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PokéQuark: Relicanth e i fossili, meravigliose tracce della vita nel passato

In questo episodio di PokéQuark esploriamo le origini dei fossili Pokémon di anno in anno, di regione in regione, di Allenatore in Allenatore, per rivivere il passato rimanendo nel presente.

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Il mondo è in continua evoluzione. Cambiano i paesaggi e le creature che lo abitano, i climi, gli habitat e gli ecosistemi. Se si potesse guardare una fotografia del mondo moderno e confrontarla con una fotografia di quello stesso mondo scattata 100 milioni di anni fa, si avrebbe l’impressione di trovarsi in due mondi completamente differenti. Tuttavia, talvolta capita che preziose tracce del passato attraversino i secoli e possano essere ritrovate ai giorni nostri, impronta indelebile di un tempo perduto. Il nome che è stato attribuito a questi resti del passato è fossili.

Il mondo Pokémon è composto da un’enorme varietà di regioni, ciascuna con la propria storia e il proprio passato. Le creature che gironzolano nei boschi e nei laghi allo stato selvatico e quelle che si ritrovano a lottare al fianco degli Allenatori hanno in comune il fatto di essere nati nella stessa epoca. Eppure, anche se in rarissimi casi, è possibile imbattersi in Pokémon che non hanno nulla da spartire con il mondo come noi lo conosciamo. Com’è possibile che una creatura vissuta milioni di anni fa possa giungere, viva e in salute, ai giorni nostri?

Aerodactyl, Pokémon Fossile rinvenuto per la prima volta nella regione di Kanto

Ritrovamenti

Diversi anni fa, più o meno in tutte le regioni del mondo Pokémon, iniziarono i ritrovamenti di resti fossilizzati e non identificati di creature vissute nel passato. I fossili esistono grazie a processi naturali di conservazione di varie parti del corpo, che vengono cristallizzate nella roccia, nel ghiaccio, nella sabbia o nel fango, mantenendosi intatte con il decorrere del tempo, attraverso le epoche e i cambiamenti climatici. Grazie a questi processi di conservazione, un giovane archeologo moderno potrebbe trovarsi tra le mani i resti di un Pokémon vissuto milioni di anni prima. Il primo fossile Pokémon rinvenuto giaceva alle pendici del Monte Luna, nella regione di Kanto, sepolto nella roccia e nel buio. Gli studi effettuati su questo oggetto misterioso, e sugli altri che vennero rinvenuti in quel punto, non diedero risultati soddisfacenti. Si trattava, di fatto, di qualcosa di sconosciuto. A Kanto, dopo anni di ricerche, vennero rinvenute due diverse tipologie di fossili, ribattezzate Domofossile e Helixfossile per via della loro forma: il primo ricordava una corazza protettiva e il secondo una conchiglia arrotolata su sé stessa. Un terzo fossile, dal colore caldo e ambrato del sole al tramonto, venne rinvenuto diversi anni dopo ma a lungo si ritenne che si trattasse di un piccolo Pokémon rimasto incastrato nella resina. Venne chiamato Ambra Antica ed esposto al Museo della Scienza di Plumbeopoli. Ben presto, un gruppo di scienziati risiedenti all’Isola Cannella creò un team di ricerche e si rese conto di avere di fronte agli occhi i resti di organismi viventi antichissimi, probabilmente estinti da molto tempo.

Un Domofossile conservato al Museo della Scienza di Plumbeopoli

Parallelamente, anche nella regione di Johto vennero rinvenuti i tre fossili, probabilmente a testimonianza di come le due regioni, oggi separate da un tratto di mare, milioni di anni fa fossero unite.

A Hoenn, molto più lontana da Kanto e Johto, i fossili Pokémon rinvenuti nel corso degli anni furono diversi. Nel mezzo del Deserto, che occupa la porzione orientale del Percorso 111, in mezzo alle tempeste di sabbia tipiche di quella zona, vennero trovati il Radifossile e il Fossilunghia, chiamati così per la loro somiglianza a un tentacolo e un artiglio. Conservati grazie al clima secco e alla sabbia, che ricoprì i resti dei Pokémon antichi, furono rinvenuti da un giovane esploratore che tentava di attraversare il deserto munito di Occhialoni, probabilmente riportati in superficie in seguito a una tempesta particolarmente violenta. Nella regione di Hoenn vive persino un Pokémon antichissimo, tanto da venire chiamato “il fossile vivente“. Si tratta di Relicanth, una creatura che vive nei fondali marini più profondi, dove la luce è quasi assente e le forme di vita inesistenti. Il corpo roccioso del Pokémon lo rende lento e robusto, gli occhi sono sottili e adattati all’oscurità quasi totale e la bocca è priva di denti. Relicanth è un vero e proprio fossile ancora in vita, ed è un miracolo che milioni di anni non abbiano apportato il minimo cambiamento su questo Pokémon, che regna incontrastato sui fondali marini da tempi immemori.

