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Satoru Iwata: i videogiochi come figli

È stata pubblicata una parte mai resa nota prima di un’intervista risalente al 2013 a Satoru Iwata, il quarto geniale e sognatore presidente Nintendo.

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   · 2 min lettura Nintendo
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Nel 2013, il sito giapponese Toyo Keizai Online ha intervistato Satoru Iwata, l’amato quarto presidente Nintendo che credendo nei suoi sogni è riuscito a far sognare anche intere generazioni. Di questa discussione, una parte mai pubblicata prima è stata finalmente rivelata. Durante l’intervista, è stato chiesto a Iwata quale fosse il suo gioco preferito.

 

iwata_intervista_preview

“È una domanda difficile. Sono stato uno sviluppatore di videogiochi, per cui ho un legame particolare con tutti i progetti che mi hanno coinvolto come programmatore o produttore come in Kirby Super Star, Earthbound e Super Smash Bros. Pertanto è davvero difficile nominarne solo uno.

Vedo tutti questi giochi molto da vicino, come se fossero miei figli. L’accuratezza della mia percezione di conseguenza è differente dalle altre persone. Durante il periodo di sviluppo, lavoravo quasi tutto il giorno e tutta la notte fino a vedere l’alba sorgere dietro il Monte Fuji. Per questo, quando penso a quei titoli, i ricordi del mio impegno riaffiorano insieme – come sono cresciuto con il concept iniziale, cosa pensavo riguardo la realizzazione, cosa avrebbe raggiunto il cliente e cosa no, quali problemi ho affrontato durante la creazione del gioco – cose di questo genere. Queste emozioni separano chiaramente la mia visione da quella di qualunque altro videogiocatore che ne rimane affascinato.

Quindi non è facile dire quale sia il mio gioco preferito. Come creatore, diventa un’abitudine pensare alle motivazioni che portano un gioco al successo o, al contrario, a ciò che non permette a un titolo che ritenevo divertente di raggiunge l’attenzione e il supporto atteso. Forse perché non vivo un videogioco alla stessa maniera di un cliente. Questo perché li apprezzo essendo parte del mio lavoro.

Ipotizziamo che vada a Disneyland. Non posso essere un semplice visitatore che si gode le attrazioni. Invece, mi metto nei panni di chi le ha create. Questa è diventata una mia abitudine. Anche mentre guardo un film non posso che pensare a cosa stesse passando per la testa del regista nel girare una determinata scena. La mia mente parte per quella direzione, anche se non sono un esperto del cinema”.

Prima che il giornalista potesse lasciare la stanza a fine intervista, Iwata ha aggiunto per concludere:

“Hai presente quando mi hai chiesto del mio gioco preferito? Mi spiace di non esser riuscito a rispondere adeguatamente alla domanda. Perché è arrivata così all’improvviso, non riuscivo a trovare una risposta chiara. Avrò la risposta pronta quando ci incontreremo la prossima volta”.

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Intervista Satoru Iwata

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