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PokéQuark: Inkay e Malamar, i calamari che ipnotizzano le menti

Sulla scia della presentazione di MegaMalamar, la rubrica PokéQuark vi offre un approfondimento dedicato a Inkay e Malamar.

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PokéQuark, la rubrica mensile in cui esploriamo le origini delle creature tascabili, è pronta a intrattenervi con un nuovo capitolo! Al centro della scena questa volta ci sono Inkay e la sua evoluzione Malamar, due Pokémon introdotti nella sfavillante Kalos

Come avrete intuito, abbiamo selezionato proprio questi due mostriciattoli per una ragione ben precisa. Tentare di soddisfare tutte le curiosità sulla famiglia evolutiva recentemente tornata alla ribalta grazie alla campagna social “Il mio amico Malamar”. In attesa di poter mettere le mani su MegaMalamar e le altre megaevoluzioni presenti in Leggende Pokémon: Z-A, facciamo qualche passo indietro. Il mondo sottosopra di Inkay e Malamar ci aspetta!

logo PokéQuark

Inkay e Malamar: alcuni dati preliminari

È inutile, quando si parla di PokéQuark non riusciamo proprio a staccarci da Kalos! Ancora una volta, i riflettori del nostro appuntamento mensile sono puntati su due creature tascabili native della regione in cui sarà ambientato Leggende Pokémon: Z-A. Le tappe del nostro viaggio di approfondimento sono ormai consolidate. Come di consueto, si parte con una breve analisi etimologica, in grado di individuare degli importanti spunti di riflessione di partenza. 

Inkay

Categoria: Pokémon Volteggio
Tipo: Buio/Psico
Altezza: 0,4 m
Peso: 3,5 kg
Abilità: Ventose (Suction Cups) o Inversione (Contrary

Inkay è un Pokémon che ha fatto il suo debutto a Kalos. Nel Pokédex Nazionale è abbinato al numero 686, mentre in quello di Kalos Costiera è associato al 10. Il suo nome contiene, plausibilmente, dei riferimenti al sostantivo ink (inchiostro), all’aggettivo inky (sporco d’inchiostro) e alla locuzione okay (ok). La variante nipponica, ovvero Maaiika (マーイーカ), potrebbe invece combinare i sostantivi 魔 (ma, demone), 烏賊 (ika, calamaro) e 真烏賊 (maika, calamaro volante giapponese). Non è poi da escludere un gioco di parole collegato all’espressione giapponese まあ、いいか (mā, iika), traducibile come “vabbè, pazienza” o “vabbè, poco importa”.

Nei videogiochi Pokémon della serie principale, Inkay è uno dei mostriciattoli con i metodi evolutivi più singolari. Per ottenere Malamar, occorre far salire di livello un Inkay almeno al livello 30 mentre la console (Nintendo 3DS o Nintendo Switch in modalità portatile) è capovolta. 

Malamar

Categoria: Pokémon Giravolta
Tipo: Buio/Psico
Altezza: 1,5 m
Peso: 47,0 kg
Abilità: Ventose (Suction Cups) o Inversione (Contrary)  

Malamar è una creatura tascabile apparsa per la prima volta a Kalos. Nel Pokédex della sua regione di appartenenza (Kalos Costiera) si trova alla posizione 11, mentre in quello Nazionale è accanto al numero 687. Il suo nome potrebbe essere nato prelevando la parte iniziale dell’aggettivo mălus (malvagio) e il sostantivo mare (mare), entrambi in lingua latina. 

Altrettanto plausibili sono poi i riferimento al termine greco μαλάκιο (malákio, mollusco) e all’italiano calamaro. Quest’ultima parola è stata modellata a partire dal latino calamus (penna per scrivere). Essa si ricollega sia alla forma cilindrica di questa specie sia alla capacità di espellere un liquido nero simile all’inchiostro contenuto nelle penne. Non è nemmeno da escludere un rimando all’espressione spagnola mala mar (mare cattivo), utilizzata fin dall’antichità da pescatori e marinai per indicare le cattive condizioni del mare. 