Relicanth, il fossile vivente che dimora negli abissi della regione di Hoenn

Una via sotterranea labirintica e ricchissima di tesori antichi è presente nella regione di Sinnoh. Nel corso degli anni, tantissimi esploratori e archeologi presero di mira i Sotterranei alla ricerca di tesori del passato e gli sforzi portarono a frutti sorprendenti. Due fossili mai visti nelle altre regione furono rinvenuti nei labirinti, ribattezzati Fossilcranio e Fossilscudo per la forma ovale simile a una testa corazzata. I Sotterranei di Sinnoh sono ancora oggi ricolmi di tesori preziosi, ma i fossili sono stati la scoperta più importante.

Nella vasta Unima si trova, a ovest del Percorso 4, il Deserto della Quiete. Si tratta di un’enorme landa ricolma di sabbia e, similmente al Deserto della regione di Hoenn, invasa da tempeste sabbiose che annebbiano la vista e rischiano di far sprofondare i malcapitati. Al centro del Deserto della Quiete, nascosto alla vista e difficilmente trovabile, è situato il Castello Sepolto. Il nome deriva dalla particolarità di questa costruzione di scomparire e riapparire a seconda della quantità di sabbia trasportata dal vento. Talvolta, il Castello Sepolto è interamente seppellito e non può essere trovato. In questa zona vennero ritrovati i primi fossili di Unima. La forma delle due nuove tipologie di fossile ricordava una pinna o una piuma, per cui i preziosi resti del passato vennero battezzati Fossiltappo e Fossilpiuma. Al Museo di Zefiropoli è possibile trovare diversi esemplari dei due fossili, custoditi gelosamente e con molta cura.

Carracosta, imponente Pokémon fossile della regione di Unima, in una fanart di Servaline tratta da DeviantArt

Una vera e propria perla per gli amanti dei fossili e gli studiosi di archeologia è rappresentata dalla Grotta dei Bagliori, a sud della regione di Kalos. La grotta è ricchissima di rocce antiche che, se distrutte, possono riportare alla luce fossili presenti anche in altre regioni oppure due fossili totalmente nuovi. Il Fossilmascella e il Fossilpinna furono rinvenuti nella zona più profonda e oscura della grotta in tempi più recenti rispetto a quelli già conosciuti, e sono considerati i “principini” della storia dei fossili.

La rinascita

Nel mondo Pokémon sono stati rinvenuti 11 diversi fossili, ciascuno rappresentante una parte, cristallizzata nel tempo, del corpo di una creatura antica ed estinta. Le ricerche, dopo la scoperta dei primi esemplari fossilizzati, proseguirono incessantemente al Laboratorio Pokémon dell’Isola Cannella e, parallelamente, al centro di ricerca della Devon SpA di Ferrugipoli, una grande azienda inizialmente produttrice di materiali grezzi ricavati da sabbia e pietre, sviluppatasi fino a diventare una regina nella creazione di Poké Ball di diverso tipo. Non si è a conoscenza di collaborazioni tra i due centri di ricerca, tuttavia entrambi giunsero nello stesso periodo a un’invenzione rivoluzionaria: una macchina in grado di ripristinare la struttura cellulare dei Pokémon antichi basandosi sui resti fossili, e riportare in vita le creature estinte.

La macchina straordinaria, basandosi sullo studio della sequenza del DNA rinvenuto dai resti antichi, permise di scoprire a quale Pokémon appartenesse ogni fossile ritrovato nelle varie regioni. A Sinnoh venne aperto il Museo Minerario di Mineropoli, città costruita di fianco al cuore dei più importanti scavi della regione, mentre a Unima il Museo di Zefiropoli si ampliò per inserire un’ala specializzata nella resurrezione dei Pokémon a partire dai fossili. A Kalos, nella città di Petroglifari, la più vicina alla Grotta dei Bagliori, venne inaugurato il Laboratorio Fossili, un importante centro che si occupa tutt’oggi della resurrezione dei Pokémon a partire da qualsiasi tipologia di fossile.

