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Made In Abyss Binary Star Falling into Darkness, Recensione: il videogioco non regge il confronto

Il videogioco d’avventura ispirato al manga e alla serie di Made In Abyss è ora disponibile: vale la pena affrontare l’Abisso?

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   · 7 min lettura Recensioni
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Non fatevi ingannare dai piccoli esploratori in copertina: se conoscete la serie animata o il manga di Made In Abyss saprete sicuramente a cosa state andando incontro con il videogioco, ispirato all’anime e creato con la supervisione del creatore originale Akihito Tsukushi.

Riprendendo forse una delle serie più oscure degli ultimi tempi, il videogioco di Spike Chunsoft US è stato targato giustamente 18+ per i contenuti disturbanti e il gore fortemente presenti in questo titolo d’avventura apparentemente pacifico. Disponibile anche per PC e PlayStation, lo abbiamo provato nella versione per Nintendo Switch, ma sarà riuscito a rendere onore alla vastità e inesplicabilità dell’Abisso?

Attenzione: immagini e temi trattati potrebbero urtare la vostra sensibilità

Hello Abyss

Appositamente per quest’opera, gli sviluppatori hanno realizzato una storia originale che ci vedrà protagonisti con un nostro avatar personalizzabile, ma prima di poter accedere a questa modalità dovrete essere pronti a superare le 4 ore di introduzione della modalità Hello Abyss che ripercorre le vicende dell’anime fino alla discesa verso il terzo strato.

Qui entreremo nei panni di Riko, dalla prima esplorazione che la vede alle prese con la letale Serpe Cremisi fino all’addestramento di 10 giorni imposto da Ozen a lei e Reg. Tuttavia, questa parte della storia viene ripresa in maniera molto sommaria, fungendo da lungo e poco approfondito tutorial: infatti, partiremo con uno zaino pieno di roba che difficilmente utilizzeremo in una così breve sezione di gioco della quale non ci resterà nulla nella seconda modalità esplorativa che mette invece maggiormente in risalto le qualità del titolo.

In Hello Abyss capiremo solo alcune delle meccaniche successive che ci verranno comunque nuovamente spiegate, non avremo un bestiario e dovremo sopportare un fastidiosissimo Reg che ha l’intelligenza artificiale di una Talpiatta. L’Aubade si incastra facilmente e attacca qualunque cosa si muova, tranne quando c’è veramente bisogno del suo aiuto! Dotato della propria barra della salute, non potremo curarlo e lo lasceremo perciò morire diverse volte – tanto torna in vita dopo un breve cooldown.

Già in questa prima modalità ci rendiamo conto di quanto sarà complesso orientarsi nell’Abisso, infatti la mappa non è ben strutturata per un gioco che si basa così tanto sull’elevazione. Ogni piano è diviso in aree open map disposte in maniera molto confusionaria su una mappa estesa nonostante siano in teoria una sotto l’altra e anche le singole aree sono di difficile esplorazione perché non sono chiare le profondità dei diversi piani e quali zone fungono da passaggio per proseguire. Una volta abbiamo girato inutilmente un’intera area perché era necessaria una scalata orizzontale poco visibile, mentre il level design ci suggeriva di passare da sopra.

Le scene di maggior impatto della serie sono state trasformate in brevi cutscene con Quick Time Events (QTE), perdendo di intensità rispetto all’anime. Per non parlare di uno dei combattimenti principali, quello contro Ozen che qui si limita all’essere sbattuto in aria più volte con la medesima animazione. Unica parte interessante di questa lunga introduzione al gioco sono stati i 10 giorni di addestramento che ci hanno fornito qualche missione in più legata alla pesca, al combattimento e allo studio delle creature dell’Abisso (mettendoci però anche alle prese con esseri velenosi senza darci la ricetta per l’antidoto e chiedendoci di craftare nuovamente armi già costruite). Forse sarebbe stato più piacevole andare avanti nell’altra modalità, più completa e avvincente, senza essere stati sfiancati da questa sommaria introduzione che non aggiunge nulla di rilevante all’esperienza di gioco, anzi la fa partire proprio col piede sbagliato.

