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[ANALISI] Gli Ultrabuchi di Trama in Pokémon Ultrasole e Ultraluna

Analizziamo nel dettaglio della trama di Pokémon Ultrasole e Ultraluna trattando tutto ciò che non è stato detto durante la recensione senza spoiler.

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   · 18 min lettura Cydonia
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Benvenuti all’attesa analisi nel dettaglio della trama di Pokémon Ultrasole e Ultraluna. Prima di procedere oltre vado a constatare l’ovvio, benché non dovrebbe essere necessario: all’interno di questo video ci saranno pesanti spoiler sulla trama, e pertanto ne sconsiglio la visione per coloro che non hanno ancora battuto la Lega Pokémon della nuova Alola di Kazumasa Iwao e Shigeru Ohmori.

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All’inizio della campagna marketing sui nuovi titoli di settima generazione, è stata fatta una promessa a tutti i fan dei mostriciattoli tascabili: in questo ultimo e necessario viaggio ad Alola avremmo scoperto il segreto di Necrozma, e con il suo quello della intera regione di Alola, un tempo lontano minacciata dall’oscurità. Non stiamo parlando di teorie o congetture, badate bene: sul sito ufficiale possiamo testualmente leggere che “nei nuovi giochi sarà possibile vivere una storia… che ruota attorno a Necrozma, Solgaleo e Lunala, grazie alla quale verranno alla luce i segreti sia del leggendario che di Alola stessa”. È quindi chiaro che, nella mente degli autori, c’era il genuino progetto di dare finalmente una storia degna di nota al leggendario Necrozma, e di chiarire una volta per tutte quale fosse il suo controverso legame con gli Araldi degli Astri, nonché di spiegare le tante stranezze attorno alla regione di Alola. Diciamo da subito che l’intento è riuscito solo a metà: la storia dei due nuovi titoli risulta spesso poco chiara e contraddittoria, si svolge tutta nell’arco di venti minuti di gameplay, e se alcuni nuovi elementi inseriti sono stati effettivamente graditi ed hanno chiuso delle parentesi, come l’origine delle Mosse Z e dell’Ultraenergia o il vero profilo psicologico di Samina, molti altri sembrano essere stati scritti in fretta e furia, e proposti al giocatore in maniera confusa.

Tutto parte dall’Ultrapattuglia, in teoria grande attrice del nuovo teatro di Alola: si tratta di una squadriglia di ricercatori, provenienti da una civiltà ultradimensionale, che è alla disperata ricerca di una soluzione per tenere al guinzaglio ciò che resta di Necrozma, la forma nella quale lo abbiamo conosciuto in Sole e Luna insomma. Per riassumere la loro storia, pare che Necrozma, in un tempo indefinito, vivesse la sua vita nella originaria Forma Ultra, una forma lucente grazie alla quale era in grado di controllare la luce a suo piacimento; un giorno però, alcuni membri della civiltà dell’Ultrapattuglia hanno voluto osare troppo, arrivare dove all’uomo non è consentito, ed hanno tentato con il potere della tecnologia di controllare questo Pokémon leggendario. Dico con la tecnologia poiché, implicitamente, è l’unico modo possibile: più volte Darus, Zoy, Syron e Myrin dichiarano di non conoscere i Pokémon e di essere completamente inesperti nelle lotte, e a giudicare dal fatto che i loro antenati avrebbero poi deciso di tenere a bada quel che resta di Necrozma infilandolo dentro una gigante torre che fa il cosplay del raid anti zanzare, dobbiamo ipotizzare che appunto anche in origine il tentativo di usurpazione del potere della luce sia avvenuto attraverso un attacco tecnologico. E qui il primo problema di questa storia: il segreto di Necrozma si basa sul fatto che egli ha perso una parte del suo corpo, per un evento che in fin dei conti ci viene menzionato di sfuggita in un solo e singolo dialogo di gioco, senza neanche darci una chiara consecutio degli eventi.
Che l’uomo volesse raggiungere il potere del controllo della luce è interessante, scoprire che ancora una volta i Pokémon leggendari finiscono vittime dell’egoismo umano ha un che di poetico, ma il modo nel quale la questione viene posta è decisamente vacillante: non solo perché appunto non si approfondisce qualcosa che avrebbe davvero potuto destare interesse nel giocatore, ma anche e soprattutto perché l’intera vicenda è affetta da alcune falle di logica evidenti.

