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Pikmin 1+2 HD, Recensione: alle radici della Nintendo difference

Pikmin 1+2 HD è la riproposizione per Nintendo Switch delle prime due avventure del capitano Olimar e delle piccole creature tuttofare.

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   · 5 min lettura Recensioni
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Diario di viaggio. Sono trascorsi dieci anni dalla mia ultima spedizione, addirittura ventidue dal mio debutto nello spazio. Da allora ne ho vissute tante, fra cui dei bruschi atterraggi che mi hanno permesso di conoscere degli esserini speciali. Chi sono costoro? Beh, io li ho raggruppati in Pikmin 1+2 HD.

Correva il 2001 e la sesta generazione di console vedeva battagliare ben quattro contendenti, tra cui il GameCube. Se dal lato hardware il cubo della grande N spiccava fra le varie proposte, da quello software Pikmin non era da meno. Volendolo inquadrare, lo si potrebbe incasellare nell’ambito degli strategici in tempo reale, ma associarlo a un Age of Empires (per fare uno degli esempi più in vista e inerenti al periodo, essendo la seconda iterazione del 1999) sarebbe fare un torno all’uno e all’altro.

Perché la serie oggi riproposta in HD su Nintendo Switch è l’essenza della Nintendo Difference, quella di Nintendo Labo, quella della console ibrida stessa. Cosa è allora rimasto di quella scintilla, tra un ventennio di distanza e un quarto capitolo in arrivo?

Alle radici della saga

Chi ha vissuto in prima persona l’avvicendarsi dell’industria dei videogiochi almeno dai primi anni 2000, difficilmente rimarrà impassibile di fronte a Pikmin 1+2 HD, sia che li abbia vissuti ai tempi o meno. Un certo tipo di onboarding (banalizzando, spiegare le meccaniche di un gioco) verboso e didascalico, un ritmo, un impianto tecnico e grafico figlio della prima rivoluzione dei poligoni sui pixel fanno propendere verso un approccio filologico che, invero, si scioglie in parte non appena si muove Olimar.

Il buffo ometto è rimasto vittima di un incidente spaziale, precipitando su un pianeta sconosciuto. Qui s’imbatte nei Pikmin, degli esseri viventi simili a delle piantine, dotati di abilità varie e sovrumane. Grazie al loro aiuto, il capitano dovrà recuperare i trenta pezzi mancanti per ricostruire la sua nave.

Il secondo capitolo (2004, GameCube) prende in parte le distanze dai toni del precedente, mettendo al centro una crisi economica. La società per la quale Olimar lavora è indebitata fino al collo, ma una curiosa scoperta dona loro una flebile speranza: gli oggetti presenti sul pianeta dei Pikmin valgono molto, pertanto è imperativo raccoglierne quanti più possibile in modo da tornare in pista.

Ad accompagnare Olimar sarà un collega, ovvero Louie, fornendo l’assist ideale per ibridare la serie in una componente cooperativa. Non solo: l’introduzione di alcuni personaggi consente di mettere in luce con ancora più convinzione lo spirito sagace di Nintendo nel comporre una storia intrisa di dialoghi un po’ sopra le righe, ma sempre con una tale arguzia da renderli divertenti tanto per i più piccoli, quanto per i più grandi.

Pikmin 1+2

Capitano di un esercito vegetale

Chi sono i Pikmin? Si potrebbe banalizzare la domanda rispondendo che siano i primi terrestri incrociati da Olimar; estraniandosi dal contesto del giocatore, questi nascono come delle radici dalle cipolle (così nominate dal capitano nel suo diario). Tali ragni meccanici a mo’ di navicelle si nutrono di oggetti specifici dai quali ricavarne proprio un singolo o un numero più o meno cospicuo di creature, andando progressivamente a formare un esercito a vantaggio del protagonista.

Tra quelli rossi la cui forza risiede nel gruppo, i bombaroli gialli e altri, gli abitanti coriacei di questa Terra si sbarazzeranno di ostacoli e nemici vari per aprirsi la strada di obiettivo in obiettivo. A leggerli così, i presupposti del game design nati nel 2001 con le sue meccaniche e dinamiche sono rimasti pressoché intatti fino a oggi: rispetto agli RTS tradizionali, il giocatore entra nelle vesti di un personaggio che attraverso tre comandi distinti può lanciare i suoi soldati verso un bersaglio, mandarli tutti alla carica o richiamarli all’ordine.

Pikmin 1+2

La riedizione in HD non ha comportato delle aggiunte contenutistiche, ragion per cui il capostipite risente del confronto con i suoi successori – pensando anche alla terza iterazione del 2013 e all’imminente esclusiva per Nintendo Switch: in particolare, la gestione della telecamera non brilla per manovrabilità, mentre i comandi sembrano essersi appesantiti negli anni. La scansione giornaliera e il termine ultimo mensile della campagna principale chiudono il quadro di un titolo insospettabilmente difficile, nel quale dosare di giorno in giorno i passi da compiere.

L’apporto di Louie in Pikmin 2 non combacia soltanto con l’aspetto multigiocatore, ma pure con un’evoluzione del level design in favore dei due protagonisti coinvolti, creando una serie di mappe diversificate per un divertimento allargato. Al trio di creature del primo debuttano qui i viola, tozzi e ideali nei combattimenti, oltre ai bianchi, immuni al veleno e nocivi per i nemici. I piccoli amici saranno alleati preziosi tanto in superficie quanto nei sotterranei, altra novità del secondo capitolo, con cunicoli e persino dei boss da distruggere.

Pikmin 1+2

Un peso grafico di 20 anni

Il rispolvero operato da Nintendo nei confronti dei due capostipiti della serie è mosso dalla volontà di darle una nuova dignità e uno spazio di tutto rispetto nella libreria della console ibrida, rientrando nei canoni di un porting grafico.

L’aggiornamento del rapporto della schermata dagli originali 4:3 agli attuali 16:9 ha comportato qualche inevitabile sbavatura nelle proporzioni, mentre la bassa definizione delle texture, al netto della dicitura “HD”, spicca con i suoi spigoli, soprattutto in modalità docked. Tanto nel primo quanto nel secondo componente del bundle, le animazioni non risultano impeccabili, a fronte di un frame rate che non subisce quasi mai dei cali.

Pikmin 1+2 HD è l’apripista a Pikmin 4, ma anche la scoperta o il ricordo di una Nintendo capace di fare suoi i generi videoludici tradizionali, smussandoli, impastandoli come argilla nelle mani di una bottega di artigiani capitanata da Shigeru Miyamoto. Se The Legend of Zelda è nato dalla voglia di esplorare l’ignoto, Pikmin prende forma dalla trasformazione fanciullesca del giardinaggio nella Nintendo difference di ieri e di oggi.

Pikmin 1+2 HD è disponibile sul Nintendo eShop dal 21 giugno 2023 in formato bundle a 49,99 euro o acquistabili singolarmente al prezzo di 29,99 euro l’uno.

Voto: 8

Pro
Due esperienze da provare in un solo pacchetto
Meccaniche e dinamiche di gameplay funzionano ancora oggi
Contro
L’ammodernamento grafico avrebbe meritato un’attenzione aggiuntiva

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