La versione giapponese, vale a dire Calamanero (カラマネロ), potrebbe invece combinare il sostantivo calamaro e l’aggettivo nero, entrambi in lingua italiana. L’aggettivo nero potrebbe essere collegato al nero di seppia, ovvero il liquido secreto dalla seppia e, per estensione, da altri molluschi cefalopodi come il polpo, il totano e il calamaro. Utilizzato in passato come inchiostro, oggi trova un vasto impiego in ambito culinario. 

Malamar possiede anche una megaevoluzione (MegaMalamar), rivelata ufficialmente il 10 settembre 2025. Essa farà il suo debutto in Leggende Pokémon: Z-A, in uscita il 16 ottobre 2025. 

MegaMalamar

Categoria: Pokémon Giravolta
Tipo: Buio/Psico
Altezza: 2,9 m
Peso: 69,8 kg
Abilità: Ventose (Suction Cups) o Inversione (Contrary

I calamari, pericolosi cacciatori marini dalle mille risorse

Il modello principale di Inkay e Malamar è rappresentato dall’universo dei molluschi cefalopodi, animali marini carnivori con un’anatomia piuttosto complessa. Rientrano in questa categoria specie quali i polpi, i nautili, le seppie e i calamari. Dotati di un sistema nervoso particolarmente sviluppato, sono considerati i più intelligenti tra gli invertebrati marini.  

Mastigoteuthis flammea
Il design di Malamar nasce da un cambio di prospettiva: il Pokémon Giravolta non è altro che un mollusco cefalopode capovolto!

I molluschi cefalopodi sono dotati di un corpo molle, privo della colonna vertebrale e rivestito di un mantello che protegge i loro organi interni. Hanno una testa piuttosto voluminosa e utilizzano i numerosi tentacoli collocati attorno alla bocca per afferrare il cibo. La locomozione avviene invece espellendo acqua da un organo muscolare a forma di imbuto, ovvero il sifone

I membri di questa categoria hanno un’altra particolarità. Sotto la pelle possiedono infatti i cromatofori, ovvero cellule contenenti pigmenti colorati circondate da muscoli. Quando l’animale ha bisogno di mimetizzarsi con l’ambiente circostante per disorientare le prede o fuggire dai predatori, il cervello invia un segnale in grado di far contrarre i muscoli che circondano queste sacche. Grazie alla rapida espansione dei muscoli e dei pigmenti, bastano pochi istanti per modificare il proprio colore! Durante la stagione riproduttiva, questa abilità straordinaria viene utilizzata dal maschio per farsi notare dalla femmina e allontanare i rivali. 

L’assegnazione del tipo Psico a Inkay e Malamar potrebbe essere un riferimento alla capacità dei molluschi cefalopodi  di “disorientare” cambiando il proprio colore. 

“Fa lampeggiare i motivi sul corpo per ipnotizzare l’avversario e manovrarlo a suo piacimento.”

Descrizione di Malamar nel Pokédex di Pokémon Scarlatto

Nello specifico, Malamar e la sua pre-evoluzione sono ispirati ai calamari, cefalopodi sparsi negli oceani di tutto il globo. Le circa cinquecento specie di calamari differiscono principalmente per dimensioni e habitat. Il calamaro comune (Loligo vulgaris), che popola il mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico orientale, può crescere fino a 30-40 centimetri

Loligo vulgaris
calamaro comune (Loligo vulgaris)

Il calamaro gigante (Architeuthis dux), ovvero uno dei più grandi invertebrati viventi, può raggiungere dimensioni imponenti: ben 5 metri di lunghezza e 275 chilogrammi di peso! Questa creatura, che vive nell’Oceano Atlantico, si spinge invece a profondità comprese tra i 300 e i 600 metri, dove si nutre di pesci e altri calamari. Il rarissimo calamaro colossale (Mesonychoteuthis hamiltoni), che vive nelle acque abissali dell’Oceano Antartico, può invece misurare fino a 15 metri!

