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Ys Origin, Recensione: ritorno alle origini su Nintendo Switch

La serie di giochi di ruolo action Ys torna su Nintendo Switch grazie a Dotemu con Ys Origin, capitolo uscito originariamente nel 2006.

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   · 6 min lettura Recensioni
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Nello stesso anno in cui l’allora Square dava vita alla sua fantasia finale caratterizzata da un sistema di combattimento a turni, sempre nella terra del Sol Levante nasceva un’altra forma di JRPG più improntata all’azione in tempo reale. Una saga che ha attraversato i decenni edificando di anno in anno la sua mitologia fino a scegliere di riavvolgere il nastro e svelare il velo di Maya che occultava il suo passato misterioso con Ys Origin.

Uscito originariamente nel 2006 per PC e successivamente per PlayStation 4 e PlayStation Vita, ora l’editore DotEmu ha preso in carico l’opera targata Nihon Falcom per rilasciarla anche su Nintendo Switch. Dopo aver seguito le peripezie di Adol in Ys VIII: Lacrimosa of Dana e in attesa di Ys IX: Monstrum Nox è il momento di fare un passo indietro lungo 700 anni per scoprire i segreti di chi ha preceduto gli eroi più chiacchierati di quelle lande fantastiche. Un viaggio in formato tascabile prezioso e un pezzo di storia dei giochi di ruolo dal taglio orientale. Al netto di alcune imprecisioni legate alla natura del progetto stesso – un porting di una remastered – che siate novizi o veterani della saga sarete sempre i benvenuti nelle terre di Ys.

Dove tutto è iniziato

Feena e Reah vegliavano su un’area vastissima dove i suoi abitanti erano loro devoti. Le Dee gemelle li proteggevano grazie a un artefatto mistico chiamato “La Perla Nera“, così potente da conferire loro dei poteri magici utili a difendersi. Una benedizione se usata per un giusto fine, ma una possibile arma distruttiva nelle mani di altri, così che le due protettrici si convinsero a custodire il mirabolante oggetto nel Santuario di Solomon. La manovra non basta però a impedire l’apparizione di creature malvagie dal cielo e le Dee e i sei sacerdoti (Hadal, Tovah, Dabby, Messa, Gemma e Fact) si vedono costretti a sollevare da terra parte del regno. Quei demoni orripilanti non si danno per vinti e riescono a erigere la Torre Dharm per raggiungerlo. Mentre la guerra ancora impazza tra cielo e terra, un nuovo pericolo mette in allarme maghi e guerrieri: le gemelle sono misteriosamente scomparse assieme alla Perla, trasformando inavvertitamente Ys in un bersaglio facile e succulento.

Calato il sipario sull’incipit alternato fra scene animate e dialoghi in-game, è tempo di entrare in azione. Nei panni della guerriera Yunica Tovah o del mago Hugo Fact (un terzo personaggio giocabile sarà sbloccato successivamente, ma preferiamo non rivelarvelo) collaboreremo in prima linea con la squadra di ricerca messa in piedi per ritrovare le divine creature e riportare la pace su Ys. Sul sentiero di una trama tanto lineare quanto piuttosto evocativa, si innestano le storie personali dei protagonisti, entrambi animati da motivazioni specifiche che li spingono ad accettare l’incarico.

ys origin

Yunica, dal suo canto, è molto legata alle Dee e, non riuscendo a sprigionare poteri magici, ha deciso di dedicarsi alla lotta ravvicinata, mentre Hugo cerca da troppo tempo di farsi un nome distinguendosi dalla sua famiglia. Due linee parallele che non si incontrano mai e che proprio in virtù di questo consentono al giocatore di vivere la mitologica epopea da due punti di vista differenti – e da due tipologie di gameplay diverse – aggiungendo al pacchetto un certo grado di rigiocabilità. Contando che la durata complessiva di Ys Origin si attesta sulle 11 ore circa, abbastanza atipica per un gioco di ruolo, la possibilità di riviverlo sotto una luce relativamente nuova è un elemento da tenere in seria considerazione.

