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Children of Silentown, Recensione: il silenzio del punta e clicca per Nintendo Switch

Children of Silentown è la nuova avventura punta e clicca arricchita da enigmi sviluppata da Elf Games e prodotta da Daedalic Entertainment.

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   · 4 min lettura Recensioni
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Ssssst, solo in silenzio o sussurrando si può sgusciare lungo le sparute stradine sperdute in mezzo al nulla. Racconti forse strampalati vengono mormorati di persona in persona, ma chissà cosa accade a chi non rispetta le regole di Children of Silentown.

Anche l’Italia vuole dire la propria nell’industria dei videogiochi mondiale, chi rifacendosi a Pokémon, chi dando la propria chiave di lettura di un genere la cui epoca d’oro risale agli anni ’90. Elf Games ha infatti proposto la sua variante di avventura grafica per Nintendo Switch e altre piattaforme, spalleggiato da Daedalic Entertainment e affidando il lavoro artistico alla disegnatrice nota su Youtube come Fraffrog. Ne è emersa una sorta di fiaba che viaggia su uno spartito malinconico, a tratti cupo, capace di lasciare una nota di colore a chi l’ascolterà, a discapito del silenzio.

Grosso guaio a Silentown

Lucy appare una bambina come tante altre. Ha una coppia di genitori che la ama, un gruppo di amici con il quale inventarsi un nuovo svago di giorno in giorno e una comoda cameretta personale. Lucy vorrebbe essere una bimba come le altre e cantare, gridare, esplorare il mondo che la circonda, ma le regole non scritte di Silentown glielo impediscono.

Pur essendo lei il nostro alter ego, è lecito affermare che il protagonista di Children of Silentown sia il villaggio in sé, che come la Dublino di Joyce si racconta attraverso i suoi abitanti, dal panettiere al falegname, e i suoi punti di riferimento, la piazza, le vie laterali e il limitare della foresta. Raccontano i popolani che quest’ultima pulluli di mostri, rei di rapirli uno a uno a cadenza irregolare, e da questa paura atavica derivino le ferree norme che regolano le loro esistenze.

Children of Silentwown

Muovendosi tra i propri conflitti e i pregiudizi di chi la circonda, Lucy sarà spinta a disarcionare i dogmi di Silentown alla ricerca della verità. Dalla paura per ciò che non si conosce e la conseguente repressione di qualsivoglia curiosità, la trama scorre in maniera sì lineare e insieme coerente fino ai titoli di coda riscontrabili dopo poco più di 4 ore. Non solo, il finale, lungi dal lieto fine di una fiaba media, sbatte in faccia al giocatore l’impossibilità di risolvere certi nodi, mentre con la mente rimane a quella manciata di tetti isolati nel cuore della foresta.

Canto enigmatico

Se Return to Monkey Island richiede del pensiero laterale al fine di ottenere le giuste e bislacche combinazioni tra oggetti vari, Children of Silentown punta su un gameplay più facilmente leggibile anche per i novizi del genere. Alle sequenze animate si raccordano quelle di esplorazione libera, con l’obiettivo di volta in volta sempre chiaro da seguire; seguendo lo spirito dei punta e clicca insomma, l’impianto ludico si configura come una serie di eventi a catena innescati da quella o dall’altra mossa indovinata.

Ecco quindi la possibilità di osservare tanti oggetti (consigliamo di interagire in più di un’occasione con i medesimi per scoprire linee di testo inedite), di sistemarli in un apposito inventario dal quale pescarli o unirli all’occorrenza, facilitati da un’interfaccia asciutta e comoda nella parte a sinistra della schermata. La passione di Lucy per il canto nasconde inoltre la vena puzzle del gioco: unendo tre note distinte grazie ai dialoghi con i personaggi, si ottengono delle melodie intere che si trasformano in poteri e altrettanti tipi di enigmi.

Con la canzone della mamma, Lucy innescherà un puzzle per ricucire i sogni degli sventurati, facendo cioè correre un filo su dei lembi di stoffa nel tentativo di passare per tutti i bottoni presenti. Ancora, il canto dedicato agli oggetti dà il via a un enigma che richiede di creare un collegamento tra un punto A e il traguardo. Via via appena più elaborati con il prosieguo dell’avventura, tali mini giochi non si mostrano mai frustranti, anche se nelle battute finali il loro utilizzo si fa serrato, al limite del soffocante.

Children of Silentwown

L’occhio (vuoto) vuole la sua parte

Forte di un nome conosciuto nel panorama web nostrano, ovvero Fraffrog, l’ultima fatica di Elf Games sfoggia uno stile artistico a metà tra un afflato di Tim Burton e un libro illustrato per fanciulli, facendosi intrigante ai curiosi. Il caratteristico taglio in 2D fatto a mano rende i personaggi leggermente sproporzionati, con le teste appena più grandi del normale, gli arti stilizzati e gli occhi grandi, bianchi, vuoti. A suggellare lo spirito onirico della produzione sono i paesaggi e gli ambienti urbani sfumati, come a segnalare il mancato equilibrio tra la quotidianità degli abitanti di Silentown e l’incubo o la reale paura oltre le loro siepi.

C’era una volta un gruppo di sviluppatori italiani che, dopo il debutto nell’industria dei videogiochi, ha riversato la sua maturata esperienza in una nuova storia. Con un tocco di malinconia profonda e inquietudine, Children of Silentwown è una fiaba da vivere tutta d’un fiato alla ricerca della verità con Lucy, lasciandosi ipnotizzare dalle abitudini dei suoi melanconici quanto piuttosto profondi personaggi e dalla loro fiaba.

Children of Silentown è disponibile dal giorno 11 gennaio 2023 per Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop al prezzo di 19,99 euro.

Voto: 7.5

Pro
Una buona storia dal taglio onirico e favolistico che convince fino alla fine
Impianto artistico distintivo e ben curato
Contro
Le parti finali mancano del buon equilibrio tra esplorazione, enigmi e sequenze animate di quella iniziale

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