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ONI: Road to be the Mightiest Oni, Recensione: una vendetta su un piatto freddo

ONI: Road to be the Mightiest Oni è la nuova avventura sviluppata da Kenei Design per console PlayStation, Nintendo Switch e PC.

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Le leggende si sa, le leggende non cambiano quasi mai. Sono storie cristallizzate nel tempo attraverso, per esempio, un telefono senza fili che si concentra sul viaggio dell’eroe. I racconti però, non hanno un solo punto di vista e questo è quello di ONI: Road to be the Mightiest Oni.

Kenei Design con la collaborazione di Shueisha Games e di Clouded Leopard Entertainment nelle vesti di editore, ha contribuito a riempire un vuoto nella mitologia di Momotarō, inscenando cioè la faccia opposta della medaglia. L’avventura sviscerata su PlayStation 5, ma disponibile anche per PC, PlayStation 4 e Nintendo Switch, sfoggia delle idee originali e a tratti interessanti, salvo poi perdersi nello svolgimento di ognuna di esse.

La strada per il più forte

È un po’ – seppure con delle modalità e uno svolgimento molto diversi – ciò che Avalanche Software ha fatto con Hogwarts Legacy: lasciare intatta la teca dei libri, della tradizione, se non prima di avere trovato uno spiraglio adatto a creare qualcosa a essi collegato, come un possibile prequel o la loro diretta prosecuzione, ma lasciando da parte l’eroe di turno. Nel folklore giapponese si narra che Momotarō (letteralmente il “ragazzo della pesca”) sia nato da una pesca gigante dopo le continue preghiere da parte di una coppia di anziani intenzionata ad avere un figlio. Cresciuto come un forte guerriero, questi si allea con un fagiano, un cane, una scimmia e, raggiunta Onigashima, l’isola degli Oni, li sconfigge per rubare il tesoro.

Con una sequenza animata priva di qualsiasi mordente, ONI: Road to be the Mightiest Oni mostra proprio il cammino dell’unico sopravvissuto all’attacco, il quale giunge sull’isola Kisejima per affrontare delle prove via via più ardue in previsione della sua vendetta. Più che un atollo paradisiaco, è un limbo tra il mondo dei vivi e l’aldilà, dove le anime dei defunti dotate di più sensibilità si reincarnano come spiriti di Oni. Kuuta, questo il nome del Nostro, ha la possibilità di assorbire i lasciti dei suoi compagni caduti al fine di potenziarsi, a patto di sconfiggerli in battaglia.

Alcuni retroscena della cornice narrativa emergono da degli oggetti luccicanti posizionati a terra, come i lasciti di un passato inglorioso. Tagliuzzare però il racconto tra degli strascichi testuali trasformati in una mera collezione e il resto non convince mai appieno: persino ai compagni di viaggio, simpatici nelle loro caratteristiche, non viene dato il giusto peso e una degna contestualizzazione, creando un miasma di dettagli dati per scontati.

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Botte da or(bi)chi

Kuuta può infatti contare su qualche amico: Kazemaru, lo spirito del vento; Zenisuke, il mercante dal quale acquistare cibo per la salute ed equipaggiamenti vari in cambio di funghi; Kanna, una misteriosa ragazza abitante dell’isola. Il primo di questi rappresenta un fedele scudiero di cui vestire i panni (eterei) all’occasione durante uno scontro e l’altro perché, nonostante il fastidioso zaino da escursionista sulle spalle del perdente protagonista, in ONI: Road to be the Mightiest Oni si va di bastonate, anche se non è gratificante come si possa sperare.

Kisejima è divisa in tre macro zone accessibili solo in sequenza attraverso il superamento di varie prove, costringendo così il giocatore alla vista di banali muri invisibili a farne dei confini. Le missioni seguono un iter compassato, richiedendo di scovare uno spirito di Oni in un punto di un’area al fine di avviarla, un passaggio privo di qualsiasi contestualizzazione la quale lo avrebbe quantomeno alleggerito. Kuuta dispone di una clava con cui colpire gli avversari, lasciando emergere la loro anima da assorbire con un tasto apposito prima che questa torni nel corpo di appartenenza.

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È inoltre possibile liberare un attacco rotante e una mossa finale, la seconda soggetta a una barra da riempire. Kazemaru può accelerare il termine di uno scontro: basterà prenderne le redini tenendo premuto un comando specifico, passare sulle teste degli ONI e ridurli in bolle spiritiche, mentre con la parte sinistra del controller si continua a muovere Kuuta.

L’elemento di azione non viene valorizzato nell’insieme e anzi, più crepe ne sporcano la riuscita effettiva, ora per una leggibilità delle situazioni molto scarsa, soprattutto al sopraggiungere di orde nemiche e dell’impossibilità di controllare entrambi i personaggi in modo fluido, ora per una staticità impressionante delle animazioni. L’unica opportunità di concatenare più di un colpo è tutta guidata e demandata all’appropriazione delle anime. Non brilla nemmeno la raccolta dei cuori, fondamentali per accedere alle prove campali, una boriosa ricerca di uno o più spiritelli in giro per l’isola.

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Isola prototipo

A dei design spesso divertenti nella loro essenza volutamente simpatica e allo stesso modo ispirata alla mitologia giapponese, corrisponde una resa povera quanto anonima dell’ambiente di gioco. L’isola, il teatro dell’allenamento di Kuuta, sembra che sia stata bollata e lasciata come bozza in fase di sviluppo, con elementi di sfondo come alberi e rocce accennati e quasi nessuna diversificazione degli stessi o cromatica; lo si nota pure nella localizzazione italiana, che lascia spesso il posto a interi termini e frasi in inglese.

E non sembra essere almeno in toto una scelta artistica, proprio in virtù di un gruppo di personaggi ben più dettagliati. La versione per PlayStation 5 cede su fenomeni continui di pop up di vari punti, dalle ombre alle superfici. Ancora, ben poco comprensibili sono certe scelte in ambito musicale, con per esempio una traccia dalle velleità occidentali e dai toni apparentemente incongruenti con lo spirito confuso di Oni tutto.

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Esiste una linea infinitesimale tra la frustrazione per una difficoltà mal calcolata e la noia su cui gli equilibristi game designer si prestano a passare di gioco in gioco e quella di ONI: Road to be the Mightiest Oni pare essersi almeno parzialmente spezzata. Il concept generale e alcune idee specifiche tutto sommato originali non vengono valorizzate né per lo svolgimento in sé, né da un gameplay inutilmente ripetitivo, ingessato. Il tutto in un ambiente che ben poco ha di un’isola nipponica dove cercare la concentrazione adatta a potenziarsi. Il viaggio di vendetta di Kuuta è rimandato alla prossima anima di salvataggio.

ONI: Road to be the Mightiest Oni è disponibile anche per Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop dal 9 marzo 2023.

Voto: 5.6

Pro
Buone idee per una trama originale
Protagonisti discreti nel design
Contro
Il gameplay loop non funziona, tra una progressione monotona e dei combattimenti tediosi
Alcuni elementi, dalla localizzazione alla mappa alla musica, danno l’idea di un prototipo uscito in anticipo

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