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Guild of Dungeoneering Ultimate Edition, Recensione: eroi scarabocchiati alla riscossa

Guild of Dungeoneering Ultimate Edition arriva su Nintendo Switch portando con sé tanti scarabocchi e contenuti nuovi.

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   · 5 min lettura Recensioni
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Dopo 7 anni dal suo rilascio ufficiale, lo strampalato titolo indie Guild of Dungeoneering sbarca con la sua Ultimate Edition su Nintendo Switch, un’occasione che i fan del videogioco, tra cui il sottoscritto, stavano aspettando da tantissimo tempo. Questo simpatico roguelite a turni fatto di scarabocchi, gesta cantate da un bardo stonato e armamentari improbabili, era già arrivato sulle altre console qualche mese fa in questa Ultimate Edition che aggiunge al gioco completo tutti i DLC usciti nel tempo oltre a una pletora di novità: classi, mostri, equipaggiamenti, animazioni e tantissimo altro, il tutto consultabile da questa infinita lista.

Il motivo per cui si aspettava da tempo Guild of Dungeoneering su Nintendo Switch è proprio il suo gameplay che si presta molto alla portabilità della console ibrida, ma saranno riusciti gli sviluppatori di Gambrinous a realizzare questo porting con il massimo delle aspettative? In parte sì, ma per avere un’opinione più chiara e approfondita sarà necessario leggere i prossimi paragrafi.

Cantastorie, scarabocchi, sfottò e dungeon componibili

Guild of Dungeoneering è un dungeon crawler a turni con meccaniche roguelite dove il giocatore gestisce l’esplorazione degli ambienti attraverso il posizionamento strategico di tessere di carta, turno dopo turno. A ciò si unisce un combattimento che consiste in un mini-gioco di carte, portato avanti da mazzi che cambiano in base alla classe di partenza dell’eroe scelto dal giocatore, e in base all’equipaggiamento che di turno in turno viene accumulato all’interno della stessa partita.

Guild of Dungeoneering, gameplay di un dungeon

Ogni volta che si completa un dungeon, o ogni volta che un nostro eroe muore, bisognerà riaffrontare le prossime sfide da zero, partendo sempre senza oggetti e senza livelli. Nel frattempo però, tra una discesa in un dungeon e l’altra, il giocatore può espandere e migliorare la sua Gilda, la base dove tutti gli eroi (vivi e morti) si incontrano.

La narrazione viene portata avanti da un bardo narratore che canterà le gesta di ogni nuova strampalata classe sbloccata (ci sono i Becchini e i Mimi!), di ogni boss finale abbattuto e di ogni nuova stanza aggiunta alla Gilda dei nostri esploratori. Le gesta di cui racconta il cantastorie sono ovviamente tutte ironiche, e mirano molto a prendere in giro i personaggi scarabocchiati del gioco e il giocatore stesso.

La base della Gilda

E se vi capiterà di affezionarvi a un eroe che, purtroppo, morirà inevitabilmente tra atroci sofferenze, non mancate di visitare il cimitero della Gilda, dove ogni lapide è accompagnata da una qualche frase che ricorderà il malcapitato oltre a qualche statistica. Essendo un roguelite, vi assicuriamo che il cimitero si riempirà presto di tantissimi ospiti.

Un mix che funziona e diverte

Abbiamo un gameplay loop di continue morti, un’esplorazione fatta di piazzamento strategico di tessere, la gestione di una base e dell’equipaggiamento durante ogni discesa in un dungeon, e perfino un gioco di carte. Ma come fa questo mix di così tante cose a funzionare in un videogioco a basso budget? È proprio nel bilanciare alla perfezione tutti questi elementi, che si vede il talento di Gambrinous.

Ogni partita a Guild of Dungeoneering è un’escalation di assurdità, tra Mimi armati di forchette e sgabelli che combattono contro improbabili topi mannari, Gattari protetti da mutande come copricapo, Ragnetti minuscoli che possono diventare letali e quel menestrello che racconta le nostre gesta prendendoci in giro in continuazione. Ogni partita è alimentata sì da tante risate, ma anche da un’ottimo parco giochi per la mente del giocatore, sempre attiva nel cercare di superare ogni dungeon nella maniera più efficiente possibile, prima che qualche mostro di troppo possa mandare KO l’eroe prescelto per l’esplorazione.

All’inizio di ogni dungeon viene chiarito l’obiettivo dell’esplorazione, e ogni turno il giocatore può compiere 3 piazzamenti: questi possono essere il posizionamento di una tessera d’esplorazione, o la collocazione di mostri da abbattere o di nemici all’interno di tessere già piazzate. L’eroe del giocatore si muoverà automaticamente verso il tesoro più ambito.

Piazzamento tessere in Guild of Dungeoneering

I combattimenti invece hanno luogo quando l’eroe si sposta su una tessera occupata da un nemico, e vengono affrontati anch’essi a turni, attraverso un semplice ma efficace calcolo di danni magici e/o fisici e di protezioni da essi, con qualche meccanica aggiuntiva in più a rendere il tutto più simpatico e strategico. Quando vengono abbattuti i mostri si guadagna del loot da poter usare come equipaggiamento finché non viene completato il dungeon; una volta completati questi ultimi, invece, si ottiene una valuta di gioco che può essere spesa per migliorare la base della Gilda.

Quando l’ironia è arte

Riprendiamo l’inizio del capitolo precedente per proseguire oltre nella disamina di questo titolo indie: com’è possibile che un mix così bilanciato di cose possa essere stato realizzato per un titolo a basso budget come Guild of Dungeoneering? La risposta è da trovare nel comparto artistico, povero di contenuti dal lato grafico fatto di scarabocchi e nient’altro, e ripetitivo nella sua componente musicale.

Ciò non vuol dire che l’approccio artistico-visivo di Gambrinous sia un difetto, anzi! Sfruttando tutto il possibile per realizzare un gameplay solido, lo studio indipendente ha concentrato le poche energie rimaste nel ponderare la migliore funzione artistica possibile per un gioco del genere: sfruttare questo stile grafico e una voce narrante è stato sicuramente essenziale per trasmettere l’intento umoristico e ironico dell’intero concept di gioco.

L’unica assenza del lato grafico che è degna di nota è probabilmente il comparto delle animazioni: i disegni sono purtroppo molto statici, e anche per questo è consigliabile un approccio saltuario a Guild of Dungeoneering, onde evitare esperienze ripetitive e stancanti. Un’altra nota dolente è proprio il porting realizzato sulla console ibrida: benché il gameplay si presti benissimo a un’esperienza portatile, gli sviluppatori hanno deciso di non integrare le funzioni touch, sicuramente più immediate dei tradizionali controlli per console. Peccato.

Guild of Dungeoneering Ultimate Edition è un signor gioco indie che vale tutti e 19 (scontati a 12 adesso) gli euro che costa sul Nintendo eShop, un’occasione che sicuramente non potete farvi scappare se volete ridere di cuore e giocare con la mente.

Voto: 7.7

Pro
Ironia a palate
Un mix di generi che diverte e intrattiene
La portabilità di Switch è adatta al gameplay
Contro
Manca il touch
Un po’ ripetitivo nel lungo termine
Animazioni un po’ povere

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