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PokéQuark: Articuno, l’uccello dalle mille ispirazioni

In questo nuovo episodio di PokéQuark si andrà alla ricerca delle possibili origini del leggendario Articuno.

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Vive in habitat remoti e freddi, si dice che appaia come guida ai dispersi nelle montagne gelide e che il suo battito d’ali generi neve: queste sono solo alcune delle caratteristiche del leggendario volatile dalle ali di ghiaccio di nome Articuno.
Mentre si aspetta l’entrata in scena della sua forma di Galar, si cercherà di approfondire nelle righe seguenti le sue origini.

Articuno PokéQuark

Bentornati a PokéQuark: dopo un mese si ritorna con il diciassettesimo appuntamento della serie. In questo articolo si andrà alla scoperta di tutti i possibili collegamenti ai quali si possono essere ispirati Game Freak e Ken Sugimori nella realizzazione di questo Pokémon di tipo Ghiaccio/Volante.

Articuno

Articuno è il Pokémon numero #144 del Pokédex nazionale ed è di tipo Ghiaccio e Volante.
Questa creatura è originaria di Kanto e assieme a Zapdos e Moltres forma il trio di uccelli leggendari della regione.

Nonostante abbia fatto il suo debutto nella prima generazione, con la scoperta di una nuova località nei pressi di Galar, chiamata Landa Corona, ricomparirà nuovamente sotto nuove vesti e con l’acquisizione del tipo Psico e la perdita del tipo Ghiaccio.

Il colore predominante di Articuno è l’azzurro, accompagnato dal bianco del folto piumaggio del petto, dal grigio del becco e delle zampe e dal marrone rossiccio degli occhi vispi.
Al contrario, nella sua variante regionale la predominazione del colore lilla è un chiaro riferimento al Tipo Psico.

Se nelle due forme la coda rimane pressoché invariata, la testa del volatile subisce un’importante modificazione.
Mentre Articuno di Kanto presenta sulla fronte una dritta cresta a tre punte e un becco allungato, la sua forma di Galar si distingue per la stessa cresta tirata all’indietro, un becco tondo e schiacciato e dei prolungamenti neri che evidenziano i suoi sottili occhi azzurri, che ricordano vagamente quelli di ciclope degli X-Men, utilizzati per la sua mossa esclusiva “Sguardo Gelido”.

Un nome, una garanzia

Accade spesso che un Pokémon contenga nelle radici del proprio nome delle parole che lo rappresentino, come nel caso di Articuno.
フリーザー” , questo è il nome con cui il protagonista di questa rubrica è stato ideato, dal giapponese traducibile come Freezer o in italiano congelatore, ma credo sia decisamente meglio Articuno.

A riprova di ciò, se si considera il nome Articuno, evidenziando la radice Artic-, lo si può ricollegare alla parola Artico (o Artide) che inevitabilmente rispecchia l’elemento primario e alcune delle caratteristiche sopra citate del Pokémon.

Questo stesso rapporto si trova anche nella lingua inglese (Arctic) e in quella spagnola (Ártico), nelle quali il nome del leggendario rimane invariato.
Inoltre una curiosità interessante per quanto riguarda la lingua spagnola è la seguente: analizzando le desinenze dei nomi Articuno, Zapdos e Moltres, esse corrispondono ai numeri 1 (-uno), 2 (-dos), 3(-tres), indicando così l’ordine dei leggendari.

Un’etimologia diversa dal comune è presente nel nome francese del volatile, Artikodin, o meglio Artique e Odin, ed è proprio sul nome Odino che vorrei soffermarmi.

Bestla, una gigantessa di ghiaccio

Nel trio di uccelli leggendari Articuno non è il solo a contenere nel nome un dio norreno, ma anche Zapdos è riconosciuto in francia come Electhor e anche qui troviamo il nome di Thor il dio del tuono e della forza.
Si sa però che esistono anche altri Pokémon che potrebbero essere stati ispirati dalla mitologia norrena, come Zygarde o una delle teorie che ruota attorno a Zacian e Zamazenta.

Tornando ad Articuno e avventurandosi nella vasta mitologia norrena, si viene a conoscenza del fatto che Odino è figlio di Borr e di Bestla, la quale quest’ultima è conosciuta come “jötunn“, ovvero un Gigante, spesso associata nella cultura di massa al ghiaccio (Frost Giant).

Bisogna specificare inoltre che nella mitologia norrena sono presenti anche gli “Hrímþursar“, comunemente chiamati giganti di brina o ghiaccio e secondo alcune fonti la madre di Odino, Bestla, corrisponderebbe a questa tipologia.

Sebbene possa sembrare un collegamento un po’ forzato, Odino risulterebbe essere in minima parte per metà gigante e quindi questa ipotesi potrebbe aver aiutato a dare origine alla versione francese di Articuno.

Tra mito e realtà

Sono molti gli uccelli che hanno delle caratteristiche fisiche in comune con Articuno, alcuni derivanti da mitologie orientali altri appartenenti a specie tutt’ora esistenti, ma andiamo ad analizzarli insieme.

