Con l’uscita di Leggende Pokémon Z-A il prossimo 16 ottobre si tornerà ancora una volta nella città di Luminopoli, coinvolta in prima istanza in un attivo processo di riqualificazione urbana, ma al tempo stesso teatro di misteriosi intrighi che avranno a che fare con il fenomeno della megaevoluzione.
Sin dal suo annuncio, gli appassionati si sono chiesti quali creature avrebbero ricoperto il ruolo di Pokémon iniziali, con la consapevolezza di aspettarsi dei ritorni da passate generazioni sull’esempio di Leggende Pokémon Arceus con Rowlet, Cyndaquil e Oshawott. Ciò ha condotto a diverse speculazioni sui possibili candidati sulla base di criteri specifici, tra i quali possibili collegamenti con la fonte d’ispirazione della regione di Kalos, ovvero la Francia.
Il trailer esteso mostrato durante il Pokémon Presents ha poi confermato Chikorita, Tepig e Totodile come primi compagni di avventura in Leggende Pokémon Z-A; una selezione del genere ha lasciato sorpresi molti utenti, principalmente per il fatto di avere due Pokémon iniziali appartenenti alla stessa generazione.
A questo punto risulta legittimo chiedersi perché la scelta sia ricaduta su questi tre mostriciattoli rispetto ad altri candidati che, secondo le ipotesi dapprima richiamate, risultavano più probabili a comparire nel gioco. In modo simile a quanto abbiamo fatto per i Pokémon iniziali di Hisui, dei quali è stata contestualizzata la loro apparizione in un’ambientazione che richiama il Giappone feudale, tenteremo di speculare sulla loro scelta, raccogliendo possibili riferimenti e ispirazioni che ne giustifichino la presenza.
Chikorita
L’inserimento di Chikorita nella triade dei Pokémon iniziali si rifarebbe innanzitutto all’estetica floreale: uno degli elementi più riconoscibili di Meganium, l’evoluzione finale del Pokémon Foglia, sono i grandi petali colorati attorno al suo collo, i quali richiamano palesemente il fiore su cui è basato il nome. In particolare, esiste una varietà nota come geranio parigino ampliamente utilizzata nella decorazione di balconi e fioriere non solo per i colori vivaci e l’effetto a cascata, ma anche per la resistenza e l’alto tasso di fioritura se esposta alla luce solare.
Accanto a questa ipotesi che ben si sposa con l’abbellimento dell’arredo cittadino, esisterebbe un nesso tra la fonte di ispirazione di Chikorita e delle sue evoluzioni con il patrimonio di storia naturale della Francia. Nel 2009 infatti alcuni paleontologi rinvennero presso il villaggio di La Plagne, sul massiccio del Giura, delle impronte fossili appartenenti a un esemplare del gruppo dei sauropodi, dinosauri erbivori il cui aspetto, caratterizzato dal collo lungo, avrebbe dato spunto alla linea evolutiva del Pokémon Foglia.
Il valore di tale scoperta non risiedette unicamente nelle notevoli dimensioni delle tracce, ma anche perché quest’ultime componevano un tragitto lungo 150 metri; una testimonianza rilevante in quelle zone di creature preistoriche che destò l’interesse da parte degli studiosi, tanto da allestire un importante sito archeologico aperto anche al pubblico.
Tepig
Il Pokémon Suinfuoco acquisirebbe una sua validità nel contesto storico europeo grazie alla figura di Sant’Antonio Abate, monaco egiziano vissuto tra il terzo e il quarto secolo d.C. che condusse un’esistenza di profondo ascetismo, caratterizzata da una forte opposizione verso le tentazioni e assistenza ai malati. Nell’iconografia classica, gli aspetti normalmente associati al santo sono l’elemento del fuoco, in relazione al ruolo di guardiano alle porte dell’Inferno, e il maiale, per via dell’utilizzo pratico delle sue parti per fini taumaturgici.

L’influenza dell’abate ebbe un forte eco nel corso del tempo, tanto che nell’undicesimo secolo un nobile devoto francese, in seguito a un pellegrinaggio in Terrasanta, portò le sue spoglie nella provincia del Delfinato, nella Francia Meridionale. Qui diede vita agli Ospedalieri Antoniani, un ordine religioso la cui missione fu la cura dei malati in quel periodo afflitti da ergotismo, i cui sintomi prevedevano la comparsa di fastidiose piaghe cutanee e bruciore (per questo motivo è conosciuto oggigiorno come fuoco di Sant’Antonio).
Per combattere la malattia, i monaci seguirono l’esempio del santo riguardo il valore attribuito al maiale, tanto da farne un principio fondamentale noto come “privilegio del porco“. Ciò li portò ad avviare grandi attività di allevamento di suini, in modo da poter preparare uno speciale unguento a base di lardo.
Totodile
Anche nel caso di Totodile la sua fonte di ispirazione coinciderebbe con una figura famosa, benché la personalità in questione sia da ricercare in età contemporanea. Il Pokémon Mascellone potrebbe essere una citazione a René Lacoste, uno dei più importanti tennisti della prima metà del Novecento, la cui fama crebbe ulteriormente quando nel 1933 lanciò la sua personale linea di magliette polo, dando vita all’omonima casa d’abbigliamento.
Il coccodrillo simbolo dell’azienda derivò dal soprannome dello sportivo, utilizzato in apparenza per sottolineare il suo stile di gioco insidioso. In realtà lui stesso spiegò che ottenne quel nomignolo per un simpatico aneddoto risalente alla militanza nei Quattro Moschettieri, gruppo composto da campioni del calibro di Jean Borotra, Jacques Brugnon ed Henri Cochet. Infatti, in occasione della semifinale di Coppa Davis a Boston, il capitano gli promise di regalargli una custodia per racchette in pelle di coccodrillo da lui bramata se avesse giocato una buona partita.
Un altro elemento curioso che ha a che fare con Totodile riguarda invece la Fattoria dei Coccodrilli presente nel comune di Pierrelatte, un grande parco zoologico che ospita una gran varietà di specie, alcune particolarmente rare. Tra le altre cose il centro è stato l’ultimo luogo a ospitare un esemplare di coccodrillo del Nilo ritrovato nelle fogne di Parigi nel lontano 1984 e venuto a mancare da pochi anni.
In conclusione…
Per quanto a una visione superficiale i tre Pokemon iniziali scelti per accompagnare i protagonisti di Leggende Pokémon Z-A non sembravano avere attinenze con il profilo storico e culturale della Francia, la ricerca condotta fin qui ha portato alla luce diverse fonti concrete, in grado di dare valide giustificazioni dietro i mostriciattoli interessati.
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