UltraNecrozma è una vera e propria macchina da guerra: stiamo parlando di un essere in grado di controllare liberamente ogni fonte di luce, una creatura che difficilmente è affrontabile da qualsiasi Pokémon esistente sulla terra. Ne è la dimostrazione il fatto che persino Solgaleo e Lunala, senza la nostra guida, rimangono vittime della sua sola Forma Base all’Altare di Poni, per poi venire assorbite e diventare parte di Necrozma Criniera del Vespro o Ali dell’Aurora. E ne è la conferma poi il fatto che solo noi, Allenatori senza macchia e senza paura, saremo gli eroi designati per poterlo fermare nella sua forma definitiva: con il nulla osta dell’Ultrapattuglia, resasi conto di non poter nulla contro questo essere, riusciremo a porre fine alla follia di questa creatura senza controllo. E va bene, noi siamo l’avatar del video giocatore, e pertanto tendenzialmente non abbiamo limiti: ciò che non è credibile, però, è che la stessa civiltà che un tempo è riuscita a danneggiare così tanto UltraNecrozma da fargli perdere la maggior parte del suo potere, senza che egli potesse fare nulla se non scappare, ora si trovi in difficoltà anche solo ed esclusivamente a contenere una forma indebolita dentro una prigione.
Pensateci, ha la stessa logica di “Ieri con un Bazooka ho colpito un aereo da guerra e l’ho fatto crollare, ora però ho ai miei piedi un pezzo dell’ala sinistra e non so cosa fare. Sono nel panico. Adesso mi mangia.”
Ci sarebbero stati mille modi per evitare questa aporia: ci si poteva inventare che il mezzo attraverso il quale UltraNecrozma è stato colpito è un congegno andato smarrito nei secoli, o che Necrozma è stato attaccato da altri viaggiatori Ultradimensionali ignoti molto abili con i Pokémon, oppure ancora evitare il problema alla radice, e far ricadere sui Tapu la “colpa” dello smembramento di Necrozma durante la loro battaglia con lo Splendente ad Alola, che è citata dalla stessa Ultrapattuglia. In quest’ultimo caso si sarebbe poi potuto dipingere un Necrozma vittima degli eventi che, fuggito a pezzi da Alola, ruba la luce dell’Ultramegalopoli in un disperato rantolo per la sopravvivenza. Ma è chiaro che quest’ultima ipotesi è sfatata dalla stessa lore ufficiale: a Ula Ula l’Ultrapattuglia è chiara nel dirci che sono i loro antenati a danneggiare il corpo del leggendario e a ridurlo in quello stato, il che per altro complica la collocazione temporale dello scontro tra Necrozma e i guardiani delle isole.