Pokédex Pokémon Scarlatto Violetto Inkay
Il sistema a propulsione dei calamari (sifone) consente a questi animali di spingersi fuori dall’acqua. Per lo spettatore è come assistere a una magnifica illusione, in quanto questa specie riesce a coprire brevi distanze “volando”. Una capacità implementata anche nella creazione di Inkay, Malamar e MegaMalamar, tutti in grado di stare sospesi in aria servendosi dei loro poteri psichici.

Tutti i calamari possiedono corpi lunghi e affusolati, costituiti da un mantello che riveste gli organi interni, tra cui spicca la ghiandola che produce l’inchiostro. Questa sostanza, attivata per stordire eventuali nemici, solitamente è nera, ma nelle specie abissali (genere Heteroteuthis) è formata da materiale bioluminescente. Attorno alla bocca sono posizionate dieci braccia provviste di ventose. Due di queste braccia, ovvero i tentacoli, hanno una lunghezza maggiore e sono ricoperte di ventose solo alle estremità. I tentacoli vengono impiegati per catturare le prede e portarle alla bocca, che presenta due mandibole la cui forma ricorda il becco di un pappagallo.

Watasenia scintillans
MegaMalamar, Malamar e Inkay potrebbero essere stati modellati anche a partire dal calamaro lucciola (Watasenia scintillans), che popola la zona ovest dell’Oceano Pacifico. Noto per la sua bioluminescenza, è l’unico cefalopode in cui è stata trovata prova di una visione a colori. 
Todarodes_pacificus_ruler
Tra gli ispiratori di Inkay, Malamar e MegaMalamar potrebbe esserci il calamaro volante giapponese (Todarodes pacificus), concentrato soprattutto nel Mar del Giappone. 

Come altri molluschi cefalopodi, il calamaro possiede il sifone, un organo che permette di espellere rapidamente l’acqua e spostarsi sfruttando la propulsione a getto. La contrazione di questo muscolo è avviata dagli impulsi elettrici (potenziali d’azione) nell’assone, il prolungamento della cellula nervosa (neurone). Dal momento che i potenziali d’azione si spostano più velocemente in un assone più grande, il calamaro è riuscito a evolvere un assone gigante capace di reagire con un maggior rapidità. 

MegaMalamar Z-A
Il design di MegaMalamar può essere visto come una reinterpretazione dell’encefalo e del midollo spinale, le due componenti principali del sistema nervoso centrale. Il rimando visivo a questo centro, che rielabora le informazioni raccolte dal sistema nervoso periferico, va di pari passo con l’aumento esponenziale delle abilità cognitive di MegaMalamar. L’aspetto di questa megaevoluzione ricorda anche una penna stilografica, uno strumento che si ricollega all’inchiostro prodotto dai calamari e al sistema di scrittura. Quest’ultimo consente agli esseri umani di tramandare la memoria storica di generazione in generazione e comunicare i propri pensieri in modo durevole.

Lo studio dei nervi di queste creature ha portato numerosi progressi in campo scientifico e ha fatto conseguire ben due premi Nobel per la Fisiologia e la Medicina. Nel 1963, Alan Lloyd Hodgkin, sir John Eccles e Andrew Fielding Huxley ricevettero la celebre onorificenza per il loro lavoro sul meccanismo di trasmissione dell’impulso nervoso (potenziale d’azione). Nel 1970, Ulf von Euler, sir Bernard Katz e Julius Axelrod furono invece premiati per aver illustrato il ruolo dei neurotrasmettitori (come l’adrenalina) nella propagazione dell’impulso nervoso. Insomma, il contributo di questo animale alla ricerca scientifica è stato fondamentale ed è ancora tutto da scrivere! 

I calamari sfruttano le loro elevate capacità cognitive per coordinarsi all’interno del branco, catturare le prede e nascondersi dai loro nemici naturali. 

