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Henry Halfhead, Recensione: l’importanza di essere sé stessi

Quando la creatività viene limitata dalla società, l’unica cosa da fare è essere creativi. Henry Halfhead lo racconta in modo dolce e unico.

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   · 4 min lettura Recensioni
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Quanto è importante la creatività? È vero che rappresenta il modo migliore di vivere la vita come espressione del proprio essere? Henry Halfhead, raccontando una semplice quanto potente storia, vuole rispondere a questo sottovalutato quesito.

Henry Halfhead è il secondo gioco di Lululu Entertainment, casa di sviluppo svizzera indipendente, che va a raccontare, sotto forma di sandbox, la vita del piccolo Henry, una letterale “mezza testa” vivace e fantasiosa che viene schiacciata dalla monotonia imposta dalla società che tenta di ostacolare la sua creatività in qualunque modo. Noi abbiamo avuto modo di provarlo su Nintendo Switch e queste sono state le nostre impressioni a riguardo.

Salto dopo salto, oggetto dopo oggetto

La narrazione è scandita dalla crescita di Henry e segue ogni suo passo più importante: infanzia, scuola, lavoro e vecchiaia. Inizialmente, infatti, ci ritroviamo nei panni di un bambino giocherellone e curioso che si diverte con ogni oggetto che gli capita sotto la testa, prendendone le sembianze e interagendoci in maniera diversa l’uno dall’altro: il fulcro del gioco è essenzialmente ludico, ricco di azioni da compiere assumendo la forma di vari oggetti, tra cercare e assemblare pezzi di puzzle, volare con gli aeroplanini di carta, cucinare torte (di cui Henry va ghiotto) e tanto altro. Gli spazi iniziali sono ampi, forse a voler sottolineare il fatto che il protagonista sia ancora piccolo, e rendono l’esplorazione la fonte di curiosità principale per i giocatori.

Henry Halfhead

Se l’infanzia di Henry è ricca di spazi ampi in cui l’esplorazione è libera, andando avanti con il gioco questi si faranno sempre più stretti e vuoti, a simboleggiare i limiti che vengono imposti all’estro creativo della piccola testa saltellante: a casa i genitori tentano di controllarlo per evitare che metta troppo in disordine, a scuola la maestra lo sgrida e punisce perché non ha svolto i compiti come nelle sue aspettative e a lavoro la monotonia della fabbrica lo riduce alle stesse azioni ogni giorno, limitando la sua vita.

Il culmine è la realizzazione della sempre meno presente libertà, a cui ci si arriva lentamente, in contrasto con i ritmi sempre più serrati e opprimenti. Questa è descritta da un susseguirsi quasi caotico di scene ripetitive che fanno percepire la gabbia in cui è rimasto intrappolato. Sarà poi la riscoperta creatività a rimettere in carreggiata Henry che, soddisfacendo il suo desiderio di originalità, spiccherà il volo nel limpido cielo.

Henry Halfhead

La pecca principale del gioco è la ripetitività della meccanica che, a lungo andare, può diventare noiosa, nonostante vada a rappresentare perfettamente la monotonia e la schematicità della vita. Altra nota negativa è la frustrante precisione richiesta da certi movimenti, come il salto che, se non eseguito in modo perfetto, comporta la caduta dell’avatar di gioco. Positiva è invece la semplicità dei comandi, basati unicamente sul movimento e sulle “abilità” acquisite da Henry nella trasformazione in oggetto.

Un puzzle di suoni e colori

Quale potrà mai essere la parte migliore di un’opera basata sull’artisticità e sull’espressione del proprio essere se non il comparto grafico e sonoro? Lo stile visivo è fatto di toni brillanti e vivi assieme a modelli privi di linee di demarcazione, i fondali sono distese di colore piatto che vanno a descrivere graficamente la libertà tanto cara agli sviluppatori. Le musiche sono allegre, stimolanti e giocose e vanno a creare un’atmosfera che si incastra perfettamente con lo spirito giovanile di Henry.

Henry Halfhead

Interessantissimo è il modo in cui questi due elementi mutano durante lo svolgimento della trama, andando a pari passo con le meccaniche e lo stile di gioco: nella sezione più opprimente e stancante, quella dedicata al lavoro, i toni si fanno più spenti e la colonna sonora si trasforma in un incessante martellare, fino ad arrivare all’apice dove i colori “muoiono” e dell’audio resta l’alienante movimento della fabbrica e i lamenti dell’ormai affaticato protagonista. Una volta riscoperta l’importanza della propria espressione personale, tutto torna come dovrebbe essere e le musiche e i colori riabbracciano il giocatore, facendolo sentire di nuovo a casa.

Come si sarà potuto notare, il gioco è completamente incentrato sul singolare protagonista, unico effettivo personaggio mostrato, questo però non vuol dire che ci si senta soli: il narratore accompagna vocalmente Henry in ogni capitolo e non fa percepire in alcun modo solitudine al giocatore. Piccola chicca è la rappresentazione della vecchiaia, resa dalla distorsione visiva e uditiva fino a che l’ormai anziana “mezza testa” non indossa i suoi occhiali e il suo apparecchio acustico.

Conclusioni

Henry Halfhead è la volontà di Lululu Entertainment di esprimere l’importanza della creatività, rappresentata da una dolce e intelligente allegoria di una testa ricca di idee che soffre nel momento in cui viene costretta dalla società a reprimersi e omologarsi. La ripetitività del gameplay e la, talvolta frustrante, precisione richiesta sono problemi che tutto sommato possono essere sorvolati, se messi a confronto con la tenera trama e l’importante messaggio che riesce benissimo a trasmettere.

Il gioco è disponibile dal 16 settembre 2025 su PlayStation 5 e Nintendo Switch, dove potete trovarlo scontato a 12,59€, e su Steam ed Epic Games Store, qui al prezzo di 9,74€ anziché 12,99€.

Voto: 8

Pro
Gameplay che stimola la curiosità
Messaggio forte e attuale
Stile grafico originale
Musiche allegre e gioiose
Contro
Gameplay ripetitivo a lungo andare
Richiesta troppa precisione per alcuni movimenti

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Fonte Henry Halfhead
Avventura Indie simulazione

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