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Peridot, Recensione: un colorato tamagotchi in AR di Niantic

Recensione di Peridot, gioco Niantic che consiste in un tamagotchi con creature procedurali, realtà aumentata e intelligenza artificiale.

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Pokémon Millennium nacque oltre 20 anni fa con l’intento di celebrare i mostriciattoli tascabili di Game Freak e Nintendo, e proprio queste creaturine sono rimaste per tutto questo tempo il centro del brand e il cuore della nostra community. Tosti e prorompenti, tutti differenti recitava la sigla dell’anime che ci ha accompagnato per un quarto di secolo.

Tra i tanti prodotti nati in questo lunghissimo periodo, Pokémon GO di Niantic, software house di base a San Francisco in California (USA), è stato sicuramente quello che è riuscito a rivitalizzare il marchio portando nuova linfa all’intera comunità globale degli Allenatori di Pokémon grazie a un uso intelligente e innovativo della Realtà Aumentata.

Ed ecco che dall’esperienza di Niantic ha preso vita un nuovo progetto, ora disponibile per tutti: Peridot, un tamagotchi moderno in realtà aumentata dove il giocatore accudisce tante creature magiche tutte differenti… ma differenti per davvero! Ogni singolo animaletto ha un suo codice genetico, dei tratti e una personalità che lo rendono estremamente unico nel suo genere e completamente diverso da ogni altro suo simile.

Lo scorso 26 aprile siamo stati invitati da Niantic a uno speciale incontro via Zoom con Tom Glover, Responsabile della Comunicazione di Niantic, e Ziah Fogel, Direttrice della Produzione di Peridot. I due ci hanno illustrato tutti i dettagli del progetto dalla sua genesi fino ai piani per il futuro del gioco. Abbiamo anche avuto accesso alla beta di Peridot per circa una settimana, così da provare le funzioni di gioco e testare l’esperienza generale del gameplay prima del lancio previsto per mercoledì 9 maggio 2023.

ATTENZIONE: A fine recensione, come al solito, troverete anche un voto ma ci teniamo a specificare che mai come questa volta il risultato finale è puramente indicativo dello stato attuale di gioco. Niantic è celebre per cambiare le carte in tavola dei suoi prodotti continuamente, aggiungendo funzioni su funzioni nel corso dei mesi. Considerate il voto di questa recensione come un punto di partenza.

Custodi di creature magiche

Stiamo oltrepassando i confini di ciò che può essere un gioco Niantic

Ziah Fogel

Prendete un tamagotchi e traslatelo nel nuovo millennio in casa Niantic: ecco a voi un gioco mobile di pet simulation e collezione di mostriciattoli dove realtà aumentata e intelligenza artificiale arricchiscono l’esperienza di allevatori di adorabili animaletti. Anzi, il termine esatto è Custodi: l’ambientazione creata da Niantic vuole che queste creature chiamate Peridot (abbreviate Dot) siano rimaste nascoste e ibernate per centinaia di anni nel nostro mondo, prima di essere trovate dalla Keeper Society (Società dei Custodi) di cui gli utenti del gioco fanno parte.

Scelta iniziale di Peridot

I Dot hanno bisogno dell’aiuto dei Custodi per crescere e accoppiarsi per avviare nuove generazioni di creature. Ma i Dot necessitano dei Custodi anche per riconoscere questo nuovo mondo a loro ormai sconosciuto. Infatti, ogni animaletto ha dei Desideri da esaudire che consistono in piccole missioni che si aggiornano molto rapidamente. Questi Desideri involvono spesso l’inquadrare animali, piante, persone e oggetti, cose che il sistema di gioco riconosce grazie all’Intelligenza Artificiale di cui parleremo più avanti.