Partendo da un punto di vista mitologico si dice che Articuno abbia diverse qualità in comune sia con il Roc sia con il Simurgh.
Che ne abbiate già sentito parlare oppure no, il primo di questi due volatili proviene dal mondo arabo.

Il Roc è un uccello rapace appartenente alla cultura araba, per fare un esempio concreto viene citato in una delle storie del libro “Le mille e una notte”.
Il Roc secondo la mitologia è descritto come un grande uccello in grado di sollevare un elefante senza alcuna difficoltà, ma a parte ipotizzare una somiglianza nella forza non sono presenti evidenti dettagli che lo possano collegare sia a livello fisionomico sia a livello caratteriale al Pokémon.

Un discorso analogo si ottiene anche analizzando l’altro volatile appartenente alla mitologia persiana chiamato Simurgh.

A primo impatto risaltano la lunga coda morbida e alcune sfumature azzurre che rimandano ad Articuno.
Analizzando però la storia del Simurgh, un uccello mitologico noto come purificatore delle terre e delle acque, portatore di fertilità e che si dice sia l’unione del cielo e della terra.
Sebbene da questo punto di vista non sembrano esserci grandi riferimenti, eccetto il suo legame con la natura, altre fonti riportano che questo uccello vive sulle cime dei monti caucasici e che è in grado di creare una foschia dell’aria, come il protagonista di questa rubrica.

Articuno in natura

Se da un punto di vista mitologico non si riesce a chiarire da cosa derivino l’aspetto e le caratteristiche di Articuno, dall’altra parte le ispirazioni si possono trovare semplicemente volgendo un sguardo al mondo reale, ovvero in natura.

I 3 uccelli che si analizzeranno di seguito sono la Calocitta Formosa, il Quetzal e il Kagu, provenienti rispettivamente dal Centro America, Sud America e dalla Nuova Caledonia.

Articuno PokéQuark

Per iniziare prediamo in analisi la Calocitta Formosa, in inglese “White-throated magpie-jay“.
Questo uccello dall’aspetto robusto e slanciato è quello che esteticamente assomiglia di più al Pokémon.
I suoi colori sono il bianco e l’azzurro, ha una piccola cresta sulla testa composta da 3 piume (come quella di qualcuno che conosciamo molto bene), una coda lunga, un piccolo becco allungato e un petto bianco.
A differenza di Articuno, questo uccello è solito vivere in habitat semi umidi come le foreste e spesso si muove in gruppo.

Successivamente, a detta di molti, un’altra fonte di ispirazione può essere stato il Quetzal, di origine sudamericana.

Articuno PokéQuark

Questo piccolo uccello non presenta i colori caratteristici del Pokémon che si sta esaminando, eccetto qualche riflesso blu nel piumaggio, ma è chiaro che in molti l’hanno associato ad Articuno per via della sua lunga e sinuosa coda.
Se si fa qualche ricerca si scopre che il volatile non ha solo l’aspetto della coda in comune, ma l’habitat del Quetzal è solito essere una foresta montana tra i 1000 e 3000 m di alta quota.

Articuno PokéQuark

Secondo la cultura del luogo, il Quetzal è riconosciuto come un animale sacro e raro, tant’è che viene associato al Quetzalcóatl una divinità azteca simbolo della virtù e e della luce, dall’aspetto di un serpente.
Spesso infatti alcune immagini ritraggono questa divinità con indosso le piume del volatile.
Come d’altronde è raro e virtuoso l’uccello leggendario di tipo Ghiaccio e Volante.

Per ultimo, ma non meno importante prendiamo in considerazione il Kagu o Cagou.

Articuno PokéQuark

L’ipotesi che riguarda questo volatile, originario delle foreste dell’isola Grande Terre, è legata esclusivamente all’aspetto fisico dell’animale.
Il kagu è caratterizzato da un folto piumaggio dai colori sfumati dell’azzurro e del bianco e dalle larghe ali.
Inoltre viene denominato “Fantasma della foresta” dalla tribù dei Kanak per via dei suoi versi che furono utilizzati nelle danze di guerra come messaggi per i diversi capitani.
Nonostante ciò anche questa ipotesi risulta essere abbastanza forzata.

Tirando le somme di questo nostro viaggio si può dedurre che ciò che potrebbe aver ispirato il design di Articuno proviene principalmente dalle caratteristiche fisiche prese in esame.

In quanto sono tutte a livello estetico, questo potrebbe essere dovuto dal fatto che l’assegnazione del tipo del Pokémon sia avvenuta in seguito alla realizzazione dello sprite e della scelta dei colori.

Articuno PokéQuark

Finisce così anche questa puntata di PokéQuark su Articuno.
Speriamo di essere riusciti a far luce su alcune caratteristiche del Pokémon, palesi o meno evidenti e vi invitiamo a condividere altre osservazioni.

Inoltre per gli amanti di questo protagonista ci tenevo a condividere una bellissima storia scritta da un ex membro della nostra redazione che vede Articuno parte di un’emozionante storia d’amore.

Alla prossima puntata!

FONTI: Bulbapedia, Mitologia Norrena 1, 2, 3

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