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Wonder Boy: Asha in Monster World, Recensione: un remake troppo fedele all’originale

Wonder Boy: Asha in Monster World è il remake di Monster World IV, platform che ebbe grande successo nel 1994: come sarà andata questa volta?

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   · 6 min lettura Recensioni
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Negli ultimi anni abbiamo assistito alla rinascita di alcune gemme del mondo videoludico del passato: basti pensare al recente annuncio di Dragon Quest III HD-2D o a Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remastered, da poco pubblicato per Nintendo Switch. La recensione di oggi vede protagonista Wonder Boy: Asha in Monster World, platform per Nintendo Switch, PlayStation 4 e PC sviluppato da STUDIOARTDINK, che è il remake di Monster World IV, uscito originariamente su Sega Mega Drive nel 1994.

Ai tempi il gioco esordì come nuovo capitolo della serie Wonder Boy, brand videoludico molto famoso a cavallo degli anni ’90, e finì per essere uno dei platform più apprezzati della sua generazione. Con Wonder Boy: Asha in Monster World STUDIOARTDINK ha voluto rimanere fedele al gioco originale, cambiando solamente la grafica e alcune piccole meccaniche di gioco. Basterà per rendere Monster World IV un gioco valido nel 2021?

Benvenuti a Rapadagna!

La trama del gioco, come in ogni platform a scorrimento laterale, è davvero molto semplice: Asha, ragazza che ha da poco superato un esame per diventare guerriera, deve proteggere il suo regno dalle forze del male liberando quattro spiriti elementali misteriosamente scomparsi. I primi minuti di gioco servono soprattutto a prendere confidenza con i comandi, molto semplici e intuitivi. Durante questa prima fase si dovrà anche affrontare il primo dungeon, al termine del quale Asha verrà trasportata a Rapadagna, città in cui risiede la regina, che è un vero e proprio hub dove l’eroina potrà comprare armi, ripristinare la salute, parlare con gli NPC e spostarsi tra i vari livelli attraverso il tempio. Al primo incontro con la regina verrà donato ad Asha un uovo da cui nascerà Pepelogoo, stravagante uccellino blu che la accompagnerà nella sua avventura.

Il gioco ha una struttura molto lineare. Bisognerà affrontare i vari dungeon in un ordine preciso e, una volta completato uno di questi, per accedere al successivo sarà necessario cercare a Rapadagna una chiave. Attenzione però: le interazioni con gli NPC presenti nella città-hub cambieranno di volta in volta con il proseguire del gioco, rendendo così necessario parlare con tutti dopo aver completato un nuovo dungeon.

Asha prega all'altare nelle fasi iniziali di Wonder Boy: Asha in Monster World

Un punto di forza di Rapadagna è sicuramente l’ambientazione. La città sembra uscita da una favola de Le Mille e una Notte, con il castello e i vari edifici in stile mediorientale. Anche l’abbigliamento dei vari personaggi è ispirato alla cultura persiana, così come le armi a disposizione nel negozio, che sono tutte scimitarre. I dungeon sono molto diversi tra loro e ognuno sfrutta degli elementi naturali per sviluppare i propri enigmi ambientali o sequenze platform. La grafica cel shading in stile cartoon è coloratissima, ma priva di dettagli. Nonostante ciò si sposa perfettamente con il “2.5D” del gioco, che è un platform 3D a tutti gli effetti, pur seguendo un’impostazione bidimensionale con occasionali movimenti in profondità, effettuati automaticamente quando richiesto.

Labirinti, labirinti e ancora labirinti

I dungeon del gioco non sono invecchiati granché bene: nonostante siano diversi l’uno dall’altro, nelle sezioni interne risultano molto ripetitivi, quanto nelle ambientazioni tanto nei rompicapi che vengono proposti. Nel dungeon del ghiaccio, ad esempio, bisognerà affrontare lo stesso rompicapo per ben tre volte, che è semplice ma richiede comunque del tempo. Molto spesso bisognerà fare backtracking, in quanto molti percorsi portano a dei vicoli ciechi in cui potrebbe essere presente un passaggio da sbloccare successivamente.

