Il debutto di Sora App, la nuova piattaforma di OpenAI che genera video tramite l’intelligenza artificiale Sora 2, sta già facendo discutere il mondo dell’intrattenimento digitale. Presentata come un possibile rivale di TikTok e Instagram, l’applicazione si distingue per una caratteristica chiave: i contenuti non vengono creati da persone in carne e ossa, ma generati interamente dall’IA.
Il problema? Come molti strumenti di generative AI, anche Sora 2 è stato addestrato utilizzando milioni di ore di filmati e animazioni già esistenti, spesso senza l’autorizzazione dei legittimi proprietari. Questo include franchise videoludici e cinematografici di enorme valore, fra cui inevitabilmente anche i nostri amati Pokémon.
Pokémon generati dall’IA: tra entusiasmo e preoccupazione
Già nelle prime ore dal lancio, i social network sono stati invasi da video AI in cui compaiono Pikachu e altri mostriciattoli tascabili, spesso ricreati con uno stile che richiama fedelmente la serie animata. Alcuni utenti si sono spinti a inventare “nuove storie” che sembrano trailer o materiale ufficiale dell’azienda giapponese.
Se da un lato molti fan guardano con curiosità a queste sperimentazioni, dall’altro il rischio legale è enorme. Nintendo e The Pokémon Company sono note per la loro rigidità nel difendere i propri marchi, e non è difficile immaginare una nuova ondata di diffide, rimozioni e possibili azioni legali, come già accaduto in passato con i contenuti AI basati su Mario.
La controversa politica “opt-out”
Un altro nodo critico è la politica di OpenAI: l’azienda ha dichiarato che gli IP protetti da copyright possono essere esclusi dal training solo se i titolari ne fanno esplicita richiesta, una modalità definita “opt-out”. In pratica, la responsabilità di tutelare il proprio lavoro ricade sui detentori dei diritti. Pratica che potrebbe risultare profondamente scorretta, soprattutto quando coinvolge marchi storici come Pokémon, che hanno costruito negli anni un valore culturale ed economico senza precedenti.
Il futuro dei Pokémon di fronte all’IA
Mentre oltre metà degli sviluppatori giapponesi dichiara già di usare l’IA nei processi creativi, Nintendo e The Pokémon Company hanno ribadito di non voler adottare queste tecnologie. Una scelta che va di pari passo con la difesa a oltranza della loro identità e della qualità dei prodotti ufficiali.
Resta da capire se e come le aziende reagiranno all’ondata di contenuti generati da Sora 2. Quel che è certo è che la linea tra creatività dei fan e violazione del copyright è sempre più sottile, e il fenomeno potrebbe aprire una nuova stagione di tensioni nel rapporto fra IA, community e proprietà intellettuali.
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