Seguitemi: l’unico modo in cui possono essere andate le cose è che Necrozma nella sua forma Ultra viene danneggiato, ruba quindi ogni fonte di luce come dichiarato dall’Ultrapattuglia solo successivamente a questo evento. La cosa del resto collima anche con un Necrozma vittima degli antenati dell’Ultrapattuglia, e non aguzzino. Al che arriva ad Alola in cerca di luce, si scontra con i Tapu e perde, poiché Alola, una volta caduta nel buio secondo il racconto di Kukui, si è poi difesa con il potere della luce. Sempre attraverso ipotesi dunque, possiamo presumere che i Tapu rimandino indietro Necrozma da dove è venuto, utilizzando il suo Ultravarco d’arrivo che inspiegabilmente rimane aperto per tutta la durata dello scontro dopodiché torna nell’Ultramegalopoli… nella quale gli stessi uomini in grado di menomare UltraNecrozma non riescono a far altro che imprigionare un ormai completamente abbattuto Necrozma in Forma Base, anziché sconfiggerlo definitivamente. Tutto ciò è estremamente sbagliato: non solo perché come detto prima non ha senso dotare una civiltà del potere di danneggiare gravemente un leggendario senza poter controllare una forma decisamente meno potente, ma soprattutto perché il 90% delle cose che abbiamo detto sono pure ipotesi. E le ipotesi vanno benissimo se fatte prima degli annunci di un gioco, o dopo l’uscita per chiudere buchi volutamente lasciati all’immaginazione dei fan: ma se i buchi da chiudere sono l’intera storia di Necrozma, ovvero l’unico segreto che Game Freak avrebbe dovuto rivelare… c’è un problema.
Badate bene, cercheremo comunque nelle prossime settimane di dare un senso alla storia di Alola: a questo punto però non potremo far altro che unire tasselli di un puzzle che ci siamo costruiti da soli per due anni, e per quanto potremo essere compiaciuti della nostra impresa non sapremo mai la versione ufficiale degli autori dei titoli, perché non esiste se non in una forma vaga e raffazzonata.

Ma andiamo avanti: l’evento che tra poco andremo commentare, che vede sempre protagonista la sfortunata Ultrapattuglia, è il dialogo che viene tenuto con i personaggi protagonisti all’interno dell’Aether Paradise.
Prima di parlarne, una doverosa parentesi: nello stesso momento in cui viene generato un altro momento di caos narrativo che stiamo per sottolineare, abbiamo due grandi salti di qualità di due personaggi che in Pokémon Sole e Luna erano stati alquanto borderline.
Il primo è Samina: nei vecchi giochi la direttrice era semplicemente una vittima degli eventi, una donna la cui mente era stata irreversibilmente infettata dalle neurotossine dei Nihilego, i cui reali pensieri non sono mai decifrabili dal giocatore. Questa volta però, le cose stanno diversamente: la donna è cosciente che le Ultracreature le hanno portato via il marito, è completamente concorde con il resto dei personaggi che Necrozma sia un pericolo, e a modo suo vuole addirittura tentare di salvare Alola fermando Necrozma prima che possa giungervi. Ciò nonostante, il personaggio si rivela realmente per quello che è: un essere umano squilibrato, narcisista, convinto che il mondo debba girare intorno a