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Creaks, Recensione: un infernale puzzle steampunk

Tra i cigolii degli ingranaggi e nemici spietati occorrerà usare l’ingegno per sopravvivere al puzzle game Creaks, ora su Nintendo Switch.

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   · 4 min lettura Recensioni
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Il primo gioco di Amanita Design che esce dai margini del genere Punta e Clicca dopo successi quali Machinarium e Samorost: Creaks, puzzle game indie dallo stile oscuro e particolareggiato, è già disponibile su Apple Arcade e dal 22 luglio arriverà su Nintendo Switch, Windows, macOS, PlayStation 4 e Xbox One.

Una lampadina svitata, della carta da parati che si scolla dal muro e la curiosità di un piccolo uomo che decide di avventurarsi negli oscuri meandri del suo appartamento: come un inferno dantesco, si apre ai suoi piedi una tetra magione sotterranea costruita su più livelli. La discesa sarà ardua e pericolosa, disseminata di nemici pronti a divorarlo e ucciderlo nei modi più disparati, in una complessa struttura a formicaio fatta di piccole stanze tutte connesse e intrecciate tra loro.

Un inferno steampunk

Impersonando l’anonimo figuro, potremo spostarci fluidamente tra un piano e l’altro, essendo le varie scene tutte egregiamente collegate tra loro con porte, scale e ascensori di ogni sorta. Ci dovremo però destreggiare tra cani robotici, capre fameliche, meduse elettrizzanti e altro ancora per raggiungere il fondo e scoprire cosa sta riducendo in macerie l’intera struttura. In Creaks i puzzle, a scorrimento 2D con movimento su griglia, consisteranno nel raggiungere un punto al lato opposto della stanza che ci consentirà di proseguire la discesa interagendo con i pulsanti e interruttori per liberarci la via dai nemici; questi infatti, una volta capita la logica dietro i loro movimenti, non sono minacciosi come sembrano: i cani, ad esempio, non ci attaccheranno finché non saremo abbastanza vicini, mentre le meduse continueranno a muoversi in una direzione finché non troveranno un ostacolo che le costringerà a modificare la rotta; altri ancora invece si sposteranno mimando i nostri movimenti.

In vari punti dell’avventura ci sarà bisogno di risolvere più scene per proseguire, rendendo la sfida più complessa e avvincente, mentre l’introduzione di nemici inediti aggiungerà nuove meccaniche dando varietà al gameplay. La luce attivabile grazie a uno strumento che otterremo a un certo punto della storia – avrà il misterioso potere di tenere alla larga i mostri e di trasformarli in arredi inanimati e innocui, creando un’illusione pareidoliticacioè che riconduce a forme note oggetti casuali, come quando si ricercano le figure nelle nuvole o nelle stelle.

Dai creatori di Machinarium e Samorost non potevamo che aspettarci un’ambientazione steampunk, ricca di dettagli, ingranaggi e oggetti d’epoca. Gli ambienti sono surreali, disegnati a mano in uno stile sporco che richiama la decadenza del luogo, e le animazioni di piccole parti come quadri e statue aggiungono vitalità agli sfondi già ricchissimi di minuziosi dettagli.

Pezzi da collezione

Lungo il percorso esploreremo anche la storia dei particolarissimi abitanti della casa: uccelli antropomorfi le cui scene saranno piacevoli intermezzi a sorpresa; vi lasciamo il piacere di scoprire da soli le loro intenzioni. Sparsi in giro – alcuni a vista altri ben nascosti – troverete dei dipinti a corda animati dallo stile pittorico e affascinante. Talvolta scoverete invece delle scatole di legno collezionabili contenenti minigiochi, sempre ispirati all’arte del XVIII-XIX secolo e riguardanti scene di quotidiana convivenza tra umani e uccelli antropomorfi in tempi lontani. Attenzione, perché questa funzione presenta qualche bug che può costringere a ricominciare il minigioco.

Niente indizi, solo musica

L’eclettica colonna sonora di Joe Acheson, aka Hidden Orchestra, accompagna il giocatore nella risoluzione dei puzzle, suggerendogli se le mosse compiute sono corrette con variazioni musicali progressive. Inoltre, la funzione di questa musica d’accompagnamento diventa celebrativa alla conclusione della scena con squilli di trombe pronti a festeggiare il nostro successo. Le melodie di Creaks non ci sono sembrate per nulla invadenti e ripetitive, ma al contrario il perfetto connubio tra horror e relax, l’equilibrio di delicati flauti e cetre con possenti organi a canne e sintetizzatori. Suoni naturali e campanelli eolici contribuiscono a creare un’atmosfera surreale e magica che avvolge il giocatore per tutta la durata del gameplay.

In fondo al tunnel

Si sente però la mancanza di uno scontro finale, una battaglia memorabile a colpi d’ingegno contro la misteriosa minaccia che incombe su questo mondo sotterraneo. Il viaggio per le 52 scene di gioco vale comunque i 20€ spesi, ma un ultimo puzzle – magari con un limite di tempo o degli elementi platform – avrebbe contribuito a lasciare un segno indelebile nella nostra memoria. Nonostante ciò, i cigolii dei meccanismi, le innumerevoli morti, gli amici incontrati lungo il percorso e la sorpresa nello scoprire un nuovo dipinto collezionabile, rendono Creaks davvero una bella avventura.

Voto: 8.5

Pro
Meccaniche interessanti e varie
Difficoltà equa
Stile coeso e ben realizzato
Extra collezionabili originali
Buon rapporto qualità-prezzo
Contro
Bug minori
Assenza di un livello conclusivo memorabile

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