Una volta che i Dot sono adulti, i Custodi possono accoppiarli agli animali degli altri Custodi. Questo può avvenire sia tramite l’implementazione di Campfire, il social interno di Niantic che conosciamo già grazie a Pokémon GO, sia attraverso gli incontri con altri Custodi nel mondo reale o negli Habitat (il corrispettivo dei PokéStop di questo gioco), dove i Dot vengono messi “in vetrina” per cercare nuovi compagni.

Ogni Peridot è generato proceduralmente e possiede un DNA unico al 100%, il che risulta in una miriade di variazioni nell’aspetto delle creature. Il numero di variazioni che potete trovare nelle creature sorpassa il numero di stelle nell’universo o il numero totale di granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo. Se vi state chiedendo che numero sia, questo è 2.3 volte 10 elevato alla ventiquattresima.

Ziah Fogel

Qui entra in gioco un sistema generativo delle creature incredibilmente innovativo e sofisticato che esploreremo nel dettaglio nel prossimo capitolo. Per il momento vi basti solo considerare che ogni animale ha dei tratti e delle caratteristiche fisiche che possono essere mescolati a quelli di altri Dot, e per questo motivo dalla loro unione escono creature sempre diverse. Trovare due Dot perfettamente uguali è una possibilità davvero infinitesimale, e questo significa che ogni animaletto posseduto dal giocatore è speciale ed unico a modo suo.

L’intera struttura di Peridot spinge il giocatore a cercare gli Archetipi e i Tratti più rari dei Dot per ottenere creature sempre più particolari, da quelle più buffe a quelle più cangianti e colorate. Purtroppo per il momento l’unico metodo con il quale è possibile ottenere nuove creature da custodire è esclusivamente l’accoppiamento con altri Dot, e questo è un problema non indifferente per due motivi principali.

Il primo ostacolo è di natura economica, poiché far accoppiare un Dot con un altro è un gran dispendio di risorse che non sono agevoli da accumulare gratis. I Nidi per ospitare le uova dei Dot hanno un costo in euro, mentre le Lacrime di Luce utili per pagare lo sforzo dell’accoppiamento hanno bisogno di molto tempo di accumulo prima di arrivare alla quantità richiesta. L’unico modo per ottenere Lacrime di Luce è completare le missioni giornaliere e avere tanti amici con cui scambiarsi lacrime di luce ogni giorno, mentre per i Nidi bisogna approfittare di quelle volte che ne esca uno gratis nello store interno del gioco.

Il secondo ostacolo all’ottenimento di nuovi Peridot invece è proprio un problema di design. Per accoppiare i propri Dot bisogna per forza andare a contattare gli altri Custodi sul social interno Campfire, anche quelli incontrati di passaggio o negli Habitat, con il risultato che molte richieste di accoppiamento risultano non visualizzate per lunghi periodi o bellamente ignorate. A ciò va ad aggiungersi il tipico problema dei giochi Niantic: se si risiede in una zona lontana dai waypoint è un po’ più arduo proseguire nel gioco.

Custodi di Peridot con i loro Dot attorno a un falò, a simboleggiare l'integrazione di Campfire di Niantic

Queste problematiche non le abbiamo sollevate solo noi, lo spazio della community di Campfire riservato a Peridot è infatti gremito di messaggi simili, di altri consigli e altri critiche. Niantic però ci ha sempre dimostrato di saper far tesoro dei feedback dei suoi utenti e di migliorare costantemente l’esperienza dei suoi giochi, per questo siamo fiduciosi e parimenti curiosi di comprendere come evolverà Peridot nel futuro anche per quel che riguarda le meccaniche di accoppiamento.

Da tech demo a monster collector

Peridot è nato circa 3 anni fa come tech demo, un prototipo che Niantic aveva creato per testare nuove funzionalità AR da implementare eventualmente nei suoi prodotti futuri. Ed è proprio esplorando queste possibilità che gli sviluppatori e il management di Niantic si sono convinti nel dover realizzarne un titolo disponibile al pubblico, senza affidarsi a partner esterni come nel caso di Nintendo per Pokémon GO. In sostanza Peridot è il primo gioco dopo Ingress ad essere esclusivo di Niantic.

