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The Pokémon Company International cerca esperti di Web3, NFT e metaverso

The Pokémon Company International ha pubblicato un annuncio di lavoro per cercare delle figure esperte di NFT, Web3 e metaverso.

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   · 2 min lettura Mondo
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Nel corso dei decenni il brand Pokémon non ha fatto altro che crescere a macchia d’olio, spaziando su varie tipologie di media con cui narrare storie legate alla saga e, ovviamente, anche per guadagnare soldi. Non a caso per The Pokémon Company il guadagno maggiore deriva soprattutto dai gadget legati ai mostriciattoli tascabili, come pupazzetti, vestiti, action figure e chincaglierie di vario genere. Posto d’onore spetta anche al GCC Pokémon, che è diventato una vera e propria miniera d’oro per gli appassionati, con prezzi di alcune carte che sono letteralmente schizzate alle stelle. Ebbene, al momento pare che The Pokémon Company voglia espandere il proprio repertorio di prodotti abbracciando il mondo degli NFT e del metaverso.

Sulla base di un annuncio di lavoro pubblicato dall’azienda che gestisce il brand dei mostriciattoli tascabili, al momento questa sarebbe alla ricerca di figure con un’elevata esperienza nel mondo del Web3 e anche nel mondo delle tecnologie blockchain, oltre che degli NFT (Non Fungible Token) al fine di assurgere al ruolo di “Corporate Development Principal, President and Corporate Development Office”. Successivamente questa persona dovrà possedere una certa conoscenza del mondo dell’intrattenimento e anche dei videogiochi, con un’esperienza lavorativa che va da un minimo di 7 anni all’interno del settore fino a un massimo di 12. Stando alle richieste di The Pokémon Company, queste abilità serviranno all’azienda in vista di un più ampio progetto di crescita a lungo termine che appunto sfrutterà queste nuove tecnologie e prodotti.

Per forza di cose, questa decisione ha destato molti malumori. Se da un lato – ipoteticamente parlando – questa decisione potrebbe portare acqua e far conoscere ad altre persone il mondo che molti di noi amano e seguono, ha effettivamente senso entrare in questo nuovo ecosistema? Considerando che gli NFT non stanno proprio vivendo un periodo d’oro e che di fatto sono osteggiati da moltissime persone. Ma soprattutto, c’è effettivamente bisogno di avere altri soldi? Nel complesso, il brand Pokémon dovrebbe possedere un valore di almeno 100 miliardi di dollari e con guadagni altrettanto alti. Dunque non ha effettivamente senso voler guadagnare ancora di più di prima.

Soprattutto considerando che, nonostante gli enormi guadagni e la sicurezza economica, Game Freak e The Pokémon Company non sono in grado di produrre videogiochi con gli standard tecnici e qualitativi minimi, che giustamente sono richiesti dall’industria videoludica e dai fan stessi. Pertanto, invece che esplorare mondi al momento in formazione come quello degli NFT, sarebbe meglio e saggio investire soldi nel far sì che da Pokémon Scarlatto e Violetto in avanti vengano prodotti titoli che non siano pericolanti da un punto di vista tecnico, con l’apice massimo raggiunto con l’ultimo aggiornamento dei giochi di nona generazione che causava la perdita dei salvataggi.

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