Recensione Pokkén Tournament

La storia dei picchiaduro dedicati a brand non nativi del genere è colma, dai tempi dei tempi, di occasioni sprecate: tante, troppe le software house che hanno preso dei personaggi noti nel mondo videoludico o della animazione e li hanno inseriti in titoli mediocri, tecnicamente improvvisati, incapaci di intrattenere non solo il pubblico generale ma anche una buona fetta degli affezionatissimi del brand di turno.

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Dopo Super Smash Bros, Nintendo e Bandai Namco ci vogliono ricordare ancora una volta di essere invece l’eccezione alla regola: senza troppi giri di parole, Pokkén Tournament non è un picchiaduro con i Pokémon al posto di comuni lottatori. Pokkén Tournament è un picchiaduro complesso, tecnico, ragionato e innovativo, ed è forse uno dei migliori titoli attualmente disponibili per Wii U.

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Le modalità di Pokkén Tournament non sono molte, ma presentano tutto ciò che serve in un picchiaduro di tutto rispetto: la Lega Ferrum, una sorta di modalità storia nella quale si seguono le vicende del famigerato Mewtwo Nero, la Lotta in Singolo contro la CPU, la Lotta contro un altro giocatore in locale, la Lotta online, la modalità allenamento nella quale poter apprendere sia le basi che i concetti avanzati di gioco ed infine la propria città, nella quale è possibile modificare il proprio avatar acquistando cappelli, acconciature, vestiti, titoli e sfondi.

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Il sistema di combattimento di Pokkén Tournament è una vera e propria ventata di aria fresca, che tenta di unire due caratteristiche dei picchiaduro fino ad ora rimaste distinte e separate: le lotte infatti si svolgeranno sempre e costantemente a cavallo fra due modalità, la fase panoramica, nella quale sarà possibile spostarsi in tre dimensioni e affrontare il proprio avversario con tecniche sia a distanza che ravvicinate, e la fase duello, a scorrimento laterale, caratteristica di molti picchiaduro come Tekken e Mortal Kombat, nella quale è possibile infliggere danni ingenti al proprio avversario. Per cambiare le fasi è necessario colpire l’avversario con alcune mosse particolari, come le prese o alcuni attacchi proiettile, che si utilizzano con il tasto Y del Gamepad congiunto ai tasti direzionali. Il cambio di fasi funziona bene, dona profondità al gameplay e aggiunge un minimo di fattore strategico ai match; bisognerà scegliere quando e come passare da una fase all’altra, a seconda della propria situazione e quella del proprio avversario, soprattutto quando uno dei due giocatori si trova ad una quantità bassa di salute. Si sarebbe però potuto aumentare il numero di mosse necessarie ad entrare in Fase Duello: nella maggior parte dei casi la Fase Panoramica durerà una decina di secondi, perché qualsiasi combo portata a termine causerà il cambio di fase, rendendo talvolta il cambio di fasi qualcosa di non voluto, e percepito quasi come un’interruzione.

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La parata, le prese ed il contrattacco aggiungono ulteriore profondità alle meccaniche di gioco: in particolare il Contrattacco, una stance che è possibile caricare per qualche secondo, è in grado di contrastare ogni attacco che non sia una presa, ed è pertanto utilissimo per bloccare gli avversari che utilizzano troppo spesso attacchi di base, ma bisogna stare attenti a non abusarne: come appena detto, le prese possono contrastare il Contrattacco, ed un giocatore esperto può punire facilmente un uso spropositato di questa tecnica. Come avrete intuito, Pokkén è molto diverso da un gioco come Super Smash Bros., fatto di tempismo, riflessi e frame: Pokkén fa leva sul sistema di sasso/carta/forbice, nel quale è necessario riuscire a leggere le mosse dell’avversario prima ancora che le utilizzi per riuscire ad uscire vittoriosi da un match.

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La barra dell’Ultrarisonanza gioca un ruolo fondamentale nel combattimento: come in molti altri picchiaduro, la si riempie mandando a segno o ricevendo colpi, e una volta piena la si può usare per trasformare o megaevolvere il proprio Pokémon, e farlo entrare in uno stato potenziato che aumenta velocità e capacità offensive del proprio personaggio, nonché permettere l’utilizzo dell’Ultrattacco, una mossa devastante in grado di arrecare danni enormi ai propri nemici. Differentemente da altri picchiaduro, in Pokkén l’utilizzo dell’Ultrattacco non consuma la barra dell’Ultrarisonanza, e sarà quindi possibile continuare a rimanere ancora un po’ in uno stato potenziato anche dopo averlo eseguito.

Infine, il giocatore potrà far uso anche dei personaggi di supporto, che possono attaccare e disturbare l’avversario oppure potenziare il proprio personaggio in Attacco, Velocità, Difesa o Punti Salute. L’andamento frenetico e veloce dei combattimenti però non sempre ne permette l’utilizzo durante il match, e c’è da dire che le accoppiate di supporto non sono bene bilanciate; a gioco terminato si farà utilizzo quasi solo esclusivamente di scelte come Reshiram/Cresselia, Yveltal/Latios ed Espeon/Umbreon, che hanno effetti decisamente più benefici di tutti gli altri.

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Chiudendo il discorso gameplay, Pokkén Tournament mescola alcuni standard dei picchiaduro classici con il sistema di cambiamento di fase da due a tre dimensioni, e riesce a regalare un’esperienza davvero stimolante e divertente, poiché imparare con il tempo ad apprendere tutte le tecniche disponibili è complesso quanto appagante.