Due stili di combattimento, una sola missione

Dalla scelta iniziale del personaggio dipenderà il percorso narrativo quanto un determinato sistema di gameplay sull’altro. Sulla base di un action RPG in terza persona infatti, si inserisce la variante Yunica e quella Hugo. La prima, lontana dalla stregoneria, eccelle negli scontri ravvicinati grazie a una poderosa ascia con la quale rotea sul posto colpendo gli avversari. Il secondo, in quanto mago di una stirpe famosa, sfrutta i suoi incantesimi agendo a distanza, con combinazioni di magie a raffica che a tratti ricordano i combattimenti frenetici di un twin stick shooter.

ys origin

La progressione di entrambi gli eroi è incentrata su un sistema a livelli che, a differenza di altri capostipiti dei GDR, permette di aumentare i punti salute. L’ottenimento di potenziamenti e nuovi poteri è demandato al ritrovamento di specifici oggetti in giro per l’ambiente o ai vari check point. Questi ultimi, statue raffiguranti le divinità, andranno purificate con un particolare cristallo per trasportarsi da un punto all’altro della mappa o ancora per acquistare abilità attraverso le violacee monete lasciate dai nemici sconfitti. Peccato che il menù apposito risenta del peso degli anni, mostrando una povera lista di oggetti disponibili ben poco leggibile.

Ys Origin si articola tutto nell’angusta torre di Dharm, un dedalo di piani, stanze segrete, piattaforme sotto il livello dell’acqua o sospese oltre a mille insidie. Quasi in ogni zona si scoprono nemici sempre originali, fra pipistrelli alati, stregoni oscuri, creature animalesche o ancora cavalieri dotati di scudi. A spiccare davvero sono però i boss, demoni spietati dalle dimensioni volutamente abnormi, minacciosi e insieme una continua scoperta a livello di design. Se gli scontri ordinari rappresentano un piacevole passatempo a difficoltà normale, i mostri dominanti palesano le sfide più significative del gioco, per quanto un utente navigato impiegherà poco per comprenderne i pattern e distruggerli. Ad aiutarci sarà anche il nostro equipaggiamento, con singole parti di vestiario e preziosi amuleti che comporranno un’armatura di tutto rispetto.

Fattore Switch

Fluido, scattante, dinamico; in una parola, divertente. Il lavoro svolto da DotEmu sul lato tecnico è encomiabile, seppure nei limiti di un porting dalla remastered datata 2017. Ciò si esplica in texture ridefinite in full HD, conferendo una patina da reliquia rievocata e lucidata, frame rate stabile e buona responsività dei comandi. Per un’esperienza ottima è possibile usare un controller Pro supportato dall’ammiraglia di casa Nintendo, ma vi assicuriamo che anche i Joy-Con restituiscono sensazioni positive.

Benvenuti a Ys

Ys Origin arriva su Nintendo Switch con un considerevole e inaspettato ritardo rispetto alla concorrenza. Un divario di circa due anni separa questo dal lancio di Lacrimosa of Dana, mentre, almeno stando alle informazioni più recenti, quello che lo divide dal nono capitolo numerato sarà molto più breve. Dalla remastered del 2017 si è arricchito di varie migliorie grafiche e riporta anche una localizzazione in lingua italiana chiara e precisa. La sensazione è quella di fare un tuffo nel passato, un salto di 14 anni che si abbatte con una grande potenza sul gioco ai nostri tempi in termini di comodità d’uso, di opzioni, HUD, menù e gestione della telecamera. Un balzo importante che riporta in luce un sistema di gioco ancora oggi rapido e un buon biglietto da visita per le terre di Ys.

La console ibrida della grande N si arricchisce pertanto di un nuovo gioco di ruolo, un pezzo atipico di un grande puzzle che dal 1987 accompagna gli appassionati. Ys Origin è disponibile sul Nintendo eShop dal primo ottobre a 19,99 euro.

Voto: 7

Pro
Storia affascinante e godibile tanto dai veterani della saga quanto dai novizi
Un ottimo punto di partenza nei confronti della saga
Sistema di combattimento vario, dinamico
Contro
HUD, menù e opzioni meritavano di essere svecchiati
Telecamera spesso problematica
Nessuna aggiunta rilevante per la versione Switch

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