Peridot incarna davvero lo spirito innovativo dei Niantic Labs

Ziah Fogel

In questi 3 anni Niantic ha dedicato a Peridot un piccolo team di sviluppo sperimentale il cui incarico era proprio esplorare i limiti delle possibilità delle tecnologie AR e della piattaforma Lightship di cui Niantic è proprietaria, con l’obiettivo finale di realizzare un videogioco simulativo che fosse AR first, ossia che mettesse la realtà aumentata al centro focale dell’esperienza di gioco.

Il parco di possibilità offerte da Peridot infatti non va solamente recepito per il prodotto in sé, ma va anche ragionato per le future implicazioni che potrebbero avere i prossimi giochi di Niantic e in generale per il modo in cui potrebbe evolvere il mondo dello sviluppo dell’AR.

In effetti è proprio giocando che è possibile notare come gli animaletti si muovano in prospettiva sulle superfici riconoscendo terreni, scaffali, gradini e ripiani. Se passa qualcuno davanti alla fotocamera i Dot vengono oscurati in maniera dinamica – anche parzialmente – invece che restare sullo schermo; se viene lanciata una pallina e finisce dietro un mobile o un albero, le creature passano dietro questi ostacoli. Ovviamente anche la pallina reagisce all’ambiente!

Grazie alle integrazioni di Intelligenza Artificiale i Dot interagiscono davvero con il mondo circostante. Peridot mappa in tempo reale ciò che è inquadrato dalla telecamera per consentire il movimento in prospettiva delle creature, anche dietro eventuali ostacoli e perfino quando la copertura è solo parziale. L’IA riesce anche a comprendere l’esistenza di oggetti ed esseri viventi all’interno del mondo reale attraverso la fotocamera, ovviamente con i suoi limiti. Per quanto le creature siano ovviamente virtuali, con la giusta luce e una buona mappatura dei dintorni queste sembreranno quasi reali nell’inquadratura dello smartphone!

Foto dell'interfaccia di gioco di Peridot con un Dot di fianco a un cane.

Non sempre l’IA riesce nei suoi intenti perché molto dipende proprio dalla qualità dell’inquadratura. Per esempio molte volte mi son trovato con Desideri inesauditi perché il mio Dot voleva incontrare un cane nel mondo reale, ma il sistema non riusciva a riconoscerlo! Ma insomma, in fin dei conti l’implementazione dell’IA è divertente e interessante, e in pieno stile Niantic spinge anche il giocatore a muoversi verso l’esterno per cercare piante, alberi, terreni specifici e Habitat. Alcuni oggetti si possono trovare solo in determinati tipi di superfici che l’IA riconosce!

Gli unici reali problemi di giochi che utilizzano queste tecnologie così avanzate derivano purtroppo dalle piattaforme su cui girano, le quali costituiscono l’unica barriera d’accesso fisica per l’utenza: essendo un gioco sempre in AR che usa molte risorse della unità grafica dei chipset degli smartphone, solo alcuni cellulari sono supportati. E in ogni caso, l’essere sempre in AR comporta un gran dispendio di batteria, quindi attenzione alla carica!

Animazione di accoppiamento

Al di là delle innovazioni AR, Peridot mette sul piano di gioco anche il già citato sistema di generazione, un incredibile codice che permette di avere quell’unicità assoluta di ogni Dot già accennata qualche paragrafo più su. Come spiega più approfonditamente questo interessante articolo degli sviluppatori, ogni Dot è creato con un sistema procedurale, un po’ in stile No Man’s Sky di Hello Games per chi conosce questo gioco. Tale sistema è sostenuto da un codice genetico, un DNA digitale che conserva ogni caratteristica dei Dot e ne consente la mescolatura durante l’accoppiamento. Niantic chiama questo sistema Perigenetic System.

