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Il difficile destino degli sviluppatori che si sentono dire “It’s Mario Time!”

Un ex dipendente di Nintendo ci racconta cosa significhi lavorare a stretto contatto con Shigeru Miyamoto, un uomo con una incredibile resistenza.

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   · 2 min lettura Nintendo
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A molti di voi sarà capitato di concludere un importante compito in tarda serata, e sappiamo che in questi momenti l’unico desiderio che si prova è quello di appisolarsi più profondamente di uno Snorlax in mezzo al percorso 12 di Kanto. State attenti, però, perché una minaccia, pronta a cancellare i vostri sogni potrebbe nascondersi nell’ombra; vi state chiedendo di cosa potrebbe trattarsi? Semplice, di una simpatica voce che nenia: “È il momento di Mario!

mario time

Recentemente vi abbiamo parlato dell’intervista rilasciata da Motoi Okamoto, ex dipendente di Nintendo e fondatore della casa di sviluppo Entersphere, e di come egli abbia riferito interessanti rivelazioni inerenti Shigeru Miyamoto e la sua fiducia per la serie Pikmin. La fruttuosa conversazione tra lo sviluppatore e i giornalisti ha fatto emergere un’altra curiosità relativa, questa volta, a cosa significhi lavorare per il colosso di Kyoto e in particolare con l’autore di Super Mario Bros..

Okamoto ha raccontato che durante lo sviluppo di Super Mario 64 DS, poteva capitare che intorno alle ore 23:00, quando Miyamoto aveva appena terminato le proprie pratiche dirigenziali e organizzative, egli si avvicinasse agli sviluppatori e pronunciasse la fatidica formula “It’s Mario Time“.

A quel punto, i dipendenti avrebbero dovuto iniziare, insieme al leggendario creatore di videogiochi, una riunione di pianificazione del titolo in sviluppo che si sarebbe protratta fino alle 2:00. Era quello il momento in cui Miyatomo lasciava il gruppo, il momento in cui, con sarcasmo, diceva loro: “Dovreste tornare a casa presto, ne va della vostra salute“. In realtà, però, proprio da quell’istante iniziavano le due o tre orette di lavoro in cui gli sviluppatori dovevano iniziare a scrivere le istruzioni per gli artisti e i programmatori.

Secondo l’intervistato, quello è stato senza alcun dubbio il periodo più folle di tutta la  sua carriera, ma ha anche aggiunto che “se il dio dei videogiochi era disposto a lavorare così tanto, chi eravamo noi per rinunciare?”.

tocco creativo miyamoto

I videogames sono davvero una passatempo meraviglioso ed è facile considerarli un semplice prodotto di intrattenimento; tuttavia il lavoro che si articola dietro ad un gioco nasconde una fatica estenuante, che non sempre viene colta. Personalmente, dopo aver finito di scrivere questo articolo, mi sono ripromesso di non saltare più i titoli di coda dopo aver terminato un videogioco: tutte le persone che hanno lavorato per la sua pubblicazione, meritano tutta la nostra riconoscenza!

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Intervista Mario Shigeru Miyamoto

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