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The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2, tutto quello che (non) sappiamo

Dopo l’annuncio del seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, proviamo ad analizzarne il trailer e immaginare scenari futuri.

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Il seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild è ora in sviluppo. Queste sono le parole che coprono di immenso valore l’ultima schermata buia in chiusura del Nintendo Direct andato in onda durante l’E3 2019. Come un fulmine a ciel sereno intriso del Potere Dorato, la casa di Kyoto ha dapprima acceso la curiosità di tutti, poi confuso la mente di tanti e infine emozionato gli amanti della Leggenda videoludica trentennale.

Una manciata di sequenze racchiuse in un breve video sono bastate a risvegliare ancora una volta il nostro spirito da protettori Sheikah, per metterci in allarme. Siamo lontani dalle impervie sfide affrontate due anni or sono, eppure il pericolo è ancora dietro l’angolo, anzi, era solo in placida attesa di ergersi in tutto il suo terrificante potere. Forti della Spada Suprema conquistata, abbiamo deciso di attingere alla tecnologia dei protettori della principessa per scandagliare ogni indizio (celato o meno) nel filmato. Spiccate con noi un balzo con la leggerezza dei Rito per addentrarci in un’analisi minuziosa adornata da alcune prospettive future. E che la Dea Hylia ci assista.

Lasciate ogni speranza o’ voi che entrate

Ciò che ha sbalordito e confuso tutti nelle prime istanze è stato rivedere simbolismi ma soprattutto uno stile artistico e grafico familiare. La saga di The Legend of Zelda rifugge dagli stilemi tradizionali di tanti altri franchise d’intrattenimento e incorpora i suoi principi cardine in una struttura originale, di capitolo in capitolo. Curioso notare che una delle eccezioni a questa affermazione ricada all’inizio del nuovo millennio, con l’uscita di Majora’s Mask, ma ci torneremo più avanti.

La volontà di riprendere l’universo dell’ultima esperienza che ha segnato l’iniziale successo di Nintendo Switch è condivisibile e apprezzata: dopo circa cinque anni di lavoro per costruire da zero un nuovo motore, sarebbe stato un peccato sfruttarlo per una sola occasione. Arrivati nel 2019, sembra che Eiji Aonuma sia intenzionato a partire da queste solide basi non solo per mere questioni tecniche, quanto per ampliare i filoni narrativi e la realtà tratteggiata nello scorso capitolo.

Dei filamenti luminescenti verde acqua macchiano un ambiente troppo oscuro da riconoscere e, successivamente, la telecamera arretra per mostrare una spirale discendente, la quale sembra piombare su una serie di radici spettrali che si allungano oltre la nostra portata visiva. Un battito scostante irrompe nel silenzio. A un’attenta analisi, l’immagine sulla sinistra pare nascondere un significato nascosto attraverso questi rivoli sospinti dal vento: attorcigliandosi e sciogliendosi essi formano delle lettere associabili all’alfabeto Gerudo. Le parole che paiono delinearsi con questo intreccio sono tanto familiari quanto spaventose: Seal Ganon (sigilla o sigillate Ganon).

La luce rassicurante di una fiaccola accesa rischiara una parete rocciosa, focalizzando l’attenzione sulle pitture rupestri che la caratterizzano. Degli arcieri pronti a colpire seguono una figura posta al centro: una persona a cavallo, armata di tridente. Il simbolo formato da due cerchi a spirale orizzontale rimanda ancora al popolo delle guerriere visto per la prima volta in Ocarina of Time e al loro re, unico maschio: Ganondorf.

Bloccando solo per un momento quella sospensione dell’incredulità che ci culla per questo viaggio, è da notare il movimento realistico della fiamma. Dalla cima al punto di origine, la fisica realistica ma non reale di Breath of the Wild sembra trovare posto anche nel seguito.

Il frame catturato sulla sinistra è ricco di dettagli. La lumiserite, il minerale già presente nell’ultimo capitolo, risplende dello stesso colore visto nei primi secondi del video. A fare da collante è una leggenda secondo la quale queste pietre preziose custodirebbero le anime dei caduti; che i filamenti sospesi nel vuoto siano puro spirito, un po’ come gli stessi che avvolgevano i Campioni che hanno aiutato Link nello sconfiggere la calamità Ganon?

L’inquadratura scelta sta forse a indicare che la tensione si genera in uno spazio angusto e sotterraneo. Potrebbe trattarsi del ritorno dei classici dungeon, o ancora di una miniera, data la presenza di minerali, che si snoda attraverso dei cunicoli comunicanti con le fondamenta del castello di Hyrule. Da queste prime istanze pare certo che i nostri eroi abbiano intrapreso un cammino lungo e tortuoso, come dimostra l’animale simile a un bufalo, di razza sconosciuta, e la mole di attrezzatura presente ai lati dello stesso.

E poi un primo piano: l’immagine di Link e Zelda rassicura e insieme entusiasma gli spettatori. La principessa è insolitamente turbata e dalla fiaccola impugnata si palesano altri particolari: il mantello, i guanti e il nuovo taglio di capelli potrebbero darci la prova che il percorso di crescita intrapreso in Breath of the Wild sia terminato con successo e ora è sufficientemente preparata ad affrontare i pericoli accanto al suo protettore. La Spada Suprema di cui si intravede l’elsa fa intuire che il tempo del citato capitolo è oramai parte del passato e il vestiario lascia ipotizzare maggiori possibilità di personalizzazione.