Ma a quale fossile corrisponde quale Pokémon?

I Pokémon fossili al primo stadio evolutivo racchiusi in una fanart

Dopo anni di ricerche e rinascita di creature preistoriche a partire dai fossili ritrovati, si giunse alla seguente classificazione:

  • Domofossile ⇒ resuscita Kabuto ⇒ evolve in Kabutops a partire dal livello 40
  • Helixfossile ⇒ resuscita Omanyte ⇒ evolve in Omastar a partire dal livello 40
  • Ambra Antica ⇒ resuscita Aerodactyl ⇒ non evolve
  • Radifossile ⇒ resuscita Lileep ⇒ evolve in Cradily a partire dal livello 40
  • Fossilunghia ⇒ resuscita Anorith ⇒ evolve in Armaldo a partire dal livello 40
  • Fossilcranio ⇒ resuscita Cranidos ⇒ evolve in Rampardos a partire dal livello 30
  • Fossilscudo ⇒ resuscita Shieldon ⇒ evolve in Bastiodon a partire dal livello 30
  • Fossiltappo ⇒ resuscita Tirtouga ⇒ evolve in Carracosta a partire dal livello 37
  • Fossilpiuma ⇒ resuscita Archen ⇒ evolve in Archeops a partire dal livello 37
  • Fossilmascella ⇒ resuscita Tyrunt ⇒ evolve in Tyrantrum a partire dal livello 39 durante il giorno
  • Fossilpinna ⇒ resuscita Amaura ⇒ evolve in Aurorus a partire dal livello 39 durante la notte

Tutti i Pokémon antichi possiedono il tipo Roccia unito a un secondo tipo, variabile in base a luogo e regione in cui è stato rinvenuto il fossile di provenienza. Non è chiaro se questa strana comunione di tipo sia dovuta al fatto che il tipo Roccia garantisce ai Pokémon strutture ossee molto robuste e resistenti, facilmente conservabili nel tempo, oppure se il lungo tempo trascorso come fossili abbia in qualche modo modificato la struttura e il tipo originario delle creature estinte, per permettere loro di adattarsi in un mondo così diverso da quello in cui vivevano. A eccezione di Aerodactyl, imponente creature del passato che non presenta nessun tipo di evoluzione, ma è anche l’unico fossile a possedere una Megaevoluzione, tutti quanti i Pokémon antichi possono evolversi di uno stadio, mantenendo però sempre il tipo Roccia.

I Pokémon fossili finora conosciuti

Gli Allenatori di fossili più celebri del mondo

Il primo Allenatore a riuscire nell’impresa di tenere nella propria squadra un Pokémon resuscitato da un fossile fu Lance, prima membro dei Superquattro della regione di Kanto e, in seguito, Campione della Lega Pokémon. Prima di venire declassato da un Allenatore più forte, circa 21 anni fa, sfoggiava fieramente un Aerodactyl nella propria squadra, benché fosse specializzato nel potente tipo Drago. Ancora oggi, Lance rimane un temibile avversario e ha mantenuto con onore il suo posto nella classifica dei migliori Allenatori di Pokémon del mondo.

Cradily in una ricostruzione del suo habitat naturale

Una personalità di spicco nell’allenamento e nello studio dei fossili è Rocco Petri, figlio di Pierangelo Petri, a sua volta fondatore dell’illustre azienda Devon SpA. La vastissima collezione di pietre rare di Rocco presenta esemplari provenienti da grotte, deserti e fondali marini di quasi tutte le regioni del mondo Pokémon, ed egli stesso ha allenato con successo un Lileep e un Anorith, lanciando in battaglia Cradily e Armaldo contro gli Allenatori pronti a battersi contro di lui per contendersi il titolo di Campione della Lega Pokémon di Hoenn.

A Sinnoh i fossili vengono utilizzati da ben due Capipalestra: Pedro, Capopalestra di Mineropoli, non esita a utilizzare un esemplare di Cranidos resuscitato da un Fossilcranio mentre il padre Ferruccio, Capopalestra di Canalipoli, possiede un imponente Bastiodon. Entrambi sono appassionati di archeologia e hanno ritrovato i resti dei due Pokémon antichi decidendo di allenarli con affetto e molta cura.