La Lega Ferrum è invece la modalità storia di Pokkén Tournament, e vede l’allenatore protagonista alle prese con la conquista del titolo di “Maestro Supremo” scalando i vari ranking della Lega. Durante lo svolgimento del torneo però, uno strano Mewtwo, denominato Mewtwo Nero, fa la sua apparizione nella città di Ferrum e sembra intenzionato a combattere e sconfiggere tutti quanti i Pokémon portandoli in un luogo mistico e remoto. Benché la storia dietro al mistero del Mewtwo Nero sia davvero lineare e per certi versi scarna, è comunque apprezzabile un accenno di trama in un mondo di picchiaduro che ormai hanno perso la buona abitudine di intrattenere il videogiocatore con più di una semplice carrellata di incontri senza sosta. Posso però finalmente rilevare un particolare importante, che ha sollevato le domande di molti fan del mondo Pokémon: Mewtwo Nero è legato solo ed esclusivamente alla regione di Pokkén, e sarà davvero difficile vederlo nei giochi futuri della serie principale.

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La difficoltà della Lega Ferrum è ben bilanciata: se durante le fasi iniziali Pokkén potrà sembrare un gioco semplice, dalle battute finali della classe B alla classe S l’abilità della IA subisce una grande impennata, arrivando a chiedere al giocatore un corretto apprendimento delle meccaniche per poter procedere oltre e completare il gioco.

La modalità storia è abbastanza longeva, e a seconda della abilità del giocatore richiederà circa 100 incontri per il suo completamento, 150 se si conta il torneo finale sbloccato dopo i titoli di coda; il che non sarebbe un problema se non fosse per l’esiguità del roster di gioco.

Pokkén Tournament infatti conta 14 combattenti iniziali, per un totale di 16 a modalità storia completata: due di loro però, Pikachu Wrestler e Mewtwo Nero, sono delle varianti modificate dei personaggi Pikachu e Mewtwo. Se a livello di gameplay avanzato è comunque percepibile una differenza fra questi personaggi, arrivare alla centesima lotta affrontando per l’ennesima volta uno Sceptile o uno Chandelure può risultare noioso. Se non altro, grazie all’alto livello di tecnica del gioco, imparare ad utilizzare ogni personaggio al meglio richiederà molto tempo, ed in quest’ottica un roster limitato permette a tutti i giocatori di apprendere i punti di forza e di debolezza di ciascun personaggio in un arco di tempo ragionevole.

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Ogni personaggio alla fine di una lotta guadagna punti abilità, che possono essere spesi per potenziare le abilità di attacco, di difesa, di ultra risonanza o dei personaggi di supporto utilizzati; queste modifiche non avranno però effetto fuori dalla modalità Lega Ferrum, per non influenzare le Lotte Online ed in Locale.

Il bilanciamento dei personaggi, purtroppo, non è dei migliori: dei pochi personaggi disponibili, Gengar, Machamp, Weavile, Pikachu e Chandelure brillano su tutti gli altri, mettendo in ombra personaggi meno riusciti come Suicune. Questo infatti, tanto per fare un esempio, non solo ha degli attacchi a distanza meno potenti di quelli di Chandelure, ma essendo quadrupede ha una hitbox davvero grande, ed è quindi esposto ad un sacco di attacchi differenti soprattutto nella fase panoramica. Anche Mewtwo, nonostante l’importanza che riveste nella trama, non è a livello dei big 5 citati in precedenza. Insomma, speriamo che la cosa venga risolta con alcuni personaggi DLC in futuro, che possano aumentare il ventaglio di personaggi utilizzabili in uno scenario competitivo.

Un’altra nota di demerito è purtroppo ravvisabile nella resa grafica di Pokkén: non solo alcune texture dei personaggi non convincono, come quella di Gengar che presenta vistosi problemi di shading, ma gli scenari di lotta, variegati e numerosi, hanno spesso degli sfondi con texture bidimensionali che mal si sposano con il resto dell’ambiente. Apprezzabili però non solo le musiche di combattimento, che vanno da remix di musiche Pokémon classiche a brani dubstep, ma anche i vari riferimenti al mondo Pokémon che i fan più affezionati sapranno cogliere. Tanto per fare degli esempi, nello scenario del Vulcano sarà possibile intravedere un Heatran che girovaga per lo stage, ed in quello della festa dei Magikarp ci saranno decine di Magikarp che si lasciano trasportare dalla corrente del vento da una parte all’altra dello scenario.

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Roster limitato e grafica non impeccabile non intaccano comunque l’esperienza di gioco che Pokkén è in grado di regalare, potenzialmente infinita grazie al livello di impegno e cura con il quale Bandai Namco ha ragionato e sviluppato le meccaniche di gioco, fiore all’occhiello di questo titolo. E dulcis in fundo, volendola vedere dal lato degli affezionati al mondo Pokémon, vedere le lotte fra mostriciattoli tascabili in questa nuova dimensione dinamica è forse un sogno remoto che diventa reale, tangibile ed estremamente soddisfacente.

Pokkén Tournament è uno dei picchiaduro più promettenti di questo 2016 appena iniziato, e personalmente guardo già avanti verso una scena competitiva degna di nota, supportata dalla scelta azzeccata di The Pokémon Company di portare anche questo titolo ai prossimi mondiali.