Aspetti “tecnici” a parte, l’intelligenza dei calamari è davvero sorprendente e in grado di lasciare gli esseri umani a bocca aperta. Il loro complesso sistema nervoso permette loro di effettuare modifiche alle informazioni genetiche contenute nelle molecole dell’RNA. Una capacità che, secondo alcune teorie, consentirebbe di adattarsi rapidamente a variazioni di tipo ambientale. A questo aspetto si aggiungono l’esistenza di un complesso “linguaggio” visivo espresso tramite la pelle, un’ottima memoria, doti avanzate di risoluzione dei problemi e interazione sociale. Non sorprende che per molte persone i molluschi cefalopodi siano creature dalle vibrazioni “aliene”… 

Dosidicus gigas
I calamari di Humboldt (Dosidicus gigas) cacciano in branco e comunicano tra loro alternando sulla loro pelle circa 28 motivi colorati, che corrispondono ad altrettante parole. Questa specie, concentrata nelle acque della corrente di Humboldt (ovvero nei pressi delle coste sudamericane dell’Oceano Pacifico), tende a essere parecchio aggressiva, soprattutto quando è affamata. Sia per la sua ferocia sia per il suo “colorito” tendente al rosso scuro, il calamaro di Humboldt viene chiamato Diablo Rojo (Diavolo Rosso). 

Dalle antiche leggende alle invasioni extraterrestri 

Che mondo sarebbe senza i calamari? Da un punto di vista strettamente socio-culturale, sicuramente più povero e grigio. Innumerevoli antiche leggende sui mostri marini si devono proprio ai misteriosi incontri con le carcasse di calamari con una stazza imponente. Anche le fugaci apparizioni di calamari giganti vivi hanno verosimilmente suggestionato i marinai, costretti a vivere sulle navi per mesi e in condizioni precarie. In un’epoca in cui l’umanità era priva degli strumenti adeguati per decifrare quelle informazioni, la fantasia galoppava senza freni

Le prime immagini di un calamaro gigante vivo sono state catturate il 30 settembre 2004 dai ricercatori del Museo Nazionale di Scienze del Giappone e dell’Associazione di Whale Watching delle Ogasawara. Il 4 dicembre 2006, presso le isole Ogasawara (Giappone), la stessa squadra riuscì a tirare in superficie un calamaro gigante vivo e a filmarlo per la prima volta. Al 2012 risalgono invece i primi filmati che immortalavano un calamaro gigante vivo nel suo habitat naturale. 

Il calamaro gigante potrebbe essere alla base della leggenda di Scilla, la creatura mostruosa della mitologia greca che dimorava nelle acque dello stretto di Messina. Secondo quanto riportato dal poeta romano Ovidio (43 a.C. – 18 d.C.), Scilla era un’affascinante ninfa calabrese che amava trascorrere le giornate sulla spiaggia. Fu trasformata in un orrendo essere dalla maga Circe, gelosa dell’amore che Glauco, dio metà umano e metà pesce, nutriva per lei. La punizione fu terribile: Scilla divenne altissima, guadagnò una “cintura” formata da sei teste di cane attorno alla vita, ottenne svariati tentacoli e iniziò a nutrirsi di esseri umani. Una brutalità che, in un certo senso, ricorda quella di Malamar.

Scilla mostro mitologia

Anche la leggenda norvegese del kraken, sviluppatasi tra il Seicento e l’Ottocento, deve molto ai resoconti di coloro che avevano trascorso lunghi periodi in mare. Questo mostro gigantesco dotato di tentacoli, grande quanto un’isola, raggiunse rapidamente un’ampia popolarità soprattutto grazie a illustrazioni, racconti orali e scritti. Uno degli esempi più noti è Ventimila leghe sotto i mari, romanzo fantascientifico pubblicato tra il 1869 e il 1870 dallo scrittore francese Jules Verne (1828 – 1905). Nel libro, l’equipaggio deve affrontare proprio alcuni calamaro giganti e uno dei membri perde la vita proprio a causa della furia di questa belva. 

