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Masuda parla dello sviluppo dei primi giochi Pokémon

In un nuovo video del canale YouTube di Game Freak, Junichi Masuda condivide alcuni momenti di sviluppo dei giochi Pokémon di prima generazione.

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   · 2 min lettura Giochi
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Il canale YouTube di Game Freak ha pubblicato un nuovo video nel quale Junichi Masuda, storico musicista, programmatore e art director dello studio di Kyoto, ripercorre alcuni momenti dei primi lavori portati a termine: Mario & Yoshi, e Pokémon Rosso, Verde e Blu.

Il video in questione è interamente focalizzato sugli aspetti dello sviluppo dei videogiochi durante gli anni 90. Tra le curiosità più interessanti emerse dalla discussione riguardo Mario & Yoshi, il primo gioco mai pubblicato da Game Freak, Masuda ha parlato di “wave design“, ossia di un modo di concepire la curva di difficoltà di un gioco come se fosse una serie di onde: secondo questa filosofia di game design, dopo livelli particolarmente difficili è necessario far seguire livelli più semplici utili al giocatore per sperimentare con le tecniche appena apprese, in modo da essere pronto all’arrivo di una nuova ondata di difficoltà.

Sebbene Masuda sia un discreto programmatore, il suo ruolo principale in quel periodo è stato il sound designer. Anzi, scherzando tra una domanda e l’altra, Masuda ha perfino giurato che se fosse stato il programmatore a capo di uno dei progetti sarebbe stato sicuramente licenziato. Nonostante la sua modestia, c’è da dire che sia comunque riuscito a trovare soluzioni interessanti di programmazione nonostante non avesse un ruolo di rilievo in questo campo: a lui va il merito, ad esempio, dei movimenti degli oggetti del menu principale di Mario & Yoshi al ritmo di musica.

È merito suo anche l’aver ideato alcuni trucchi per ottenere 151 versi differenti per ogni creatura nonostante i grandi limiti di memoria degli apparecchi elettronici dell’epoca: nei giochi di prima generazione ci sono solo 37 versi salvati, gli altri 114 sono invece modificazioni dei precedenti. Proprio a proposito dei limiti di memoria, nonostante il riconoscimento dei grandi passi da gigante che la tecnologia ha effettuato nell’allocamento della memoria, Masuda ha elogiato l’approccio dell’epoca usato per contrastare questa limitazione. In effetti, l’esistenza stessa di limiti fornisce spinte creative: produrre 151 suoni differenti avendo poco spazio da gestire è stata una sfida, così come dover inventare nomi ufficiali per tutte le creature avendo a disposizione solo pochi caratteri. Inoltre, se la memoria fosse stata infinita, gli sviluppatori avrebbero continuato ad aggiungere elementi nel gioco, e lo sviluppo di Pokémon Rosso, Verde e Blu probabilmente non sarebbe mai più stato completato!

È proprio vero che più dura è la sfida, più glorioso sarà il trionfo, altrimenti non saremmo qui a parlare ancora di Pokémon dopo 20 anni!

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