sé. Ama i suoi figli in maniera esasperata, a tal punto da non solo decidere sempre cosa sia meglio per loro, ma arrivando ossimoricamente a disprezzarli per via della loro disobbedienza; ama gli esseri viventi in maniera altrettanto esagerata, iberna i Pokémon che non può salvare pur di preservare la loro natura, e per salvare un mondo che a suo avviso deve contraccambiare a forza la sua morbosità spasmodica, è persino disposta ad affrontare una bestia divoratrice di luce.
Signori, dopo Ghecis ci troviamo nuovamente davanti ad un cattivo che ha senso di esistere: Samina non desidera resettare l’universo, non vuole compiere chissà quale piano utopico, è solo e semplicemente una squilibrata che umanamente asseconda i suoi desideri perversi. E come tutti gli esseri umani, cambia, evolve: dopo aver visto di cosa è capace Necrozma, dopo aver affrontato un orrore ultradimensionale, la donna stravolge il suo atteggiamento, capisce davvero quali sono le cose importanti per lei, e il suo ultimo desiderio prima di svenire all’Altare di Poni è semplicemente che la propria figlia possa mettersi in salvo. Non riesco a non pensare che, se la storia fosse stata incentrata su questa nuova Samina anziché sull’Ultrapattuglia, forse oggi staremmo parlando di una trama diversa: ho adorato ogni singolo momento con Samina, persino quelli dopo la fine del gioco nei quali si intuisce che sia diventata una madre più morbida, quando si lascia ad un saluto sorridente nei confronti del figlio in partenza per la regione di Kanto.
Il secondo personaggio che nella fase finale di trama impenna, in tema di introspezione, è sicuramente Guzman: nello scorso capitolo, il capo del Team Skull segue Samina nell’Ultramondo dei Nihilego guidato da una semplice infatuazione nei suoi confronti, che viene lasciata intendere fra le righe prima dello scontro finale con UltraTentacruel belli capelli con le gambe di Mettaton. In questa storia invece, il nostro teppista realizza qualcosa di più profondo: nel capitolo dedicato al Rainbow Rocket ci viene spiegato che il giovane è attratto da Samina poiché lei è la prima persona che abbia riconosciuto in lui qualcosa. Ed ha senso: il padre di Guzman lo riteneva letteralmente un figlio da raddrizzare, in casa sua ci sono solo premi per secondi o terzi posti, la sua carriera da aspirante Capitano del giro delle Isole è fallita per qualche motivo ignoto. La vita di Guzman, fino all’arrivo di Samina, è quella di un eterno secondo: ma quando una donna potente e influente come Samina decide di affidare a lui e solo a lui il compito di riportare a casa sua figlia, e di catturare Nebulino, l’oggetto dei suoi desideri, beh… finalmente Guzman si sente scelto da qualcuno. Anche qui, Game Freak crea meno confusione e più umanità: è un piacere vedere l’evoluzione di questo personaggio dall’inizio alla fine della trama, ed è quasi struggente intuire che il ragazzo non verrà mai contraccambiato da una donna che lo ha solo sfruttato in un momento di necessità. Ma è proprio questo il bello: le storie di Guzman e Samina, per quanto ambientate in un mondo di fantasia, sono semplici e reali. E funzionano.