Colossal_octopus_by_Pierre_Denys_de_Montfort

L’inventiva umana non si è però limitata ad associare i calamari e, più in generale, i molluschi cefalopodi, ai pericoli provenienti dalle profondità degli abissi. I tratti distintivi di questi animali (tentacoli, testa gigante e spiccata intelligenza) sono stati integrati addirittura nelle descrizioni di numerose creature extraterrestri

Capostipite di questa tendenza è il romanzo a puntate La guerra dei mondi (The War of the Worlds), pubblicato da H. G. Wells (1866 – 1946) a partire dal 1897. All’interno dell’opera, i marziani vengono infatti presentati come esseri grandi quanto orsi, privi di scheletro e provvisti di tentacoli. Tale descrizione ha suggestionato ampiamente l’immaginario collettivo a livello globale. In virtù della popolarità delle illustrazioni che accompagnavano la prima edizione de La guerra dei mondi, in Giappone l’immagine stereotipata dell’alieno include, rigorosamente, corpo molle e lunghi tentacoli. 

Questa rappresentazione degli abitanti dello spazio si ricollega anche a Inkay, Malamar e MegaMalamar. A ben guardare, la testa di Inkay ricorda un UFO, la navicella spaziale che viene tradizionalmente utilizzata dagli alieni per spostarsi da un pianeta all’altro. Nell’anime Pokémon, Malamar viene inoltre presentato come un essere con un’unica ambizione: la conquista del mondo. Un sogno coltivato da quasi tutti gli alieni presenti nei prodotti di intrattenimento realizzati negli ultimi anni. 

 “Stare capovolto migliora la sua circolazione sanguigna. Ciò incrementa le sue facoltà mentali, potenziando grandemente le mosse di tipo Psico.”

Descrizione di Inkay nel Pokédex di Pokémon Violetto 

Nelle opere di finzione, anche il controllo mentale è uno dei principali strumenti di manipolazione adottata dagli extraterrestri per manovrare gli esseri umani a loro piacimento. Esso ha trovato la sua massima espressione nella campagna social “Il mio amico Malamar”, utilizzata per presentare la megaevoluzione del Pokémon giravolta. Per una settimana, tutti i fan del mondo Pokémon hanno potuto vivere in prima persona una vera e propria “invasione” in piena regola! 

Un pericoloso nemico che manipola la mente

Il doppio tipo Buio/Psico rende Malamar e MegaMalamar perfetti nel ruolo dei “cattivi”, figure immancabili in svariati prodotti di intrattenimento. Grazie a questi personaggi dall’indole malvagia, la trama viene messa in moto e gli eroi e le eroine della storia possono crescere e superare i loro limiti. Senza gli ostacoli, le storie di finzione non terrebbero i lettori e gli spettatori di tutto il mondo con il fiato sospeso. La presenza di un villain è cruciale per il successo di una serie!

“Ha poteri ipnotici straordinariamente forti, tanto che chi cade in suo controllo ne perde poi ogni ricordo.”

Descrizione di Malamar nel Pokédex di Pokémon Violetto

Nello specifico, i mantelli che avvolgono Malamar e MegaMalamar potrebbero essere stati prelevati dall’universo dei tokusatsu, serie live action prodotte in Giappone piene di effetti speciali. In questi mondi (perlopiù fantascientifici, horror o fantasy), i nemici sono quasi sempre creature aliene dall’aspetto mostruoso che indossano costumi vistosi e dai colori sgargianti. Possiedono poteri psichici molto sviluppati, con cui controllano le menti degli esseri umani. Quando l’incanto svanisce, le vittime perdono ogni ricordo relativo a ciò che è accaduto mentre erano sotto ipnosi. 

Per rendere la trama più avvincente, talvolta gli autori e le autrici fanno cadere vittima della manipolazione mentale anche un eroe o un’eroina. Per gli spettatori, vedere due amici costretti a lottare contro la loro volontà è fonte di grande ansia e preoccupazione. Per tale ragione, il superamento di questo ostacolo viene vissuto dal pubblico con un’intensa partecipazione emotiva.  

