotipando il concetto di ghetto americano. Guzman, il leader di questo gruppo, non ha saputo riempire la lacuna lasciata dai grandi boss del passato, limitandosi a qualche lotta e un po’ di astio nei confronti del Professor Kukui.

Team Rainbow Rocket
Team Rainbow Rocket

A qualche anno di distanza dall’uscita di Pokémon Sole e Luna, sembrerebbe proprio che il Team Skull sia l’antitesi del nuovo modo di vivere le avventure ad Alola, lasciando il ruolo di nemico come siamo abituati a intenderlo ad altri personaggi. Il grande vuoto lasciato per la prima volta da un gruppo di malvagi capaci di animare le nostre storie è stato notato dagli sviluppatori, che in Pokémon Ultrasole e Ultraluna hanno ridato importanza a Guzman e i suoi, e cercato di colmare il gap con il passato tramite il Team Rainbow Rocket.

Il nome blasonato e l’idea di tutti i malvagi del mondo Pokémon che si riuniscono sotto la guida di Giovanni ha incendiato la fantasia di tutti gli Allenatori. Un’aspettativa altissima nei confronti di questo team, che è stata prontamente delusa da tanto fumo e poco arrosto. Farcire il post game con personaggi di questo calibro, andando a rimaneggiare gran parte della storia principale e mostrando il vero animo di Guzman, che alla fine ci aiuterà a sconfiggerlo, hanno il sapore di un autogol per The Pokémon Company. Il fallimento del Team Rainbow Rocket è stato il sintomo della volontà di un cambio di rotta per gli sviluppatori, che per creare un buon team di malvagi hanno dovuto ripescare in extremis i vecchi boss. A conferma di ciò arriviamo ai titoli di ottava generazione.

Guzman e Ginepro

Recentemente, in Pokémon Spada e Scudo abbiamo conosciuto il Team Yell, che di malvagio ha soltanto l’assonanza con la parola inglese hell, ovvero inferno. Il team, guidato dal non simpatico Capopalestra Ginepro, nella storia ha come ruolo quello di tifare in modo insano Mary, sorella del leader e determinata a divenire nuova Campionessa di Galar. Ginepro e Guzman, hanno molto in comune: non vogliono utilizzare il metodo di combattimento peculiare della loro regione, che siano mosse Z o Dynamax; entrambi sono scontrosi, ma non malvagi, tanto che nel momento del bisogno sono pronti ad aiutare il protagonista; sono contrari alla struttura che nelle loro regioni stabilisce la forza di un Allenatore; nessuno dei due prova a sfruttare il potere di una creatura leggendaria.

I tanti punti in comune tra i due gruppi, che non hanno un ruolo malvagio, ma piuttosto di disturbo, ci fanno pensare che il nuovo obiettivo dei Team nei giochi Pokémon è quello di opporsi alle regole e alle novità introdotte nei rispettivi titoli, in favore dei classici combattimenti Pokémon senza artifici. Contemporaneamente a questi due personaggi e i relativi scagnozzi, coesistono però i veri malvagi della storia, che mossi dal potere e dall’ego, cercano in solitaria di raggiungere i loro scopi. Stiamo parlando di Samina per Alola e Rose per Galar.

Il potere passa nelle mani del singolo

La scelta da parte di Game Freak e The Pokémon Company di sostituire un antagonista che è tale sin dai primi minuti di gioco, in favore di un nemico che ci studia, che si finge nostro amico per poi rivelarsi quello che è realmente rappresenta una scelta forte, che avrebbe stravolto il franchise. Quella che all’inizio abbiamo presentato come la volontà di cambiare qualcosa per evitare che il tutto risulti ripetitivo, misto a un cambiamento repentino dei tempi, dei giovani e delle tecnologie rispetto alla fine degli anni ’90, ha posto dei dubbi negli sviluppatori.

Samina e Rose

Se per i ragazzi nella decade del 1990 il male nelle persone era stereotipato come la criminalità organizzata, per i ragazzi nella decade del 2010 è rappresentato dal terrorismo. Le differenze tra un gruppo di malviventi organizzati con regole e onore, e dei solitari che agiscono per un ideale imponendolo al mondo senza preoccuparsene troppo, sono abissali. Permetteteci dunque di parafrasare questo delicato concetto, e di paragonarlo un po’ a quello che è capitato anche nel mondo Pokémon, che ha sentito l’esigenza di adeguarsi ai tempi, non soltanto nelle tecnologie, ma nei pensieri collettivi di una comunità fatta di persone reali come noi.

Un’altra forte diversità dei tempi moderni, è la dilagante sensazione di egocentrismo che ci ritroviamo a vivere nel nostro piccolo ogni giorno sui social e per strada. Tutti sanno, tutti conoscono, tutti sono convinti delle proprie idee, ma nessuno ascolta. Ci rifugiamo dietro ai pixel, confortati dalla schiera di profili inanimati che ci danno man forte. Questa è ovviamente una generalizzazione estremizzata, che però rispecchia quello che hanno portato della vita reale all’interno dei videogiochi figure come Rose o Samina.

Due soggetti inebriati dal sapere o dal credere di sapere, dal controllo o dalla sensazione di avere il controllo. Due personaggi egoisti, pronti ad abbandonare dei figli o rischiare la distruzione di una regione soltanto per il desiderio di compiere qualcosa di grande. Eccola: è questa qui la mentalità di un malvagio, la stessa che abbiamo visto da Giovanni fino a Elisio, con forse la differenza che, dal momento che Samina e Rose non hanno gruppi di persone che li sostengono, possano accorgersi che forse non vale la pena di inseguire un ideale utopico, forse finalmente sono stati capaci di ascoltare.

Eternatus Dynamax
Eternatus Dynamax

La caduta dei Team malvagi non significa che ai videogiochi Pokémon manchi un nemico, ma che nel tempo il concetto di criminali organizzati in piccole società dittatoriali è andato scemando, riadattandosi a un nuovo ruolo e lasciando lo scettro della sovranità nelle mani di altri. Le preferenze di ognuno poi sono soggettive e figure come Rose, che in Pokémon Spada e Scudo è molto caratterizzato ma veramente poco malvagio, può stonare nel ruolo di antagonista. L’idea di team nemico è talmente radicata in Pokémon che non è possibile eliminarla, ma non è altrettanto giusto ridicolizzarla come nel caso del Team Yell.

Credo sia corretto cercare di stabilire nuovi standard e nuove tradizioni, ed è quello che Game Freak sta provando a fare, tanto che nessuno ormai si aspetta nuovi Team malvagi di rilievo all’interno dei giochi. Questo è un sacrificio che è stato necessario per svincolare da alcuni canoni prestabiliti una storia che ripercorreva quasi sempre gli stessi passi, lasciando maggiore libertà di narrazione. Un ottimo Team malvagio e una trama rivoluzionaria sarebbero potute convivere all’interno dello stesso videogioco Pokémon? Molto probabilmente sì, anche se a molti non sarebbe piaciuto. Molti rimpiangono con nostalgia le orde di reclute del team di turno che tediano il protagonista con i loro fastidiosi e fragili Golbat. Dobbiamo dire però che le avventure vissute nelle ultime generazioni ci hanno fatto tornare indietro nel tempo, come se iniziassimo un qualcosa di nuovo, ma con la consapevolezza di averlo già vissuto.

Un grazie speciale a Scontrino del Team Creativo per alcune immagini di questa rubrica.

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