Ciò che invece non funziona è quello che, sempre nell’Aether Paradise, viene dichiarato dall’Ultrapattuglia: dopo quello che sarebbe probabilmente dovuto essere un colpo di scena, ci viene comunicato che il mezzo attraverso il quale si sarebbe voluto controllare Necrozma è un particolare “macchinario”, sviluppato in collaborazione con la Fondazione Aether e Acromio. Macchinario che Samina ha rubato per sconfiggere o catturare Necrozma, a seconda della versione di gioco, per proprio tornaconto personale.
Ci sono tante cose che non comprendo: di che macchinario si parla? L’unico macchinario che viene fornito da Acromio, alla fine della plot line principale, è il Necrosolix/Necrolunix, necessario per fondere o separare Necrozma, Solgaleo e Lunala. Pertanto… non può trattarsi di questo, dato che Samina non è in possesso di un Solgaleo o una Lunala perché Cosmog si è appena evoluto in Cosmoem e basta, quindi la funzione di fusione del macchinario sarebbe per lei inutilizzabile. Inoltre, non ha neanche senso pensare che lei voglia usarlo per separare Necrozma, dato che in questo momento della trama non è ancora arrivato ad assorbire gli araldi. Oltretutto, se l’Ultrapattuglia si riferisse al Necrosolix/lunix quando parla di macchinario per contenere Necrozma, ci sarebbe un altro, enorme buco nella trama: che senso ha basare tutta la propria strategia sull’interrompere la fusione di Necrozma… anziché impedirla a priori, visto che Solgaleo/Lunala sono in loro possesso – anche se come semplice mezzo di trasporto – fin dall’inizio del gioco?
Al contrario, deve trattarsi di un macchinario diverso: uno strumento del quale a questo punto non comprendo in alcun modo l’utilità, dato che non verrà mai più citato durante la storia, né utilizzato dal nostro personaggio protagonista. E questo perché, dopo che Necrozma avrà autonomamente assorbito l’Araldo degli Astri di copertina nella parentesi all’Altare di Poni, scopriremo che per sua stessa volontà è tornato all’interno dell’Ultramegalopoli e nulla, se non la nostra abilità di Allenatori, potrà fermarlo.
Qui purtroppo si assiste alla definitiva dichiarazione dell’inutilità dell’introduzione non solo dell’Ultrapattuglia, che ha giocato un ruolo completamente passivo nella storia, ma dell’intera Ultramegalopoli: dal breve filmato precedente la trasformazione di Necrozma è possibile vedere un cristallo che fuoriesce dalla testa degli Araldi, quello che potremmo interpretare – rigorosamente autonomamente perché ci mancherebbe che ci fosse una spiegazione dedicata, poi la madonnina piange – come il vero nucleo del leggendario Necrozma. Questo nucleo, una volta assorbita la luce dagli Araldi, è in grado di ripristinare il corpo del Prisma al suo stadio Ultra, o originale che dir si voglia.
Ma allora la domanda viene spontanea: perché all’Ultramegalopoli? Perché Necrozma, dopo aver soddisfatto ogni requisito per tornare alla sua forma originaria, sarebbe dovuto tornare proprio nell’unico luogo nel quale la luce è assente? La risposta che ci viene data dall’Ultrapattuglia è che “Necrozma si è fermato sulla cima della torre per riposare”.
Perdonatemi, ma viene difficile credere che il leggendario scelga come luogo del suo riposo la prigione nella quale è stato segregato per secoli, sarebbe stato molto più credibile se fosse tornato indietro per vendetta nei confronti del popolo che lo ha ridotto in quello stato, tanto per dirne una.
Ma la verità è forse un po’ più dura da digerire: Necrozma torna all’Ultramegalopoli solo per dare al giocatore un pretesto per visitarla, dato che altrimenti non ci sarebbe stato alcun motivo per recarsi in questo luogo menzionato solo altre tre o quattro volte all’interno dell’intero titolo, e utilizzato come dimora di una storia passata del leggendario narrata a spizzichi e bocconi.
Credo che adesso abbiate capito fino in fondo perché ho bocciato Ultramegalopoli e Ultrapattuglia nella recensione non spoiler: non riesco a non vederle che come aggiunte inutili, fatte tanto per mettere un po’ di carne al fuoco, benché nessuno dei due elementi abbia trovato nella storia una vera ragione d’esistere.