Deep In Abyss

Lasciati alle spalle Riko e Reg si inizia finalmente la modalità Deep In Abyss, dove saremo noi i piccoli esploratori costantemente al limite tra la vita e la morte. Qui potremo personalizzare il nostro avatar e iniziare un’avventura completamente nuova per cercare di conquistare il nostro fischietto bianco, necessario a compiere l’ultima discesa verso il sesto strato.

personalizzazione made in abyss

Questa modalità presenta una storia inedita che ci mette subito alle prese con la dura realtà dell’esplorazione, tra morte, ansie e amputazioni, insomma, il solito Made In Abyss. La trama però non è delle migliori, anzi risulta parecchio scontata e con un combattimento finale decisamente anticlimatico che lascia una forte insoddisfazione. Tuttavia, esplorare l’Abisso non è così male: sono presenti tutte le location iconiche della prima stagione e le loro creature, più ulteriori mostri mai visti prima che si vanno ad aggiungere alla saga. Soprattutto all’inizio sarete molto lenti e fragili, colpa sia dell’inesperienza del personaggio sia dei numerosi nemici che ci attaccheranno in contemporanea. Le Pupa-Carrier in particolare rendono molto fastidiose le fasi di scalata già complesse per via dei danni da risalita: queste farfalle attaccano chi è ferito, talvolta avvelenandolo, rendendo davvero impossibile fermarsi un attimo senza avere la barra della vita al massimo.

Si cucina e crafta in continuazione nel tentativo di ristabilire sempre al meglio la propria salute e grazie alla ruota degli strumenti è possibile switchare velocemente tra cure, cibo e armi. Anche calarsi con una corda può essere pericoloso se ad attenderci troveremo delle creature pronte ad attaccarci ancor prima che ci sia possibile muoverci, oppure dovremo liberarci di preziosi materiali perché appesantiscono troppo lo zaino rallentandoci i movimenti: il tutto diventa frustrante, ma almeno accresce il realismo dell’esplorazione.

Preparatevi a morire più volte perché il combattimento non è reso affatto bene e, nonostante si possano in teoria targettare i nemici, colpirli risulterà spesso in tiri scagliati contro il nulla. Le schermate di Game Over sono numerose e variano in base al modo in cui il protagonista viene ucciso dai pericoli dell’Abisso, in generale però si sarebbe potuto giocar di più sulle creature viste nel manga e nella serie animata: il Perforanima per esempio non si comporta esattamente come dovrebbe, lasciandoci liberi di aggirarlo senza troppi problemi – un solo colpo però risulta quasi letale e infligge l’avvelenamento.

Importante trovare i cimeli da vendere per denaro, da utilizzare nell’esplorazione (le Pietre Solari per esempio rilasciano una potente luce se lanciate) o da equipaggiare per aumentare le proprie difese o applicare altri utili effetti. I cimeli più rari saranno individuabili grazie a un effetto sonoro particolare, ma attenti quando ne raccogliete uno durante la scalata perché appesantire troppo lo zaino vi farà cadere. Gli effetti sonori sono ben realizzati, mentre il doppiaggio inglese lascia a desiderare, infatti vi consigliamo di usare quello giapponese con sottotitoli in inglese in caso. L’anime ha la bellissima colonna sonora di Kevin Penkin, di cui invece si sente la mancanza in questo videogioco che non ha musiche pessime, ma neanche indimenticabili.

Godetevela

Potenziale sprecato

Made In Abyss: Binary Star falling into Darkness è una grande occasione mancata. Si lascia giocare, ma date le fondamenta solide di gameplay si sarebbe potuto fare molto di più: pattern di combattimento un po’ più intriganti, delle quest che non prevedano il semplice fare avanti e indietro per prendere un oggetto e riportarlo al campo, un’esplorazione un po’ meno punitiva e un utilizzo più mirato dei cimeli. Insomma, non vale sicuramente il prezzo da gioco tripla A di 60€, ma se siete grandi fan dell’Abisso potreste apprezzare la vastità di oggetti, piante e creature da scoprire nei suoi meandri.

Dovete essere però disposti anche a superare la lunga introduzione e venir più volte delusi dai boss privi di pattern interessanti e da una storia che non ha nulla a che vedere con l’appassionante trama ideata e scritta da Akihito Tsukushi.

made in abyss videogioco
Soprattutto, non compratelo al vostro bimbo che ama esplorare o potreste traumatizzarlo a vita.

Voto: 6

Pro
Riprende l’essenza dell’opera originale
Realismo dell’esplorazione
Avatar personalizzabile
La colonna sonora non è male
Contro
Hello Abyss
L’intelligenza artificiale di Reg e dei nemici
Quest ripetitive
Combattimenti legnosi e qte
Solo per i fan e per giocatori abili
Pessimo rapporto qualità prezzo

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