Asha nel dungeon di ghiaccio

Ci sono poi delle sezioni di dungeon, a volte anche abbastanza lunghe, in cui bisognerà semplicemente proseguire dritti e eliminare tutti i nemici. Si poteva fare sicuramente qualche leggera modifica, anche perché dopo un pò queste sezioni risultano parecchio noiose. I nemici sono tanti e non particolarmente fantasiosi in alcuni casi, ma terribilmente facili da sconfiggere. Con un pò di attenzione sarà facile buttarli giù, spesso senza nemmeno subire danno. I comandi per il combattimento sono semplicissimi e consistono in tre attacchi con la scimitarra: uno laterale, uno verso l’alto e uno verso il basso, con gli ultimi due che possono essere effettuati solo dopo un salto. Per pararsi dai nemici si deve utilizzare lo scudo, che progredendo nel gioco potrà essere sostituito con scudi migliori che proteggono automaticamente dai diversi attacchi elementali.

Le sezioni platform non sono sempre ben architettate e a volte risultano eccessivamente lunghe. Asha può effettuare un solo salto quando è sola, mentre il doppio salto e la planata possono essere effettuati solo con Pepelogoo. Questo può essere richiamato da Asha per agganciarsi a lei e, dopo breve tempo, si staccherà, obbligando talvolta il giocatore a interrompere una sezione platform che sta affrontando velocemente. L’idea di dover calcolare il tempo per il doppio salto e di doverlo gestire può sembrare innovativa, se non fosse che a volte Pepelogoo impiega troppo tempo ad attaccarsi ad Asha. La meccanica dopo un po’ comincia a diventare leggermente fastidiosa, dato che il doppio salto in un platform a scorrimento laterale dovrebbe essere semplice e immediato, al fine di rendere più fluido possibile il gameplay.

Asha apre un forziere

In ogni dungeon troviamo due o tre boss diversi, uno alla fine e gli altri come intermezzi tra le varie parti del livello. Se per il loro design non si può dire nulla, l’estrema fedeltà di Wonder Boy: Asha in Monster World verso il gioco originale diventa un punto a sfavore: i boss mantengono infatti gli stessi attacchi che avevano nel ’94, che sono al massimo due, rendendo la battaglia molto facile.

Nel gioco, come unico collezionabile, sono presenti i frammenti d’anima, sparsi tra Rapadagna e i dungeon. Ogni 10 frammenti trovati ad Asha verrà permanentemente aumentata la vita di 1, cosa che spingerà i giocatori a trovarli tutti e 200.

Pigrizia nei dettagli

Wonder Boy: Asha in Monster World non gode di una particolare attenzione ai dettagli, e alcuni errori sono davvero grossolani. L’italiano dei sottotitoli non è sempre corretto e ciò salta subito all’occhio dai primissimi dialoghi del gioco, per non parlare dei testi che in un paio di occasioni escono dalla casella dedicata. Rispetto al gioco originale è possibile salvare in qualsiasi momento dal menù di pausa, ma sarebbe stato meglio rendere il salvataggio più immediato, dato che ogni volta bisognerà vedere una breve animazione. Del salvataggio automatico, neanche l’ombra. Sono presenti due difficoltà di gioco, facile e normale, che si sarebbero tranquillamente potute chiamare molto facile e facile. La durata del gioco, di circa 4 ore, è davvero limitata se confrontata con i platform di oggi. Menzione di merito invece per la colonna sonora, ricreata da zero sulla base di quella di Monster World IV e piacevole da ascoltare.

Menù principale di Wonder Boy: Asha in Monster World

La versione digitale di Wonder Boy: Asha in Monster World, pubblicata da STUDIOARTDINK, può essere acquistata dal Nintendo eShop o dallo store Sony. La versione fisica del gioco, pubblicata da ININ Games, include anche un codice per scaricare Monster World IV.

Conclusione

Wonder Boy: Asha in Monster World è un tentativo coraggioso dei ragazzi di STUDIOARTDINK di riproporre quella che fu una perla del platform anni ’90. Purtroppo, nel 2021 il gioco risulta invecchiato male, complice anche un po’ di pigrizia: più che un remake, sembra una remastered di Monster World IV. Sarebbe bastato rendere più frenetiche alcune fasi dei dungeon e soprattutto introdurre un livello di difficoltà più elevato, vista la semplicità estrema del gioco. Un chiaro esempio che, a volte, riproporre un gioco cambiando la grafica e poco altro potrebbe non svecchiarlo a sufficienza per renderlo appetibile al grande pubblico, ma solo a una piccola fetta di nostalgici.

Voto: 6.5

Pro
Grafica cartoon piacevole e coloratissima
Colonna sonora eccellente
Comandi semplici e immediati
Contro
Level design invecchiato malissimo
Nessun rinnovamento ad alcune meccaniche di gioco
Cura dei dettagli molto superficiale

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