The Pokémon Company intraprende azioni legali contro i leaker di Pokémon Spada e Scudo

Sembra che gli avvocati di The Pokémon Company International siano sulle tracce delle persone che, a pochi giorni dal lancio, hanno divulgato informazioni riservate relative a Pokémon Spada e Scudo.

Tutto è iniziato il primo novembre, quando degli utenti ancora senza nome avevano pubblicato senza permesso delle immagini provenienti dalla guida ufficiale della nuova coppia di giochi. Da Discord, questi leak hanno velocemente attraversato tutto il web, da 4Chan a Reddit. Successivamente altre 18 foto contenenti nuove informazioni riservate erano state diffuse, al punto che i legali della società Perkins Coie denunciano “lesioni irreparabili” ai Pokémon e alla compagnia e affermano che la società “ha diritto ad un risarcimento il cui importo verrà stabilito dal processo”.

Al momento l’azienda pare abbia identificato quattro individui su Discord come possibili responsabili, anche se la possibilità data dal sito di divulgare materiale in anonimato non aiuta la situazione. Per ora, quindi, gli imputati senza volto vengono soprannominati “Jone e Jane Does”.

Stando a quanto riportato da Polygon, The Pokémon Company ha rivelato che generalmente i dipendenti vengono sottoposti a vari tipi di controlli, limitando per esempio l’accesso ad alcuni file sui computer e facendo firmare loro un accordo di non divulgazione. Inoltre“Solo i dipendenti dei team di produzione con permessi di sicurezza hanno accesso ai contenuti della guida strategica durante il processo di produzione”, hanno scritto gli avvocati della società. “Quelli con il permesso di accedere alle aree protette non sono autorizzati a portare telefoni cellulari o telecamere”.

Evidentemente qualcosa deve essere andato storto e dopo la pubblicazione delle immagini si è cercato di ritirarle “nel tentativo di mitigare il danno”. Gli stessi rappresentanti di Discord e 4Chan saranno citati in giudizio per avere un aiuto concreto in questa caccia ai leaker. Non mancheremo di aggiornarvi sul caso, per ora si attende il responso della Corte.