È un vero peccato: non sarebbe bastato molto per dare una lettura un po’ più chiara della storia, per chiudere qualche cerchio lasciato ancora aperto, e per dare a Necrozma un climax costruito su delle basi concrete. A volte la chiave sta nella semplicità: per quanto estremamente fantasiosa, la storia di Zekrom, Kyurem e Reshiram è stata aperta e chiusa in maniera molto più funzionale. Un drago originario, per non dover scegliere fra due fratelli amati entrambi allo stesso modo, si è diviso: tramite un congegno scientifico, un malvagio delinquente cerca di ricreare quella creatura dalla sconfinata potenza, e sta a noi fermarlo. Lineare e cristallino: qui Game Freak sembra invece aver cercato di complicarsi la vita da sola, inserendo dimensioni parallele, viaggiatori di mondi lontani, luci, astri, eclissi, alieni e tecnologia avanzata tutta in un unico minestrone, ma il risultato non è riuscito a dare i suoi frutti fino in fondo. Il mistero di Necrozma, in definitiva, qual è?

Cercheremo questa risposta nei prossimi video, ma da Pokémon Ultrasole e Ultraluna, almeno esplicitamente, non si sa più di quanto già scoperto nei trailer: per qualche motivo ignoto Necrozma è il padrone della luce, e può usare Solgaleo e Lunala come vere e proprie batterie per ripristinare la sua forma Ultra, benché lo stesso rapporto del trio di leggendari sia forse ad oggi il più oscuro. Groudon e Kyogre sono due contrari in lotta, con Rayquaza che funge da paciere; Dialga Palkia e Giratina sono accomunati dall’essere figli del Creatore, e l’ultimo dei tre è colui che è stato rinnegato; Zekrom, Kyurem e Reshiram sono tre parti di un tutto, due parti d’anima ed un involucro; Xerneas e Yveltal sono la vita e la morte in costante contrapposizione, mentre Zygarde è l’arbitro imparziale che si sincera che nessuno prevalga sull’altro. Necrozma, Solgaleo e Lunala, invece, sembrano ancora oggi molto distanti: due sono viaggiatori dimensionali, uno una stella vivente. Forse Necrozma, in quanto padrone della luce, ha una posizione gerarchica al di sopra dei Solgaleo e i Lunala, ma allora anche Kyogre dovrebbe essere a capo di tutti i Pokémon d’Acqua, Groudon a capo di tutti quelli Terra e così via dicendo.
L’unica relazione reale che possiamo tracciare fra i tre è considerando non la forma reale di Necrozma, ma quella Base – che però Base non è: per quanto la terminologia sia fuorviante, e presenti il Necrozma conosciuto in Sole e Luna come “normale” e quello di fine Ultrasole e Ultraluna come “ultra”, di fatto quel poco di lore che lo riguarda dipinge il Necrozma originario, quello di centinaia di anni fa, come splendente e fonte di luce. E allora è con questa forma che dovrebbe esserci un legame, poiché altrimenti il rapporto del trio si basa solo e unicamente sull’intervento umano che ha causato la rottura di Necrozma e il suo conseguente bisogno di batterie per ricaricarsi. L’intervento umano è quindi l’unica spiegazione possibile per collegare i tre leggendari, ma avremmo potuto ritenerci soddisfatti se almeno questa strada fosse stata percorsa fino in fondo: se, successivamente alla “rottura” di Necrozma, fossero stati generati anche i Cosmog, allora avremmo potuto accettare un ruolo di questi ultimi come sostentamento di Necrozma.
Ma sono solo supposizioni, ed essere arrivati alla fine di una generazione con così tante congetture ancora da fare, è davvero sintomo di una trama traballante.

Quel che mi auguro per il futuro è che Game Freak faccia poco ma bene: serve maggiore cura per tessere una trama degna di nota, e comprendo la difficoltà di averci provato in una generazione nella quale sono state inserite decine di novità, una delle quali è il Multiverso, che ha cambiato completamente la concezione di Mondo Pokémon. Però forse, bisogna cominciare proprio dal correggere le piccole cose: per farvi un esempio, nella sub questa che vede protagonista la nonna di Hapi, possiamo vedere un flashback della donna da giovane con il suo Mudsdale. Tutto bellissimo, se non fosse che nel flashback sono presenti i modelli poligonali degli Allenatori presenti attualmente nel percorso, che smorzano tutto il pathos. Nel filmato dedicato al primo salvataggio di Cosmog gli Spearow si moltiplicano poiché presi di sana pianta dal filmato originale in Sole e Luna, titoli nei quali non si doveva affrontare alcun Pokémon pennuto. E ancora, parlando con nostra madre dopo il termine della Lega, questa ci chiederà se sappiamo come se la passa Lylia a Kanto; una Lylia che però in questo gioco non è mai partita, dunque altro evidente refuso delle prime versioni.

Tutti questi elementi, assieme alla paresi facciale dell’Allenatore Protagonista che gli dona un sorriso sinistro anche nei momenti più bui, sembrano denotare una scarsa cura della coerenza narrativa: e allora, Game Freak, dalla prossima generazione cominciamo da quella. E anzi, continuiamo ciò che ben riesce: come detto prima, le storie umane e realistiche di Guzman e Samina sono ciò che più ho apprezzato.

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