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Dragon Quest Monsters: Il Principe oscuro, Recensione: la maledizione del demone che divenne un Domamostri

Abbiamo avuto modo di provare e recensire per voi Dragon Quest Monsters: Il Principe oscuro; analizziamolo insieme.

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Dragon Quest Monsters: Il Principe oscuro è la new entry nel filone omonimo della saga, uno spin-off di quella principale che esordì in Giappone nel 1986. Si tratta di un GDR del tipo monster collector, che si piazza temporalmente in concomitanza con gli eventi di Dragon Quest IV. È inoltre il primo titolo della saga “Monsters” ad arrivare su Nintendo Switch e abbiamo avuto modo di giocarlo e analizzarlo per voi.

Vendetta

In Dragon Quest Monsters: Il Principe oscuro, vestiamo i panni del giovane principe demoniaco Psaro, figlio del grande Re dei mostri della terra di Nadiria, Randolfo. Nato da un rapporto di quest’ultimo con una donna terrestre di cui si era invaghito, chiamata Miriam, abita ora insieme alla madre.

La donna è purtroppo affetta da una grave malattia che la costringe a letto, impedendole di educare il figlio a una vita basata sull’onestà e sul controllo dei propri poteri, che avrebbero potuto ferire gli uomini comuni di Terrestria.

Dragon Quest Monsters: Il principe Oscuro

Un giorno però Psaro, stanco della situazione, si recò a Nadiria, desideroso di spiegazioni dal padre Randolfo in merito al morbo della madre. Egli informò il figlio della possibilità di curarla, ma gli disse anche di non volerlo fare. Questo scatenò l’ira del principe che tentò di aggredire il padre; Randolfo rispose però scagliandogli una maledizione che gli avrebbe impedito permanentemente di colpire e arrecare danno a qualsiasi mostro di Nadiria.

Esiliò il figlio nel luogo alla fine del tempo, dove Psaro incontrerà “Il Drago di Zenithia” che alla vista del principe mezzo demone, gli propone di rinunciare completamente alla vita da Mostro, rimuovendo completamente il sangue di Mostro che è in lui. Il Nostro però rifiuta, poiché il suo desiderio di vendetta verso il padre è troppo forte. Un giorno, avrebbe ucciso il Re di Nadiria.

Dragon Quest Monsters Fuffa

Hands On

Dopo questo incipit, che ci dà un’infarinatura sulla storia dietro a Psaro, veniamo catapultati a Col Rosato, città di Terrestria dove abbiamo la possibilità di muovere i primi passi nel gioco, sia in senso pragmatico, in quanto è qui che è possibile iniziare a esplorare, sia in senso figurato, in quanto inizia una relativamente lunga fase di tutorial che illustra tutte le meccaniche di Dragon Quest Monsters.

La maledizione di Randolfo impedisce a Psaro di lottare con i mostri, ed è qui che si palesa il coore loop del gioco: lo faranno altre creature al posto suo! Sono Mister Muster e Fuffa, il capo del villaggio di Col Rosato e un simpatico mostriciattolo dall’aspetto adorabile, che lo guidano nel mondo delle lotte e lo aiutano a diventare quello che in gergo si chiama un Domamostri, ovvero qualcuno in grado di combattere grazie all’aiuto di fidate creature mostruose.

Dragon Quest Monsters

È tempo di combattere!

L’avventura del principe mezzo demone si basa, da quel momento in poi, sull’ottenere mostri sempre più forti e più versatili per contrastare qualsiasi tipo di avversario che gli si pone davanti e sconfiggere infine il padre ripudiato.

I cerchi di Nadiria, veri e propri regni realizzati in vario stile e che ospitano diverse specie di mostri, sono esplorabili dal giocatore. Esse sono in gran parte riprese dai precedenti episodi di Dragon Quest e sono suddivise in 9 gradi, dal grado G al grado X, questo ultimo riservato ai più potenti. Nel nostro gameplay, per la selezione dei nostri fidati compagni, ci siamo spesso basati oltre che sul grado, anche sulla loro attrazione estetica, in quanto non sempre i mostri appaiono convincenti in tale senso e il loro design è un po’ troppo semplice.

Nonostante ciò, acquisire mostri sempre più forti diventa via via più stimolante, soprattutto alla luce delle sfide che il gioco fin dall’inizio mette davanti al giocatore, date dai Mostri Grandi, molto più forti delle normali creature presenti nell’over world. Non si tratta di elementi della missione principale, ma di battaglie facoltative che il giocatore può effettuare se lo desidera.

Dragon Quest Monsters Mostri Grandi

Un tocco di maggiore potere alla nostra squadra giunge inoltre dalla meccanica della sintesi, che ci permette di fondere due mostri di livello 10 o superiore in uno solo che erediterà i Punti Talento dei due ‘genitori’, un po’ come il breeding che noi Allenatori conosciamo da Pokémon, però elevato all’ennesima potenza in quanto permette di ottenere delle creature completamente diverse dai due originali, con i quali potrebbero condividere solamente un elemento.

Una volta ottenuti i mostri più abili, possiamo testarne il potenziale nel Koliseum di Terrestria e nell’Arena di Endor, a Nadiria, oltre che nelle lotte multigiocatore online.

Positiva è la presenza di un ciclo delle stagioni che varia non solo l’aspetto delle ambientazioni tanto a Terrestria quanto a Nadiria, ma anche i mostri stessi rintracciabili lungo la mappa. Ciò si amalgama agli altri elementi che renderebbero il titolo un eccellente monster collector, se non fosse per i difetti per il quale non è possibile soprassedere.

Ora il modo di raccontare la trama, specialmente nelle fasi iniziali in maniera troppo sbrigativa, ora il design abbastanza altalenante degli spazi (che appaiono spesso vuoti) e delle creature (che appaiono senza carattere), fanno accusare spesso un senso di insoddisfazione. L’esplorazione del mondo di gioco, pur essendo il più delle occasioni fluida grazie a dei comandi responsivi, è invero macchinosa a causa della rigidità di talune sezioni. Capita per esempio che non sia possibile saltare da un dirupo troppo alto, oppure da una piattaforma all’altra a causa di muri invisibili.

La sensazione è un po’ di girovagare per una versione riadattata delle Terre Selvagge di Pokémon Spada e Scudo. Scarsa è anche la qualità delle immagini, con una risoluzione relativamente bassa che pur tuttavia palesa degli sporadici cali di frame rate.

Dragon Quest Monsters Combattimento

Il punto di forza del titolo è l’ottimo sistema di combattimento semiautomatico, che dà la possibilità di pianificare ogni turno in maniera più o meno accurata, grazie a un’intelligenza artificiale sia nemica che alleata capace di effettuare le scelte giuste anche se si decidesse di premere il tasto combatti senza alcuna organizzazione. Di cattivo gusto è la sola scelta di non mostrare i Punti Vita dei mostri avversari.

Nel caso siate interessati all’acquisto di Dragon Quest Monsters: Il Principe oscuro, il gioco è disponibile in esclusiva per Nintendo Switch sul Nintendo eShop al prezzo di 59,99 euro.

Voto: 7

Pro
Ottimo sistema di combattimento
Fluidità nei movimenti
Prestazioni non eccellenti, ma tutto sommato in linea con gli standard attuali
Coefficiente di difficoltà e apprendimento adeguati
Contro
Grafica non eccellente
Poca libertà di esplorazione
Ritmi di narrazione lenti
Qualità del design dei mostri e delle ambientazioni altalenante

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