Mi sento davvero un mangaka, avevo questo concetto di Mario e sembrava molto più realistico delle immagini 2D che eravamo in grado di realizzare. Ma poi, quando si è arrivati a Super Mario World, c’è stato questo artista giapponese, Yoichi Kotabe, capace di creare una versione più evoluta di Mario. E ancora, passati a Super Mario 64, Mario si è trasformato da disegno 2D a personaggio in tre dimensioni.

Il padre di Mario si è espresso anche sulla possibilità di rivisitare qualcuno dei suoi vecchi giochi.

Sento di non voler fare il remake di nessuno di loro. È molto più naturale creare nuovi giochi e nuove meccaniche.

Prima avevamo solo una semplice meccanica con cui lavorare, dunque non potevamo far altro che cercare di rifinirla ogni volta. Adesso invece abbiamo la libertà di realizzare tutti quei diversi tipi di espressioni, di gestione delle risorse, insomma cose di questo genere. Perciò mi sento come se alle nostre possibilità si sia aggiunto molto più di un semplice limare il gioco.

Nonostante lo sviluppo della tecnologia è ancora molta l’importanza che viene data ai controlli fisici e al movimento.

Non voglio vedere il mondo andare nella direzione dove basta pensare per far funzionare le cose, o controllare con il semplice movimento degli occhi.

Sono davvero convinto che il movimento sia divertente e in quel senso c’è molta più possibilità di evoluzione all’interno di un gioco. Per esempio, persino il sensore giroscopico di cui disponiamo adesso è necessario calibrarlo perché funzioni. Forse in futuro leggerà in qualche modo i poli magnetici o l’asse terrestre così da non dover essere calibrato, o arriverà praticamente a non utilizzare elettricità. Sarebbe molto, molto interessante.

Miyamoto è inoltre rimasto molto colpito dagli stage di Super Mario Maker progettati dai giocatori.

È bello che ci siano persone in grado di realizzare idee così creative. Mi rende molto felice. Quando penso ai giochi, è importante che il giocatore sia in grado di dare libero sfogo alla propria creatività all’interno di uno spazio libero: è qualcosa che cerco di avere in ogni titolo che mettiamo sul mercato.