Non sono solo i Tratti, i colori e le personalità dei Dot a essere conservati nel DNA, ma anche variabili dei Tratti stessi. Per esempio un Dot potrebbe avere lo stesso Tratto “Corna Intrecciate” di un altro Dot, ma tali corna possono differire in lunghezza e sfumature di colore. Niantic ha in programma per il futuro di inserire sempre più Archetipi e Tratti, per continuare a dare novità alle creature nonostante la già estesa e vivace varietà.

Peridot ha un futuro coloratissimo

A contornare questi sistemi super-tecnologici di Peridot ovviamente non potevano non esserci un po’ di colore e brio. Al di là delle tonalità accese, dei pattern cangianti e degli effetti luminosi che possono caratterizzare i Dot, l’intera esperienza di gioco è accompagnata da funzioni accessorie che tingono le brevi pause e le passeggiate del giocatore lungo la sua giornata, periodi in cui il gioco è stato ideato per funzionare al meglio.

Peridot con un cappellino omaggio per il lancio del gioco.

Per esempio la musica cambia dinamicamente in base agli ambienti e al meteo, è possibile scattare foto in AR o registrare brevi video da esportare come gif, si possono accarezzare i propri Peridot ed è possibile insegnare loro una serie di trick: dare la zampa, saltare, rotolarsi, e così via. Inoltre sono anche acquistabili elementi cosmetici come occhiali, cappelli e altri tipi di accessori che consentono una personalizzazione più personale delle proprie creature.

Durante l’incontro su Zoom, Niantic ci ha detto in più di un’occasione di voler realizzare anche gadget e prodotti accessori come peluche e fumetti, ma ovviamente sarà solo il tempo a farci scoprire se il bizzarro mondo dei Peridot potrà anche essere scorporato dalla dimensione degli smartphone.

Peridot è un’IP originale ed è un marchio molto estensibile con possibilità multidimensionali di intrattenimento per la narrazione, l’animazione e perfino il merchandising: abbigliamento, oggetti da collezione e, naturalmente, come gioco Niantic, eventi del mondo reale che avranno un ruolo importante anche per Peridot.

Ziah Fogel
Passeggiata con un Dot

Per il momento Peridot come videogioco convince molto dal lato tecnologico e nella varietà delle creature, ma allo stato attuale è chiaro che manca ancora qualche funzione di gameplay per rendere l’esperienza un po’ più coop e meno esigente dal punto di vista dell’accoppiamento. Sarebbe fantastico anche se fosse prevista in futuro una funzione PvP. Se siete abituati ai lavori di Niantic come noi, saprete sicuramente che tutti i loro progetti sono in costante divenire, e per questo motivo non vediamo l’ora di scoprire l’evoluzione che subirà Peridot nel prossimo futuro.

Potete scaricare in maniera totalmente gratuita Peridot dagli store dei telefoni Android e iOS, ma ricordate che il gioco funzionerà solo sui dispositivi in grado di gestire il peso delle tecnologie AR del gioco, molto più esigenti di Pokémon GO sulla GPU degli smartphone: dall’iPhone 8+ in su per i device Apple, mentre riguardo Android il discorso si complica a seconda dei modelli (in teoria tutto ciò che abbia almeno due camere posteriori e sia uscito negli ultimi due anni dovrebbe andare, ma non è una cosa ovvia). Inoltre potete raggiungere la neonata community di Peridot Millennium attraverso questo link, disponibile anche su Campfire.

Voto: 8

Pro
Il codice genetico rende la varietà di creature davvero sorprendente
Gli animaletti sono tenerissimi e supercolorati
Occlusione ambientale migliorabile ma funziona e convince
IA migliorabile ma incredibile
Contro
L’accoppiamento ha costi sproporzionati ed è l’unico modo per ottenere Dot nuovi
Si avverte la mancanza di vere funzioni coop o competitive
Solo alcuni smartphone sono supportati
La batteria è messa a dura prova

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