Zelda non è più confinata fra le mura del castello, bensì pare un membro attivo del gruppo, intenta a camminare accanto a Link lungo un ponte, dove è possibile scorgere altre fonti di lumiserite.

L’origine della spirale e degli effluvi malvagi si presenta nella sua orripilante figura: una mummia ornata da vari gioielli pare fluttuare sospesa, aggrappata da un arto altrettanto agghindato e dagli stessi cromatismi verdi notati in precedenza. I simbolismi Gerudo e il punto dove la mano si appoggia suggeriscono ancora una volta che siamo al cospetto di Ganondorf, o almeno quello che ne rimane, dopo il colpo subito da Link in Twilight Princess proprio al petto. Se includiamo l’ipotesi di un processo di mummificazione avvenuto nel passato, una serie di antichi compiti complessi e precisi da compiere per la conservazione di un corpo, viene lecito chiedersi chi si sia applicato nella sua realizzazione. Nonostante le forme legate alla tecnologia Sheikah, i cromatismi verdi potrebbero svelare una versione distorta del loro potere, di cui potrebbero essere colpevoli gli Yiga. Gruppo di ribelli staccatosi proprio dai protettori della Dea Hylia e di Zelda, costoro potrebbero essere implicati in questa oscura macchinazione.

L’immagine di sinistra spaventa lo spettatore per l’assenza di confini centrali e insieme per i tetri spazi tratteggiati: ciò che si erge davanti al paesaggio sembra l’entrata di un dungeon, o, osservando le decorazioni, di un mausoleo sulla stregua delle piramidi egiziane.

E infine un paesaggio caro, apparentemente tranquillo. La nostra Hyrule pare rimasta inerme alle visioni disumane che si stanno ramificando nel sottosuolo. Poi una sorta di terremoto e tra le polveri e il boato generato, il castello sembra librarsi in aria. Questo scorcio offerto in chiusura potrebbe suggerire che la mappa della prossima avventura possa definirsi come un rimaneggiamento di quella ampiamente consultata due anni fa, in virtù di una landa mutata in un tempo che per il momento rimane a noi indefinito, con la presenza, forse, di edifici ricostruiti al posto delle macerie.

Un battito cardiaco ora regolare accompagna il termine del video, ammonendo il giocatore sui pericoli risvegliatisi dalla terra per giungere in superficie.

Forza, saggezza e coraggio

sequel Zelda breath of the wildCome affermato dagli autori, il seguito di Breath of the Wild nasce da un’incredibile mole di idee per nuove espansioni. Data la loro grande portata, ha così preso corpo l’idea di un seguito diretto. Ma dove si colloca temporalmente questa avventura inedita?

In Skyward Sword si racconta che Ganondorf sia la personificazione di una maledizione intrisa di rabbia e odio verso i due eroi, forse frammentato da più manifestazioni incorporee, come quella sconfitta nel capitolo più recente. Lontani sono i tempi di Ocarina of Time, che segnò una rivoluzione e insieme una scissione in tre rami dei giochi successivi: quello che prevede la disfatta di Link e quello che avviene dopo la sua vittoria, come bambino o adulto. Presagendo il ritorno di Ganondorf e data la presenza di creature come i Lynel o i Ryto, vecchie conoscenze di divaricazioni distinte della narrativa generale, è possibile che il seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild rappresenti un punto di incontro?

Lungi dalla volontà di riciclare il motore grafico senza apporvi delle modifiche, il team di sviluppo pare aver già migliorato la componente di luci e ombre con più toni, mentre il cell shading appare impeccabile. Lontani dai prati di semi di korogu e dalle lande verdeggianti, il nuovo capitolo appare il più oscuro dell’intera saga, fra immagini spettrali, morti e una musica spaventosamente inquietante, eppure quasi familiare. Prestando particolare attenzione, i più veterani potranno carpire le note che caratterizzavano il motivetto del game over della prima iterazione, mentre un messaggio nascosto si palesa volgendo al contrario l’intera traccia audio: “Find the body… goodbye Link, why did you find the body?” (Trova il corpo… Addio Link, perché hai trovato il corpo?) recita una voce quasi spiritica. La minaccia di Ganondorf appare sempre più vicina.

Confezionare un gioco come un trailer presuppone uno scopo, un obiettivo più o meno nascosto per il pubblico. Da qui nascono le domande sul ruolo di Zelda: tanto il suo equipaggiamento quanto la sua vicinanza fisica a Link non vanno sottovalutati e non è da escludere che diventi un personaggio giocabile oppure un comprimario controllato dall’intelligenza artificiale. Combattere accanto alla principessa potrebbe aprire le porte a inedite meccaniche di combattimento oltre a rappresentare un cambiamento rivoluzionario per una storica serie.

Il seguito di Breath of the Wild dovrebbe richiedere meno tempo di sviluppo rispetto al primo, grazie a vari elementi base già a disposizione dello studio. Non ce lo aspetteremmo comunque nel 2020, con una serie di titoli di spessore annunciati già da tempo da parte di Nintendo in grado di arricchire i mesi futuri. “Tu sei la luce che un giorno illuminerà di nuovo il regno di Hyrule. È giunto il momento per te di metterti in viaggio” incoraggiava la principessa all’eroe dalla spada che esorcizza il male, e noi non vediamo l’ora di tornare all’avventura.

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