Durante la saga di Majin Bu, Vegeta, l’antieroe per eccellenza, accetta di essere controllato dal perfido mago Babidi per tentare di superare il rivale Goku. Un colpo di scena che ha tenuto i fan di Dragon Ball con gli occhi incollati allo schermo! La M che MegaMalamar forma con il suo corpo potrebbe essere un riferimento a questo celebre episodio? 
Nei prodotti di intrattenimento, il controllo mentale viene spesso sfruttato anche da figure demoniache. Uno dei casi più recenti è rappresentato dai Saja Boys di K-pop Demon Hunters, film campione di visualizzazioni targato Sony Pictures Animation. Qui i demoni sfruttano la musica k-pop e le attività promozionali tipiche delle pop star per ipnotizzare gli esseri umani e privarli delle loro anime.  

L’ideazione di MegaMalamar potrebbe essere stata influenzata anche da tutti quei personaggi di finzione che mettono la loro intelligenza al servizio delle “forze del male“. In molti casi, le loro capacità cognitive superiori vengono messe in evidenza tramite un ingrandimento della loro testa, sproporzionata rispetto al resto del corpo. La lunga lista dei “cervelloni” intenzionati a conquistare il mondo comprende Megamind, protagonista dell’omonimo film del 2010 e il dottor Cortex, acerrimo nemico di Crash Bandicoot. Impossibile poi non citare Prof di Mignolo e il Prof, il topo che attendeva la sera per tentare di impadronirsi la Terra! 

Cucina e intrattenimento dal mar Mediterraneo 

Giunti a questo punto della nostra analisi, resta ancora da chiarire l’origine del nome giapponese di Malamar (Calamanero). L’evidente rimando alla lingua italiana (o allo spagnolo) potrebbe essere stato influenzato dalla cucina mediterranea. In diverse località italiane, spagnole e greche, i calamari fritti sono infatti una prelibata specialità locale. Avvolti nella farina, fritti e cosparsi con un po’ di limone, sono una vera squisitezza! Tra le tante bontà della gastronomia del mar Mediterraneo figura anche la pasta condita con il nero di seppia, il liquido utilizzato dai cefalopodi a scopo difensivo.

calamari fritti

Le mandibole dei calamari, esteticamente simili al becco dei volatili, potrebbero invece aver indirizzato i creativi di Game Freak verso una citazione “di nicchia”. Il piccolo Inkay, il cui nome giapponese è traducibile come “vabbè, pazienza”, potrebbe ricollegarsi al personaggio di Calimero, creato dai fratelli Nino e Toni Pagot e da Ignazio Colnaghi negli anni Sessanta. Nato come comparsa per le pubblicità italiane di detersivi, con il passare degli anni è diventato uno dei personaggi italiani più popolari all’estero. 

Calimero è il protagonista di addirittura due serie anime, prodotte in Giappone rispettivamente negli anni Settanta e negli anni Novanta. Il suo particolare design e la frase ricorrente “È un’ingiustizia, però!” potrebbero aver convinto ad associare Inkay e la sua evoluzione a un contesto italiano.

Conclusioni 

In questo capitolo della rubrica PokéQuark ci siamo divertiti ancora una volta a perlustrare la nostra amata Kalos. L’analisi etimologica ha tracciato le linee guida principali dell’approfondimento, che ha intrecciato zoologia, gastronomia, animazione, letteratura, medicina, fisica, mitologia e tante altre tematiche. Siamo grati alla campagna “Il mio amico Malamar” per averci fatto riscoprire questa linea evolutiva piena di sorprese. Il fascino di Inkay, Malamar e MegaMalamar li rende perfetti come alleati: in loro compagnia, la nostra avventura in Leggende Pokémon: Z-A saprà regalarci tante incredibili sorprese! 

Anche questo numero di PokéQuark termina con una meravigliosa illustrazione realizzata da metanoia.comix per i nostri utenti. Grazie a questo incantevole sfondo per desktop, smartphone e tablet, possiamo sentirci più vicini ai nostri “amici” Inkay, Malamar e MegaMalamar! 

PokeQuark-wallpaper-Inkay-Malamar-MegaMalamar

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Fonte Pokémon Scarlatto e Violetto
Inkay Malamar PokéQuark

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Molto interessante, Mega Malamar mi piace, soprattutto per come esaspera questi concetti