Cranidos e Rampardos in una rappresentazione di Dragounette

Nella regione di Unima, diversi anni fa, comparve un giovane di nome N, che viaggiò di città in città per diffondere il suo ideale di mondo perfetto. Egli riteneva che fosse necessario creare due mondi separati, uno per gli esseri umani e l’altro per i Pokémon, in modo che questi ultimi potessero vivere in pace e serenità, lontani dall’influenza negativa delle persone. In una battaglia di cui si narra ancora oggi, avvenuta nel Palazzo di N, il giovane utilizzò un Carracosta e un Archeops contro i propri avversari, ma venne sconfitto e scomparve, dopo aver abbandonato i suoi ideali.

A Kalos esistono due importanti Allenatori che hanno deciso di dedicare tempo e pazienza per l’allevamento di entrambi i Pokémon fossili della regione. Lino, Capopalestra di Altoripoli, possiede un Tyrunt e un Amaura mentre la Campionessa Diantha è quasi inarrestabile con Tyrantrum e Aurorus.

Aurorus e il suo piccolo Amaura

Non disturbare…il Pokémon che dorme!

L’episodio 46 della prima stagione della serie animata, intitolato Avventure preistoriche, andato in onda il 28 febbraio 2000, ha come protagonisti proprio i fossili. L’avventura si svolge al Canyon del Nonno, località situata tra la Zona Safari e l’Isola Cannella, presente esclusivamente nel cartone. Ash, Misty, Brock, Pikachu e Gary, giunti al canyon dopo aver scoperto che diversi fossili sono stati rinvenuti tra le rocce del luogo, iniziano una gara alla ricerca dell’oggetto più prezioso, scavando con zelo nel terreno per riportare alla luce tesori antichi. Anziché trovare un fossile, tuttavia, Ash e Pikachu si ritrovano nel bel mezzo di un gruppetto di Pokémon preistorici vivi e vegeti che, disturbati dagli scavi, decidono di uscire dalla loro tana per far allontanare gli scocciatori. È in questa occasione che il Charmeleon di Ash, sentendosi sconfitto per via della netta superiorità di un Aerodactyl, si evolve in Charizard e mette al tappeto l’avversario. I cinque Pokémon preistorici che compaiono nell’episodio sono Kabuto, Kabutops, Omanyte, Omastar e Aerodactyl, tutti i fossili ritrovati nella regione di Kanto. La zona non è lontana dal Laboratorio Pokémon dell’Isola Cannella, quindi le creature antiche sono probabilmente frutto dei primi tentativi di risurrezione tramite la macchina appositamente creata.

Il regalo di Giovanni, capo del Team Rocket

I primi episodi del manga Pokémon Adventures (tradotto in Italia in Pokémon: la grande avventura), furono rilasciati in Giappone nel lontano 1997. Recentemente, la collezione di fumetti è stata rilasciata anche in Italia in bellissimi box suddivisi per generazione Pokémon. Nel Capitolo 23: VS Magmar, presente nel primo volume dell’edizione italiana, il protagonista Rosso entra in contatto con un fossile in modo decisamente particolare. È Giovanni, capo del Team Rocket, a donare al ragazzo un’Ambra Antica in seguito a una battaglia contro due Magmar avvenuta all’uscita della Grotta Diglett, nei pressi di Plumbeopoli.

Ti offro questa pietra con i riflessi ambrati come regalo d’addio.

Rosso, inconsapevole del vero ruolo di Giovanni, accetta la pietra senza conoscerne il vero significato. Nel Capitolo 26: VS Moltres, per fronteggiare il temibile uccello leggendario Moltres catturato dal Team Rocket, il Capopalestra dell’Isola Cannella Blaine, riconoscendo i resti antichi, sprona Rosso a utilizzare la macchina del Laboratorio Pokémon per riportare in vita Aerodactyl. Il Pokémon Fossile rimarrà nella squadra del ragazzo e sarà il suo appoggio in molte occasioni, grazie alla sua capacità di volare.

L’Aerodactyl di Rosso in Pokémon Adventures

E Alola…?

La bellissima e rigogliosa regione di Alola, composta da un insieme di quattro isole baciate dal sole non riesce a vantare ritrovamenti fossili. Probabilmente il clima caldo e umido, poco secco e poco adatto alla formazione di terreni ideali per la conservazione di resti organici, ha impedito a eventuali Pokémon, vissuti milioni di anni prima, di lasciare in eredità al futuro un fossile.

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