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Surviving The Aftermath, Recensione: sopravvivere all’apocalisse

Surviving The Aftermath, uscito a novembre per Nintendo Switch, è un videogioco che combina la modalità gestionale a elementi survival.

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Il futuro post-apocalittico è un tema da sempre molto amato dalle persone; l’idea di un conflitto che elimini ogni traccia di tecnologia e costringa l’umanità a ripartire da zero è sicuramente intrigante. Questo ha ispirato la creazione di numerose opere nell’industria dell’intrattenimento, da film e serie TV a libri e videogiochi. Una delle ultime case di sviluppo che ha scelto di trattare questo argomento è stata Paradox Interactive con Surviving The Aftermath, piccola chicca videoludica che tenta di combinare un gioco di sopravvivenza a un gestionale.

Una trama soffocata dall’apocalisse

In un mondo devastato dalla distruzione, causata dall’incapacità dell’uomo di mettere da parte il proprio desiderio di potere per il bene del prossimo, i pochi superstiti cercano di ricominciare a vivere e si uniscono insieme per formare piccole comunità. Questi campi sono gestiti e organizzati dagli specialisti, persone esperte in determinati settori che avranno il compito di portare la colonia alla prosperità e al benessere sociale. Ogni specialista ha le sue particolarità che variano in base a statistiche e “classe”, come Scienziato o Ricognitore e all’inizio dell’avventura sarà possibile scegliere 2 personaggi con cui iniziare a costruire il campo. Man mano che si prosegue durante il gioco si sbloccheranno delle missioni da completare, che si potrà scegliere se accettare o rifiutare. In generale, però, il titolo non concentra molta attenzione sul comparto narrativo, che risulta essere quindi molto marginale; solo tramite un breve preludio veniamo a conoscenza delle cause di questa apocalisse, ma l’argomento non viene ulteriormente approfondito.

Una delle richieste dei coloni in Surviving The Aftermath.

Un gestionale con tratti catastrofici

Come suggerisce il nome del videogioco, l’obiettivo in Surviving The Aftermath è mantenere in vita la propria colonia nonostante tutte le difficoltà, facendola crescere e prosperare. Paradox Interactive è da sempre specializzata in gestionali e strategici, per cui non è difficile immaginare la qualità del gameplay di questo titolo. Per poter sopravvivere è necessario raccogliere le varie risorse, plastica, legno e metallo e garantire le prime necessità di un individuo, quali un tetto, cibo e un luogo dove potersi curare. In un mondo post-apocalittico, tuttavia, non bastano queste attenzioni a garantire il benessere dei coloni: l’inquinamento e le radiazioni sono fenomeni pericolosi e per i quali prendere le giuste accortezze. In più, gli eventi atmosferici e batteriologici come gelate ed epidemie mettono a dura prova la sopravvivenza all’interno del campo: bisogna agire in fretta e con zelo.

In Surviving The Aftermath ci sono molte decisioni da prendere, che influenzano

La gestione di tutte queste variabili è impegnativa, ma fin da subito il gioco introduce gradualmente le varie funzioni, mentre già dall’inizio della partita è possibile scegliere la difficoltà personalizzata in base a tutti gli eventi: ad esempio, è possibile scegliere la frequenza e l’intensità con le quali si può verificare un’epidemia. Ciò che rende peculiare questo gestionale è l’influenza che le proprie scelte hanno sul benessere della colonia; ogni tanto si verrà sottoposti a delle domande di natura etica, la cui risposta avrà un impatto sulla popolazione. In più, proseguendo nel gioco, si potrà uscire dalla propria colonia con gli specialisti per esplorare i dintorni, conoscere nuovi sopravvissuti e portare nella base risorse indispensabili.

Grafiche post-apocalittiche

Le ambientazioni di Surviving The Aftermath sono pienamente catastrofiche, con montagne di rifiuti che si mischiano a scarni tendoni come abitazioni. Gli eventi catastrofici si manifestano anche sull’ambiente circostante, con ghiaccio sugli edifici per le tormente di neve e cupa nebbia per quanto riguarda le epidemie. Per il resto la grafica non è eccezionale e i modelli di molte strutture si assomigliano tra loro, rendendo difficile riconoscerle. Gli specialisti, inoltre, non hanno particolari differenze rispetto agli altri coloni e, sebbene si possa accedere a loro tramite un menù dedicato, rimane ugualmente complesso distinguerli nel campo. Neppure la musica riesce a farsi notare, con le classiche melodie sperdute da ambiente desolato e non riesce pienamente nel suo intento di accompagnare il giocatore durante le lunghe sessioni di gioco.

La neve in Surviving The Aftermath.

Sopravvivere ai comandi

Purtroppo i Joy-Con non sono i controller più adatti per questo tipo di gioco: lenti nel piazzamento degli edifici sulla mappa, non viene dato onore alla fluidità che dovrebbero avere. Inoltre, i comandi sono piuttosto macchinosi da usare ed è facile confondersi, con alcuni pulsanti che rispondono a più azioni diverse. Per il resto, Nintendo Switch risulta essere una buona piattaforma su cui giocare a questo gestionale-survival, soprattutto nella sua modalità portatile. Peccato per il mancato uso del touch screen, che avrebbe semplificato molto la tabella dei comandi.

Il pannello dei comandi in Surviving The Aftermath.

Conclusioni

Surviving The Aftermath è un gestionale innovativo, che tenta di far fare un salto in più al genere combinandolo con elementi tipici del survival. È un peccato per i comandi, che non danno giustizia al gameplay, e al comparto grafico che non spicca di brillantezza. Per chi fosse interessato a provare un titolo diverso dai soliti gestionali e con meccaniche intriganti, Surviving The Aftermath è disponibile sul Nintendo eShop a 29,99€.

Voto: 6.8

Pro
Gameplay combinato gestionale-survival
Le decisioni influenzano l’andamento della colonia
Contro
Comandi poco chiari
Grafica e musica sotto la media

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