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The Good Life, Recensione: mistero a Rainy Woods

The Good Life è un titolo originale ma forse non ben riuscito, con molti dettagli che non mascherano una mancanza di brio generale

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   · 4 min lettura Recensioni
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The Good Life è un gioco sviluppato da White Owls, dopo una campagna Kickstarter iniziata nel 2018 e conclusasi con un discreto successo. White Owls certamente si è addentrata in un territorio spinoso dopo i problemi di Deadly Premonition, e con questo The Good Life le difficoltà sembrano persistere. Il titolo è un’ottima idea di base, offre molta varietà e molte cose da fare a lato della storia principale che risulta però noiosa. Oltre a ciò ci sono alcuni problemi tecnici e di game design che stridono in maniera troppo forte per essere ignorati. The Good Life è disponibile per Nintendo Switch sul Nintendo eShop a 33,99 euro.

The Good Life: un mistero a quattro zampe

The Good Life ha una trama piuttosto insolita, ma originale. In quest’avventura investigativa vestiremo i panni di Naomi Hayward, una giornalista statunitense schiacciata dai debiti che accetta un incarico singolare. Questa missione consisterà nel recarsi a Rainy Woods, il “villaggio più felice del mondo”, per svelare cosa c’è dietro la patina di perfezione che lo avvolge. In questo borgo placido la giornalista farà conoscenza con la sua popolazione misteriosa e anche con il fenomeno paranormale che si sviluppa ogni notte: la metamorfosi di tutti gli abitanti in animali.

Gameplay particolare fra buone idee e occasioni mancate

Il gameplay di The Good Life è particolare, ma non particolarmente riuscito. Sicuramente ci sono moltissime buone idee per chi ama gli elementi Sims like: ad esempio ci sarà la possibilità di curare il proprio giardino e creare il proprio cibo. La nutrizione infatti è un aspetto importante in quanto il nostro personaggio andrà sempre nutrito, così come dovrà dormire, come un vero umano. Per il resto il gioco si articola fra la quest principale e diverse side quest che vi terranno occupati per una quindicina di ore fra consegne e foto perfette da scattare.

The Good Life

Spesso però il gameplay risulta un po’ compassato, quasi ad appiattirsi sulla nomea della città di Rainy Woods. Non di rado infatti le attese per gli eventi si prolungano veramente troppo, oltre al fatto che per ogni cambio di ambientazione ci sono dei caricamenti, probabilmente non necessari visto il design piuttosto semplice ed essenziale del mondo di gioco. In generale l’esperienza di gioco risulta alla lunga noiosa, con il risultato che piantare e raccogliere patate potrebbe essere il vostro passatempo preferito dato che le missioni principali sono spesso esse stesse micro missioni di consegna e trasporto di materiali.

Grafica e comparto sonoro: diversi problemi non risolti, con qualche buono spunto

Per quanto riguarda la grafica il titolo zoppica parecchio, per diversi motivi. Se lo stile può essere apprezzato da alcuni per i suoi modelli spigolosi sicuramente non si può chiudere gli occhi di fronte a certe evidenze. Ad esempio spesso gli animali presenti nel gioco hanno tratti grotteschi e irreali, facendo sembrare il titolo un gioco horror piuttosto che un’avventura investigativa. Oltre a questo anche l’animazione dei personaggi sembra uscire da un’altra epoca con Naomi che corre come Claude Speed nei vecchi GTA.

Dal punto di vista sonoro invece il titolo si difende bene. La colonna sonora è assolutamente adatta e ispirata al clima british che domina il titolo. Oltre a ciò risulta anche apprezzabile il fatto che la voce narrante così come i personaggi abbiano un perfetto accento britannico, al contrario della protagonista che si distingue per il suo essere statunitense. Purtroppo però non tutti i dialoghi sono doppiati, lasciando spesso solo dell’asettico testo scorrere a schermo.

Il gioco è stato provato esclusivamente in modalità portatile su Nintendo Switch Lite, ma non sembravano comunque esserci comandi dedicati alle funzionalità della console Nintendo. Sicuramente il sistema di controllo è abbastanza facile ma per niente intuitivo, con pochi tasti è possibile eseguire la maggior parte delle azioni in gioco seppur in modi piuttosto legnosi

The Good Life: un’occasione persa?

The Good Life non può essere definito un buon gioco, per diversi motivi contenutistici e tecnici. Sicuramente la storia è piuttosto noiosa, e la componente life sim è probabilmente la parte meglio riuscita. D’altro canto l’infinita serie di piccole missioni di raccolta e consegna testerà la resistenza alla noia dei giocatori, facendoli interrogare sull’utilità delle loro azioni.

Anche sul versante tecnico i problemi sono molti: se abbiamo già parlato della grafica piuttosto carente e approssimativa non si possono non citare anche i problemi di ottimizzazione. Nonostante la città dove si svolge l’avventura sia quasi vuota, il mondo di gioco ha enormi difficoltà a caricare il mondo di gioco e ci sono dei cali di FPS evidenti che portano il gioco ad essere davvero pesante.

In sostanza il gioco risulta essere una grande occasione persa. L’idea e alcuni spunti del titolo sono interessanti, ma la storia è sviluppata senza pepe. Inoltre i problemi tecnici diventano difficili da sopportare sul lungo periodo.

Voto: 6

Pro
Aspetto life sim interessante e sviluppato
Comparto sonoro adatto e gradevole
Contro
Gameplay noioso e senza brio
Problemi tecnici qua e là

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