All’uscita di un nuovo colosso sparatutto le aspettative dei numerosissimi fan si fanno alte, anzi, altissime. Battlefield 6, a poche settimane dal lancio, ha già dato una risposta in termini numerici a queste aspettative, raggiungendo il traguardo del lancio di maggior successo nella serie (oltre 7 milioni di copie nei primi tre giorni). I numeri, però, vanno confermati con la qualità del contenuto, che, come Pokémon insegna, non sempre giustifica il numero di copie smerciate nel mondo. In questa recensione cercheremo di capire se la fama che precede uno dei titoli sparatutto più famosi al mondo è stata rispettata con un titolo degno di tale fama.
Un mondo al collasso
Battlefield 6 è un titolo che, rispettando anche il passato della serie, offre diverse e numerose modalità di gioco. Una di queste, naturalmente, è la modalità Campagna, nella quale potremo vestire i panni di una squadra dei Marine degli Stati Uniti per combattere Pax Armata. L’anno è il 2027 e questa gigantesca compagnia militare privata sta sfruttando la debolezza della NATO per imporre un dominio geopolitico mondiale.
Haz Carter, Dylan Murphy, Simone Espina (Gecko) e Cliff Lopez sono i quattro personaggi che controlleremo nel tentativo di sventare i cataclismatici piani di Pax Armata, comandando la squadra Dagger 1-3 nelle più disparate situazioni. Da sbarchi degni della Normandia a pazzeschi inseguimenti nei sotterranei di grandi città, fra esplosioni fragorose, colpi da cecchino e foreste incontaminate, le nove missioni che compongono la modalità Campagna hanno un potenziale molto alto.
Tuttavia, Battlefield 6 non sfrutta quasi mai il potenziale dato dalla varietà delle ambientazioni. Le missioni sono spesso dei corridoi che, in sintesi, finiscono per fornire una costante ripetizione delle stesse azioni: sparare, sparare e ancora sparare. L’unica nota positiva di questa Campagna è la classica distruttibilità dell’ambiente, i cui edifici sono sempre belli da sfasciare nei modi più coloriti.
Per il resto, neanche la narrativa trova una quadra: fra salti temporali e tentativi cinematici discutibili, quello di cui ci si ricorda, alla fine, sono dialoghi superficiali e cliché, ripetitività e tanta noia. Risulta chiaro che questa modalità non è il centro dell’esperienza Battlefield 6 e la mancanza di sforzo nel proporre un’esperienza indimenticabile si sente dalle prime missioni. La sensazione, insomma, è che Battlefield 6 non sia un titolo per chi apprezza la narrativa, la lentezza e il coinvolgimento, ma per chi cerca un’esperienza di gioco più immediata, veloce e soddisfacente nella sua brevità.
Spazio al giocatore
Velocità e frenesia, vero cuore pulsante della serie, si trovano piuttosto nelle modalità online. Le modalità disponibili raccolgono i DNA della serie (Conquista, Sfondamento, Corsa, ed Escalation), proponendo anche esperienze classiche del genere sparatutto (come Deathmatch a squadre, Dominio, Deathmatch a team e Dominio della collina).
Qui Battlefield 6 si mostra per quello che veramente è: un ottimo titolo sparatutto online, in cui il gameplay esprime il massimo della sua potenzialità e distruttività. Tutte le modalità sono divertenti da giocare, la quantità di armi disponibili lascia a bocca aperta, il feeling con l’impugnatura del fucile è sempre soddisfacente, con anche una buonissima fedeltà alle reali meccaniche di fuoco.
A questo si aggiunge l’interessante suddivisione in classi, che, come sempre, lascia libero spazio al giocatore per personalizzare la propria esperienza di gioco. Come sempre, le mappe della carneficina si dimostrano soddisfacenti e curate, rendendo ogni partita interessante ed eliminando quella noia del corridoio narrativo della modalità Campagna. Se a questo si aggiungono anche dei piccoli miglioramenti in termini di quality of life (soprattutto nelle interfacce di gioco), allora le potenzialità di Battlefield 6 si vedono sfruttate a pieno potere.
Nota positiva anche per lo strumento di personalizzazione Battlefield Portal, un sandbox variegato che permette ai giocatori e alle giocatrici di creare le proprie regole per il campo di battaglia. La libertà non riguarda solamente le regole, ma anche lo spazio di gioco, completamente plasmabile secondo le nostre necessità, per poi essere condiviso con la Community, sempre parte integrante dell’esperienza Battlefield.
Conclusioni: un titolo a due facce
Insomma, al mondo ci sono pensieri lenti e veloci. Battlefield è un titolo a doppia facciata: se, da una parte, l’esperienza online è soddisfacente e accontenta quei giocatori che vogliono accendere il gioco ed essere in grado di sparare a nemici nell’arco di pochi secondi (a maggior ragione dopo l’aggiunta di REDSEC), dall’altro ci si trova veramente confusi nella modalità Campagna. Questa è solitamente aggiunta nei titoli che vogliono dare anche una certa lentezza all’esperienza di gioco, offrendo la possibilità di immedesimarsi e comprendere una complicata storia dai delicati equilibri geopolitici. Nella Campagna di Battlefield 6, però, c’è posto per sola noia e ripetitività.
Insomma, gli amanti del genere troveranno pane per i loro denti, considerando soprattutto che l’esperienza online della serie è sempre ben curata anche col passare degli anni. Chi è rimasto convinto da tanta libertà di distruzione e dalla velocità dell’esperienza potrà trovare il gioco in offerta speciale (con uno sconto del 17%) su Instant Gaming.
Voto: 7.8
Modalità online soddisfacenti
Mappe divertenti
Piccole migliorie al gameplay
Sparare è sempre realistico e soddisfacente
Nonostante alcune piccole migliorie, è sempre il solito Battlefield
Esperienza poco coinvolgente per chi non è fan della serie
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